Diabete: gli esperti, in Italia 1 bimbo su 4 e’ obeso e a rischio malattia

“In Italia nel 1980 era obeso 1 bambino su 10. Oggi, invece, i chili di troppo riguardano 1 su 4 e in alcune regioni addirittura 1 su 3. Un dato allarmante, dal momento che la maggior parte di questi piccoli obesi è a rischio diabete. Soprattutto in presenza di fattori predisponenti come la familiarità e uno stile di vita scorretto”. A lanciare l’allarme è Riccardo Vigneri, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), intervenuto oggi a Roma al ‘Changing diabetes barometer forum’. Un evento che ha visto la partecipazione di politici, Istituzioni, società scientifiche e associazioni di pazienti, tutti d’accordo su un punto: “per combattere il diabete l’arma più efficace è la prevenzione, che deve riguardare in primo luogo proprio i bimbi”. “Per contrastare la patologia – spiega Vigneri – non bastano accorgimenti soltanto medici. Servono pure quelli, per così dire, sociali. Per esempio – precisa – sarebbe il caso di dotare le nostre città di spazi dove poter passeggiare in sicurezza. L’attività fisica è infatti la miglior medicina per combattere il sovrappeso e l’obesità, fattori scatenanti del diabete. Oggi, purtroppo, questi spazi sono sempre più ridotti e non tutti hanno la possibilità di iscrivere i propri figli in palestra”.

L’attenzione a corretti stili di vita è stata sottolineata anche dal vicepresidente mondiale dell’International Diabetes Federation, Massimo Massi Benedetti. “Bisogna concentrarsi sui bambini – spiega – per far sì che le nuove generazioni abbiano stili di vita che in prospettiva evitino lo sviluppo del diabete. Ma non solo. Sono necessarie politiche globali di intervento, non solo in campo sanitario, ma anche nella scuola e nell’urbanistica”. Grande attenzione va rivolta anche all’alimentazione. “Il primo passo da fare – spiega Renata Lorini, presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica – sarebbe quello di mettere ‘al bando’ le merendine, particolarmente grasse, a vantaggio della frutta”. C’è poi un dato curioso, comun denominatore dei bambini obesi: la prima colazione.

“I piccoli in sovrappeso – afferma l’esperta – non fanno mai la prima colazione. Questo è una pessima abitudine, perché li porta ad avvertire una grande appetito e a mangiare in abbondanza a pranzo. Serve, quindi, un’alimentazione suddivisa durante la giornata, senza dimenticare però l’attività fisica e le giuste ore di sonno”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario generale dell’European Society for Pediatric Endocrinology, Francesco Chiarelli, secondo cui l’efficacia di un programma di prevenzione primaria dell’obesità infantile non può prescindere da un progetto nazionale. “Partendo dai neonati”, precisa l’esperto. “I piccoli che vengono allattati con latte artificiale hanno infatti più rischio di sviluppare obesità, rispetto a quelli nutriti con latte materno”, conclude Chiarelli.

 

 

 

(Adnkronos Salute)