Diabete di tipo 2, rapida crescita in Italia della malattia e delle complicanze neurologiche e renali

Uno studio italiano pubblicato su Scientific Reports, una rivista di Nature, ha rilevato un rapido aumento nel nostro Paese dei pazienti con diabete di tipo 2 per via dell’invecchiamento, di fattori di rischio prevenibili e del peggioramento del contesto socioeconomico, così come delle complicanze della malattia, in particolar modo neurologiche e renali. Le implicazioni sottolineano la necessità analizzare meglio l’onere della malattia sul sistema sanitario, sulla società e sull’economia italiani.

Il diabete è un problema di salute pubblica e il suo ritmo di aumento è allarmante, con una previsione di 1,3 miliardi di casi entro il 2050. La malattia è associata a gravi complicanze come insufficienza renale, amputazione degli arti inferiori, cecità e malattie cardiovascolari, che compromettono la capacità funzionale, l’autonomia e la qualità della vita degli individui.

In particolare il diabete di tipo 2 rappresenta oltre il 90% dei casi di diabete a livello mondiale. I principali fattori di rischio per l’aumento dell’incidenza e della prevalenza della condizione sono l’invecchiamento della popolazione, lo stile di vita sedentario, il sovrappeso e l’obesità, così come incidono i contesti socioeconomici, compresa l’urbanizzazione. Nel 2021 la prevalenza globale stimata del diabete di tipo 2 nella popolazione adulta era quasi del 10% e si prevede che salirà all’11,3% entro il 2030 e al 12,2% entro il 2045, senza considerare il diabete non diagnosticato che interessa inconsapevolmente un adulto su due.

In Italia rapido aumento dei fattori di rischio per il diabete
In Italia la prevalenza del diabete di tipo 2 è di circa il 6,4%, maggiore negli uomini rispetto alle donne. Nonostante il tasso di mortalità sia diminuito di oltre il 20% in tutte le fasce di età nell’ultimo decennio, la sedentarietà, il sovrappeso e l’obesità hanno raggiunto livelli allarmanti: nel 2021 il 33,7% degli italiani era fisicamente inattivo, il 34,2% degli adulti era in sovrappeso e il 12,0% era obeso, hanno fatto presente gli autori.

I pazienti con diabete di tipo 2 sono in rapido aumento in Italia a causa dell’invecchiamento, di fattori di rischio prevenibili e del peggioramento del contesto socioeconomico. La malattia metabolica e le sue conseguenze impongono un pesante tributo ai sistemi sanitari e all’economia, data la gestione costosa, le difficoltà nell’affrontare la vita quotidiana e la diminuzione della produttività dei pazienti/lavoratori.

Calcolo degli anni vissuti con disabilità per il diabete e le sue conseguenze
Considerando la lunga aspettativa di vita in Italia e un tasso di mortalità in diminuzione dovuto al diabete di tipo 2, obiettivo dello studio condotto da Cristiana Abbafati, del Dipartimento di Studi Giuridici ed Economici, Università La Sapienza di Roma, e colleghi, era calcolare gli anni vissuti con disabilità (years lived with disability, YLDs) per il diabete e le sue sequele raggruppati in tre categorie: neuropatia, malattia renale cronica e nessuna complicanza, prendendo in considerazione sesso, anno e posizione geografica.

I dati provengono dal database dell’Associazione Italiana Diabetologi, la fonte longitudinale più completa di dati ambulatoriali nazionali e questo è il primo tentativo di misurare gli YLD da dati che non si basano su diagnosi di diabete auto-riferite. Gli YLD si ottengono moltiplicando il numero di individui che vivono con una specifica condizione di salute per un onere di disabilità che rappresenta l’entità della perdita di salute associata a quella particolare condizione.

«Considerando le straordinarie disparità regionali del Paese e l’elevato impatto della Grande Recessione sui suoi contesti sociali ed economici complessivi, l’Italia rappresenta un contesto particolarmente interessante per misurare gli YLD per il diabete di tipo 2 e per migliorare i modelli di intervento per la prevenzione, l’assistenza sanitaria, l’organizzazione del lavoro, e le agende politiche» hanno sottolineato gli autori.

La crisi economica globale del 2008 ha colpito l’Italia in modo particolarmente duro a causa dell’economia stagnante già da tempo, con un alto tasso di disoccupazione strutturale. A causa dell’esorbitante debito pubblico, la politica fiscale è stata necessariamente restrittiva e ha richiesto riforme obbligatorie in vista del Patto di Stabilità firmato per entrare nell’Unione Europea. Il periodo di austerità è durato fino al 2018. Di conseguenza, l’accesso alla sanità è diventato più difficile e diseguale, e il contesto socioeconomico si è fortemente deteriorato.

Deciso aumento delle complicanze neurologiche e renali
I risultati hanno mostrato un aumento dei tassi standardizzati per età degli YLD per il diabete di tipo 2 e le sue conseguenze, in particolare la neuropatia, con una tendenza più forte nella macroregione centrale del Paese e tra gli uomini, e che l’anno 2009 ha segnato un cambiamento strutturale nel tasso di crescita degli YLD.

Nel corso degli anni si è assistito a un consistente calo della percentuale di pazienti senza complicanze del diabete, abbinato a un aumento dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica e disturbi neurologici, evidenziando una crescente gravità della malattia dovuta all’aumento della percentuale di pazienti con comorbilità. Insieme, le complicanze neurologiche e renali e rappresentano una percentuale di pazienti che corrisponde a circa la metà di quelli senza complicanze, con risultati pienamente coerenti con quelli presenti in letteratura, in particolare con quelli che hanno catturato le tendenze globali delle complicanze del diabete di tipo 2 nei paesi ad alto reddito.

«I nostri risultati costituiscono un contributo importante in quanto forniscono approfondimenti su una questione mai valutata in Italia» hanno scritto i ricercatori. «Le implicazioni sottolineano la necessità di effettuare più analisi sull’onere delle malattie, che dimostrino meglio la dimensione del carico sul sistema sanitario, sulla società e sull’economia italiani».

Considerati gli elevati costi di gestione del diabete di tipo 2 e delle sue conseguenze, la riduzione della capacità di far fronte alla vita quotidiana e la produttività del paziente/lavoratore, questi risultati sottolineano l’urgenza della strategia preventiva in vari contesti, una condizione necessaria per contribuire a contenere l’epidemia emergente di complicanze del diabete.

Referenze

Abbafati C et al. Measures of type 2 diabetes burden in Italy assessed using the AMD dataset over a twelve year span across the Great Recession. Sci Rep. 2024 Feb 28;14(1):4901.

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da Pharmastar

 

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