Exenatide promettente come antiobesità nei teenager

Dati preliminari mostrano che il trattamento con l’antidiabetico exenatide, un GLP-1 agonista che riduce l’appetito e aumenta il senso di sazietà anche nei non diabetici, offre buone speranze come farmaco dimagrante agli adolescenti gravemente sovrappeso.

Infatti, in un piccolo studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, appena pubblicato online su JAMA Pediatrics, il trattamento con exenatide  si è associato a una riduzione sia dell’indice di massa corporea (BMI) sia del peso corporeo nel campione studiato.

Gli agonisti del recettore GLP-1, approvati per il trattamento ipoglicemizzante dei pazienti adulti con diabete di tipo 2, riducono il peso corporeo rallentando la motilità gastrica e attivando i recettori del GLP-1 nell’ipotalamo delle persone diabetiche e non.

Secondo gli autori, guidati da Aaron Kelly, della University of Minnesota di Minneapolis, Ie riduzioni osservate, per quanto “modeste”, sono la prova preliminare che il farmaco, indicato negli adulti, può essere utile anche negli adolescenti con un BMI superiore a 25 kg/m2.

Lo  studio è stato però di breve durata – 3 mesi la fase randomizzata seguita da altri 3 mesi di trattamento in aperto – e ha coinvolto in totale solo 26 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 19 anni, si cui solo 22 hanno portato a termine lo studio. Sono dunque necessari studi più ampi e più lunghi per valutare la persistenza dell’effetto dimagrante nel tempo, avvertono i ricercatori.

Inoltre, sebbene i risultati dello studio siano statisticamente significativi, la loro importanza clinica non è chiara, commenta Jeffrey Schwimmer, della University of California di San Diego, nel suo editoriale di accompagnamento.

L’editorialista fa anche notare che i pazienti arruolati nello studio erano gravemente obesi, con un BMI medio di 42,5 kg/m2, tale per cui le riduzioni osservate nello studio tipicamente avrebbero ridotto il grasso corporeo di una percentuale di circa il 50%, e si chiede se è probabile che tali riduzioni siano clinicamente significative.

In un precedente studio randomizzato, il trattamento con exenatide aveva dimostrato di ridurre il BMI di circa il 5%. Per confermare il dato e avere maggiori informazioni il gruppo di Kelly ha valutato gli effetti del trattamento con l’ipoglicemizzante in un gruppo di adolescenti trattati in doppio cieco con exenatide o placebo due volte al giorno per via sottocutanea per 3 mesi.

La fase randomizzata dello studio è stata seguita da una fase in aperto, di altri 3 mesi, in cui tutti i pazienti sono stati trattati col farmaco. L’endpoint primario era la variazione del BMI dopo i primi 3 mesi di trattamento.

Nei pazienti trattati con exenatide si è osservata una riduzione media del 2,7% del BMI rispetto ai pazienti del gruppo di controllo (P = 0,03) e una riduzione assoluta di 1,13 punti (P = 0,02).

Inoltre, nel gruppo in trattamento attivo il peso corporeo è diminuito di 2,93 kg a fronte di un guadagno di 0,32 kg nel gruppo placebo (P = 0,02).

Durante l’estensione in aperto, i pazienti trattati inizialmente con exenatide hanno mostrato un ulteriore calo del BMI, che è diminuito complessivamente del 4%, mentre quelli che all’inizio facevano parte del gruppo di controllo hanno avuto meno un calo inferiore allo 0,25% durante i 3 mesi di trattamento in aperto.

I motivi di quest’ultimo risultato restano poco chiari, scrivono gli autori, aggiungendo che “forse la frustrazione per la mancata perdita di peso durante i primi 3 mesi e/o la natura in aperto della seconda fase dello studio hanno portato i pazienti a modificare in peggio il proprio stile di vita nell’ultimo trimestre”.

Il trattamento col farmaco ha portato anche a una riduzione, in media, di 6 mmHg della pressione arteriosa sistolica, anche se ricercatori fanno notare che questo risultato non ha raggiunto la significatività statistica.

“I dati di questo studio dimostrano che il trattamento con un agonista del recettore del GLP-1 riduce il BMI e determina una riduzione potenzialmente significativa della pressione arteriosa sistolica negli adolescenti con obesità grave” concludono Kelly e i suoi collaboratori.

Nel suo commento, Schwimmer scrive che “la selezione dei bambini che meritano un trattamento con i farmaci e hanno più probabilità di beneficiare di un dato farmaco è una questione urgente da affrontare sia dal punto di vista della pratica clinica sia degli studi su cui si baserà poi tale pratica”. 

In ogni caso, conclude l’editorialista, “al di là dei risultati di questo studio, è degno di nota che siano stati recentemente approvati dalla Food and Drug Administration due nuovi farmaci per il trattamento dell’obesità negli adulti e servono ora dati sulla sicurezza e l’efficacia di questi agenti nella popolazione pediatrica”.

A.S. Kelly, et al. The effect of glucagon-like peptide-1 receptor agonist therapy on body mass index in adolescents with severe obesity: A randomized, placebo-controlled, clinical trial. Arch Pediatr Adolesc Med 2013; 167: 1-6.

di Alessandra Terzaghi

 

da PharmaStar