Avanti, Signora Morte!

Muore perchè sostituisce l’insulina” in questi casi è patologico ma, naturale che le colpe cadano sulla diretta interessata e sulla famiglia.

Solo in questo particolare settore della sanità, sempre pronta a discolparsi, la vittima coincide con il colpevole.

Personalmente, che diabetico lo sono da qualche anno, chiedo chi curava con ottimi risultati terapeutici, stando alla cronaca, il corpo di questa ragazza, si era accorta che aveva anche un’Anima e che andava curata e sostenuta psicologicamente?

Rispondano i responsabili del servizio sanitario, come mai se i risultati sono ottimi cerchiamo altri sistemi di cura?

Da anni chiedo di trasformare gli ambulatori e i medici che vi operano da glicemologi e prescrittologi in vere diabetologie, con veri diabetologi, dove realmente vi sia la possibilità di avere una informazione, formazione e supporto specialistico e psicologico.

Oltre alla sincera disperazione del medico curante, mi chiedo quale servizio di diabetologia come e che tipo di formazione è stata fatta a questa ragazza ed alla sua famiglia?

L’accusa è che gli spazi erano vuoti e quindi li ha occupati la “SIGNORA MORTE”.
Questo è il tragico risultato dell’ottima terapia.

Fatemelo gridare “IL VOSTRO CIARLARE BENE CI AMMAZZA”.

I diabetologi vecchi senza ricambio generazionale, immotivati, senza stimoli, forse per questo motivo vengono forse distratti dalle sponsorizzazioni.

Il problema del controllo da parte delle aziende del farmaco e degli strumenti, è una assurdità presente in quasi tutte le unità diabetologiche.

I medici sembrano rinunciare alla loro intelligenza e REALE autonomia PROFESSIONALE rendendosi schiavi dei singoli marchi. E’ vero infatti che ci sono diabetologie mie, tue, sue, loro. Tutti sono influenzati dal regalino, su questo argomento sono stati scritti libri perché il problema e allargato a tutte le patologie ed ha rilevanza mondiale, dall’invito ad un congresso o dalla sponsorizzazione della vacanza, anche l’infermiere che valorizza un certo glucometro perché sa che arriverà in regalo la giacca a vento per il proprio figlio, non è una leggenda

Secondo me forse, è giusto che queste aziende investano solo in congressi ben controllati e monitorati nella frequenza. Il medico che accetta di partecipare deve dimostrare di mantenere la sua INDIPENDENZA PROFESSIONALE nelle scelte che opera per la sua attività. Ma soprattutto deve impegnarsi a comunicare poi il suo livello di gradimento su ciò che ha imparato dai suoi colleghi e deve comunicare quali cambiamenti ha inserito nella sua attività quotidiana

Non è giusto chiedere la sponsorizzazione e ipotecare per questo il futuro degli ammalati di diabete.
Troppi laureati in medicina invece fanno così e quindi il sistema non migliora.

Poi c’è il problema della formazione della MMG per le cure integrate dove a parole c’è accordo, ma nei fatti nessuno non le vuole. Lo Stato e le Regioni pagano indistintamente il gettone, al medico serio professionista e al laureato in medicina, che non ti sa e non ti vuole curare.

L’attuale burocrazia della scelta e soprattutto la delega alle regioni di pagare il gettone a chi non sa o non vuole lavorare promuove la lottizzazione dei malati.
Invece con la tessera sanitaria utilizzabile in tutto il territorio nazionale con possibilità di scelta libera del medico in ogni momento e con limite di spesa mensile per i presidi utili nelle malattie croniche, il malato di diabete potrebbe premiare direttamente il medico di propria fiducia scegliendolo mentre alla ASL di competenza spetterebbe il solo compito di pagare la prestazione.

Tutti si lamentano che hanno troppi pazienti, ma nessuno fa qualcosa per cedere ai propri colleghi almeno le persone con il diabete di tipo 2.

Molte diabetologie passerebbero da 4000 pazienti a soli 300. Hanno paura di perdere potere? Di perdere struttura, personale e peso politico?

Pantaleo paga sempre!!! Ma si è accorto che può scegliere a chi pagare.

Solo con un sistema realmente integrato di educazione, formazione, aggiornamento, si può curare meglio ed avere più tempo da dedicare a tutti con specifiche attenzioni verso quelli che ne hanno più bisogno.

Come sempre ma, col cuore spento, cordiali saluti

Michele Calvisi

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