600 italiani testeranno la “cura” con il bisturi in 20 ospedali

Saranno almeno 600 i primi italiani a sperimentare presto la nuova cura chirurgica del diabete di tipo 2, in venti centri della Penisola. Dal mese di luglio 2008, infatti, dovrebbe partire il primo studio multicentrico per risolvere ‘a colpi di bisturi’ questa grave malattia, con l’obiettivo di confermare su larga scala quanto già ottenuto con la ricerca pilota diretta da Nicola Scopinaro del San Martino di Genova, e valutare l’effetto della chirurgia sui diabetici in sovrappeso.

“Saranno reclutati tre grandi gruppi di pazienti con diabete di tipo 2 e indice di massa corporea inferiore a 35 – spiega Scopinaro in un incontro a Milano – Il primo da sottoporre a diversione bilio-pancreatica in 10 centri, il secondo a by-pass gastrico in altri 10 centri che vantano un’importante esperienza in questo secondo intervento. Il terzo gruppo sarà di controllo, ottenuto abbinando a ogni paziente operato un altro con caratteristiche demografiche, antropometriche e cliniche il più possibile simili, reclutato nei centri diabetologici di riferimento di ognuno dei centri chirurgici”. Stimando una portata operatoria di 15-30 casi l’anno per centro, in uno-due anni si dovrebbe arrivare a ‘chiudere’, con 300 casi di diversione bilio-pancreatica, 300 casi di bypass gastrico e 600 controlli.

“Il numero dei centri rimarrà comunque aperto – precisa il chirurgo – e potrà aumentare per selezione, anche in rapporto alla distribuzione regionale, tra quanti chiederanno di aderire prima della data di avvio dello studio, con un conseguente aumento del numero di pazienti da reclutare”.

Tutti saranno poi seguiti per 10 anni, per valutare, oltre al mantenimento della ‘scomparsa’ del diabete, una serie di parametri funzionali riferiti agli organi più colpiti dalla malattia (occhi, reni, apparato cardiovascolare). Lo studio multicentrico dovrà essere approvato dal comitato etico di Genova, un ‘disco verde’ subordinato al completamento dello studio pilota. “Fin da subito, comunque – dice Scopinaro – i centri saranno disponibili a prendere appuntamenti per le prime visite e i colloqui, che non potranno però essere effettuati prima della data di inizio dello studio”.

 

(Adnkronos Salute)