Tsunami diabete

Allarme epidemia, più prevenzione e ricerca
Dal recente congresso dell’Associazione di Diabetologia Americana (ADA) nuove ipotesi sulle cause. I pericoli nei casi di apnea notturna. Farmaci e trial

L’hanno paragonata allo “tsunami” l’epidemia di diabete tipo 2 che, come l’onda d’acqua scatenata dai movimenti tellurici del fondo marino, travolge ovunque intere popolazioni inermi di fronte all’ascesa inesorabile dei livelli di glucosio nel sangue. La fotografia scattata dagli esperti a San Francisco, sede del 68 congresso della Società americana di diabetologia (Ada), è inequivocabile: 246 milioni di malati in tutto il mondo (il 7,1 per cento della popolazione adulta), destinati a diventare 380 entro il 2025 (l’Europa con 53 milioni).

Le cause? Tantissime, da sembrare infinite. Le ultime due svelate dalla ricerca riguardano la produzione di insulina da parte del pancreas e i disturbi respiratori durante il sonno. Nel primo caso si è osservato in modelli animali come un difetto delle beta-cellule pancreatiche sia responsabile della produzione di una forma alterata di insulina, incapace di tenere sotto controllo i livelli ematici di glucosio. “L’aumento esagerato dei livelli circolatori di ormone modificato è, insieme all’insulino-resistenza, uno degli indici precoci di diabete mellito” spiega Rohit Kulkarni, capo ricercatore al Centro diabete Joslin dell’Università di Harvard. “È possibile che sia proprio la resistenza all’insulina a provocare la sintesi di ormone anomalo, ma non è detto che quest’ultimo non rappresenti la causa diretta o indiretta del cosiddetto “stress del reticolo endoplasmatico” (una struttura membranosa prossima al nucleo della cellula contenente enzimi che catalizzano diverse reazioni biochimiche) delle beta-cellule in grado di bloccare il rilascio di insulina regolare”.

La seconda notizia punta , invece, i riflettori sulla connessione strettissima tra gli episodi di apnea ostruttiva durante il sonno e il diabete tipo 2: il 40 per cento di coloro che soffrono di tale disturbo respiratorio è anche diabetico.

A questo punto per combattere la malattia non basta la prevenzione, servono anche i farmaci: dagli ipoglicemizzanti orali e sottocute fino all’insulina.
E dal punto di vista terapeutico le conferme non sono mancate, a cominciare dallo studio Improve – il più vasto studio osservazionale sul diabete tipo 2 mai condotto prima – sull’impiego di una moderna insulina bifasica (NovoMix 30) in 58 mila pazienti di 11 paesi, anche mai trattati, tutti con lo stesso profilo clinico: un pessimo controllo della glicemia. Il farmaco utilizzato, ottenuto con la tecnologia del Dna ricombinante, contiene due forme di insulina aspart premiscelate.
Alla fine l’analisi dei dati ha mostrato una caduta pari a 2,5-3 punti percentuali rispetto ai valori basali della concentrazione nel sangue di emoglobina glicosilata (HbA1c), l’indice per ora più affidabile dell’efficacia del controllo glicemico. A raggiungere valori di HbA1c inferiori o uguali al 7 per cento ce l’ha fatta il 71 per cento dei pazienti, con una notevole riduzione degli episodi di ipoglicemia (-70 per cento) e un aumento del peso corporeo praticamente nullo.

Sul fronte, invece, degli ipoglicemizzanti per contrastare il diabete mellito diversi dall’insulina fa registrare significativi risultati liraglutide (Novo Nordisk), l’analogo sintetico in più avanzata fase di sperimentazione del peptide-1 simil glucagone (Gpl-1), il principale dei due ormoni umani definiti “incretine” che attivano la secrezione di insulina in risposta al glucosio. I risultati (in associazione con altri antidiabetici per via orale) dei trial in fase 3 (oltre 4.000 pazienti): riduzione media dell’HbA1c inferiore al 7 per cento nel 62% dei pazienti mai trattati prima con farmaci.

Sempre sul fronte delle “incretine”, una sperimentazione condottta su 241 pazienti con diabete di tipo 2, con una nuova formulazione dell’exenatide (il famoso ormone estratto dalla saliva del “lucertolone di Gila”) permetterebbe un’assunzione solo una volta a settimana. Si tratta di una ricerca guidata dal canadese Daniel Drucker, di Toronto.

 

 

di Giorgio Cavazzini

da Salute Supplemento di Repubblica.it