Un test per il feto

Trattare il diabete in gravidanza si può ed è importante farlo per la salute della donna e del bambino. Al congresso in corso ad Atene verrà confermata la strategia sostenuta dagli specialisti, recentemente confermata da uno studio pubblicato sul New England Journal of medicine: l’utilità dello screening sulle donne incinte. In Italia il diabete gestazionale colpisce il 4-10 per cento delle donne non diabetiche.

«La malattia non si può prevedere e spesso non da’ sintomi, ma è possibile diagnosticarla in anticipo evitando i danni al feto e alla mamma» spiega Domenico Fedele, ordinario di Malattie del metabolismo e responsabile del servizio Diabetologia all’università di Padova. «Un’iperglicemia anche modesta danneggia il bambino che si nutre del glucosio presente nel sangue materno.
La conseguenza più frequente è l’alterazione della crescita fetale, con uno sviluppo superiore ai 4 chili. E la madre, dopo il parto, resta a rischio di diabete mellito. Non sempre il ginecologo è consapevole del pericolo soprattutto se la donna non presenta fattori di rischio».

Il test per la diagnosi precoce (due prelievi di sangue effettuati dopo l’assunzione di zucchero) dovrebbe essere effettuato tra la 24 e la 28 settimana di gestazione (anche prima se c’è una predisposizione). Alcuni centri all’avanguardia come quello di medicina materno fetale di Firenze, lo fanno già. «Una volta identificate le gestanti con diabete le trattiamo in rapporto all’accrescimento fetale monitorato con ecografie non tradizionali» dice il responsabile del Centro Giorgio Mello. «Quando il feto è superalimentato il bimbo nasce troppo grosso e rischia da adulto obesità e diabete». La cura per la mamma, prima del parto, consiste soprattutto in una dieta. Se non si riesce a riportare la glicemia a livelli normali si ricorre all’insulina, l’unico farmaco consentito in gravidanza. Di solito però la situazione viene regolarizzata con primo intervento.

 

 

di MARGHERITA DE BAC

da: “Io Donna” del 10.09.05