Diabete: 80% dei casi nel Terzo Mondo, è emergenza paesi poveri

Emergenza diabete nei Paesi in via di sviluppo. Entro il 2025, cioè fra meno di 20 anni, l’International Diabetes Federation assicura che l’80% di tutti i casi della malattia si riscontrerà nei Paesi a basso o medio reddito del mondo. Sono solo alcuni dei dati ribaditi a Roma durante la presentazione della Giornata delle Nazioni Unite per il diabete, che si celebra oggi in tutto il mondo.

Il diabete non è più dunque, o non più solamente, un allarme ‘occidentale’, una malattia collegata col benessere. Sette nazioni su 10 con il maggior numero di nuovi diabetici appartengono infatti alla parte del mondo meno industrializzata. “Attualmente – ha affermato Ignazio Marino, presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, in un messaggio inviato agli organizzatori dell’incontro – in India ci sono 40 milioni di malati, e 39 milioni in Cina”. Nel Paese di Gandhi “entro il 2025 – ha assicurato – il 30% della popolazione è destinata a sviluppare la malattia. E si tratta di aree dove i mezzi per prevenire e combattere questa malattia sono molto più scarsi che da noi. Per questo c’è bisogno di unire le forze e aiutare le zone più svantaggiate del mondo”.

“Il diabete è in sensibile crescita – ha evidenziato Riccardo Vigneri, presidente di Diabete Italia – sia nei Paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, a tutte le età, con gravi rischi per la salute ed elevati costi sanitari. E’ la prima volta che una malattia non infettiva ha la stessa attenzione sinora riservata all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria, in quanto considerata vero e proprio problema di salute pubblica. Il diabete è infatti prima causa di cecità, di amputazione di arti, di insufficienza renale e aumenta fino a quattro volte il rischio di disturbi cardiovascolari. Ma – ha precisato fiducioso l’esperto – è anche vero che l’uomo, una volta individuate le minacce per la sua salute, come la poliomielite o la tubercolosi, spesso è riuscito a debellarle entro 10 anni”.

 

 

 

(Adnkronos Salute)