Troppa prepotenza

Tutti i cittadini, per rispetto della Costituzione e delle Leggi che ne derivano, devono rispettare doveri e diritti, per molti diabetici i diritti sono rimasti solo scritti.

Oggetto: per un pugno di euro,
per esigenze di vita e di lavoro, ho condiviso pane e companatico con i peggiori banditi sardi. Oggi sarebbero angeli in confronto ai sinistri individui, con sembianze umane e laurea in medicina, che provocano depressione e istigano al suicidio le persone con patologia diabetica. Questo succede quando viene prescritta solo l’insulina senza gli aghi per iniettarla, senza gli aghi pungidito e le strisce per misurare la glicemia.

Nonostante i tentativi di smentita dei rappresentanti sindacali dei medici di medicina generale, possiamo affermare che si sta perpetrando un tentativo di delitto perfetto senza sporcarsi le mani.

Signor Procuratore intervenga, apra un’inchiesta è urgente e inderogabile viste le nuove strategie di morte nei confronti dei diabetici.

Sembra che la legge e quindi anche i dirigenti ASL siano impossibilitati a punire i malfattori. Di sicuro si continua a punire i diabetici per la loro condizione costringendoli a perdere una giornata di lavoro a lunghi viaggi e a molte spese, per recarsi nella ASL più vicina, dove la farmacista di turno compilerà il certificato per il ritiro dei presidi nella farmacia del proprio paese.

Il nostro suggerimento che serviva a fare economia globale, riducendo la burocrazia e costose tappe, sfuma così completamente e si trasforma in una beffa per i diabetici e per l’economia delle ASL, cioè per le tasche di tutti.

Il piano terapeutico personalizzato a cosa serve? In questa emergenza si poteva consentire alle persone interessate di rivolgersi direttamente alla farmacia di fiducia.

Il piano sanitario regionale per i diabetici è fallito? Forse gli spermatozoi che lo dovevano concepire sono risultati infertili?

I responsabili di questa situazione a tutti i livelli riflettano e se la loro diagnosi è di incapacità patologica vadano via, di sicuro i diabetici non avranno rimpianti per la loro improvvisa partenza.

A tutti i cittadini che si servono di ambulatori dove si dichiara che non si certifica ai diabetici, (ricordiamo che negli anni “ 60 in molti locali pubblici del nord Italia c’erano i cartelli “vietato l’ingresso ai meridionali”, avveniva nel secolo scorso e non erano laureati in medicina), chiediamo un atto di coraggio, di solidarietà, di senso sociale e civile: abbandonino quell’ambulatorio per sceglierne un altro.

Oggi non certificano per il diabete, domani a quale altra categoria di malati toccherà la stessa sorte magari per un pugno di euro?

 

Il Presidente
ADMS ONLUS
Michele Calvisi