Trapianti: in Giordania cresce traffico reni, 120 casi accertati in un anno

Il fenomeno del traffico di reni dalla Giordania verso altri paesi assume proporzioni sempre più preoccupanti. E’ l’allarme lanciato dagli esperti locali, che indicano l’estrema povertà come la causa principale che spinge a vendere i propri organi. In base ai dati forniti dal ministro giordano della Sanità, Saad al-Kharabshah, sono 81 i casi di traffico di reni scoperti nel Regno solo negli ultimi mesi, per un guadagno che può oscillare tra i 400 e i duemila dollari per organo. Secondo il presidente della Lega Giordana per le malattie renali, Muhammad al-Ghnaymat, lo scorso anno circa 120 persone hanno venduto i propri reni all’estero, ma il traffico potrebbe avere dimensioni molto maggiori, visto che i dati forniti dal ministero si riferiscono ai soli casi accertati.

I ‘donatori’ di reni sono soprattutto giovani di sesso maschile, il 55% dei quali ha meno di 31 anni e il 46,9% è sposato. Il 60% ha un diploma di scuola elementare e il 43,2% proviene da famiglie molto povere. In molti temono che il fenomeno abbia già assunto le proporzioni di un traffico organizzato e gestito da mafie e intermediari, che approfittano delle condizioni di indigenza di molti giovani. Nel 2007 le autorità giordane hanno arrestato dieci persone coinvolte nel traffico di organi, cinque delle quali solo la scorsa settimana. Come spiega ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL il sociologo giordano Salim Badran, i trafficanti prendono accordi con cittadini giordani o iracheni, i quali accettano di vendere i propri reni a un prezzo che varia a seconda dei casi.

Ai “donatori viene organizzato il viaggio, a spese dell’intermediario, in Egitto, Pakistan o India, dove vengono sottoposti all’espianto del rene in cliniche private. Dopo pochi giorni – aggiunge Badran – vengono riportati in Giordania, senza ricevere le cure necessarie”. E questo “causa spesso gravi disturbi”. In genere, poi, “chi accetta di vendere un rene è oggetto di raggiri da parte degli intermediari e non ottiene l’intera quota pattuita”. La destinazione degli organi espiantati non è chiara. I compratori si trovano soprattutto in altri paesi arabi, ma non è detto che anche i destinatari finali siano negli stessi paesi. Secondo alcuni esperti, potrebbe esserci una rete che fa arrivare i reni fino ai paesi occidentali. La legge giordana vieta la vendita di organi, ma prevede la donazione gratuita tra persone legate da un vincolo familiare. Per arginare il fenomeno del traffico illegale, gli specialisti chiedono di incoraggiare la donazione di organi delle persone che si trovano in uno stato di morte cerebrale, che in Giordania sono circa 700 all’anno.

 

(Aki/Adnkronos Salute)