Sconfiggere il diabete: la sfida del San Raffaele

L’Onu l’ha definito una “emergenza sanitaria planetaria”: il diabete, che nel 2000 colpiva 170 milioni di persone, è in crescita continua. Le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità sono chiare: nel 2030 a soffrirne nel mondo saranno oltre 360 milioni.

Trovare le cause della malattia – che obbliga a uno stile di vita rigido e porta il rischio di gravi complicanze croniche – è una delle grandi sfide della medicina. Ora l’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, con il patrocinio del Segretariato sociale della Rai, lancia una campagna per combattere la patologia e creare un centro di eccellenza internazionale per la prevenzione e la cura del diabete di tipo 1, che sta aumentando in particolare fra bambini e adolescenti.

Il San Raffaele Diabetes Research Institute avrà uno staff di 50 fra medici, ricercatori e personale di supporto e laboratori di ricerca su un’area di 500 metri quadrati all’interno del nuovo dipartimento di medicina molecolare (Dibit2). E farà parte della DRI Federation, una federazione internazionale che raccoglie i diversi DRI nel mondo.

Per avviare i progetti di ricerca del San Raffaele DRI sono necessari otto milioni di euro e tutti possono dare una mano: fino all’8 luglio i clienti Tim, Vodafone e Wind potranno donare due euro mandando un sms al 48545 o chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom.
Per un anno, invece, si potrà contribuire con bollettino postale intestato a Fondazione Areté Onlus San Raffaele sul conto BANCOPOSTAIMPRESA n° 42437681. O con un bonifico bancario intestato a Fondazione Areté Onlus San Raffaele Banca Intesa 2013 Codice IBAN IT62 C030 6901 7650 0002 1600 183. Ma anche online con carta di credito, collegandosi al sito del San Raffaele oppure sul sito della campagna “Liberiamo i condannati dal diabete“.

Perché il diabete avanza a ritmi preoccupanti: la maggior parte di chi ne è colpito si ammala del tipo 2, che colpisce soprattutto adulti e anziani, è associato a obesità e sovrappeso e richiede uno stile di vita corretto, farmaci e più raramente l’insulina. Ma solo in Italia ogni giorno vengono diagnosticati quattro nuovi casi di diabete di tipo 1, quello che prende soprattutto i più piccoli: può apparire in maniera improvvisa dopo un’incubazione anche di anni e chi ne soffre deve fare i conti quotidianamente con una serie di limitazioni che condizionano la vita. La glicemia dev’essere continuamente controllata e più volte al giorno va assunta insulina. La malattia dura tutta la vita e se non si tiene sotto controllo si rischiano conseguenze serie e croniche al cuore, vasi sanguigni, sistema nervoso, occhi e reni.

Nei prossimi anni il centro San Raffaele DRI lavorerà sulla prevenzione del diabete di tipo 1 e sul trapianto di isole pancreatiche.
Si studieranno anche nuovi test per individuare nel sangue i marcatori specifici della predisposizione alla malattia e ci si concentrerà sulla ricerca dei suoi meccanismi e delle sue cause, oggi ancora sconosciute.
E a breve partirà un protocollo di sperimentazione basato sulla somministrazione orale di insulina utilizzata come una sorta vaccino contro la malattia.

 

 

da Repubblica.it