Cento domande (e risposte) sul diabete

E’ in prossima pubblicazione il volume Le nuove risposte sul diabete (Ed. Lombar Key), il nuovo libro del dott. Cesare Berra, Responsabile del Servizio di diabetologia, Specialista in Endocrinologia e Malattie del ricambio in Humanitas.

“Dedicato al grande pubblico, in modo semplice, chiaro ed esaustivo, risponde a cento domande sul diabete, una patologia di cui soffrono circa 3 milioni di italiani con un incremento costante ed esponenziale negli ultimi anni – commenta Cesare Berra -.
Il fatto che questa patologia sia così diffusa non significa che debba essere sottovalutata.
Capire al meglio la malattia e le gravi complicanze che questa comporta se trascurata, significa poterla affrontare con gli strumenti giusti.
Troppo spesso, infatti, è individuata troppo tardi o trattata non correttamente.
Gli ultimi studi clinici hanno ancora una volta evidenziato come una diagnosi precoce associata ad un trattamento personalizzato sin dall’esordio permetta un migliore controllo e, di conseguenza, un minor rischio di sviluppo di complicanze”.
Da qui, l’esigenza di un libro-manuale che “parla” il linguaggio del grande pubblico rispondendo alle domande sul diabete, dalle più comuni a quelle specialistiche su sintomi, diagnosi, terapie più innovative e, soprattutto, il perché debba essere curata al meglio.
“Proprio per curarlo al meglio è necessaria, inoltre, una stretta collaborazione tra diverse competenze specialistiche come il nefrologo, l’oculista e il dietista.
Questo avviene in Humanitas e, infatti, ne approfitto per ringraziare i colleghi che hanno dato un contributo importante al libro” precisa il dott. Berra.
Ed ecco le domande (e risposte) più comuni, trattate tra le prime 10 del libro.

Dottor Berra, la prima domanda del libro, la più comune, è che cos’è il diabete?
“E’ una malattia caratterizzata da un eccesso di zuccheri (glucosio) nel sangue. Questa condizione è chiamata iperglicemia. La causa può essere una inadeguata azione o un’insufficiente produzione dell’insulina, l’ormone che regola il livello di glucosio nel sangue. Le principali forme di diabete sono il diabete tipo 1 con assenza di secrezione insulinica e il tipo 2 conseguente a ridotta sensibilità dell’organismo all’insulina normalmente prodotta da parte dei tessuti bersaglio (fegato, muscolo e tessuto adiposo) e/o ad una ridotta secrezione di insulina dal pancreas (dalle cellule chiamate Beta-cellule). Il diabete tipo 2 è una malattia ad elevata diffusione in tutto il mondo e la sua prevalenza è in continua crescita. Si riconoscono, tra le cause della malattia, una interazione tra fattori genetici (familiarità) e fattori ambientali (vita sedentaria, abitudini alimentari e altro)”.

Si può prevenire?
“Interventi per migliorare lo stile di vita che includono attività fisica aerobica di moderata intensità della durata di 20-30 minuti al giorno o 150 minuti alla settimana e perdita di peso del 10% riducono l’incidenza del diabete tipo 2 del 60%. Inoltre, la qualità più che la quantità totale dei nutrienti deve essere controllata. Una dieta ricca di acidi grassi saturi (i grassi animali) aumenta il rischio di sviluppare diabete, mentre la parziale sostituzione di questi con acidi grassi insaturi lo riduce (i cosiddetti omega 3). Alcuni studi hanno, inoltre, evidenziato come alcuni tipi di farmaci (antipertensivi, anticoleterolemici) possano, in alcuni pazienti selezionati, ridurre il rischio di sviluppare il diabete tipo 2”.

Tutti devono controllare la glicemia o solo alcuni?
“Lo screening, cioè la valutazione di soggetti asintomatici volto ad identificare quelli colpiti dalla malattia in esame, è utile sulla popolazione generale, trattandosi di un esame del sangue di poco costo (glicemia a digiuno). Esistono, però, dei soggetti maggiormente a rischio:
– precedente riscontro di glicemia a digiuno <126 mg/dl, ma <100 mg/dl (alterata glicemia a digiuno);
– presenza di BMI (body mass index cioè rapporto peso in chili/altezza in m2) >25 kg/m2 indicativo di soprappeso corporeo;
– familiarità di primo grado per diabete tipo 2.
E’ stata, inoltre, stilata una tabella denominata Diabetes Risk Score in grado di stimare un valore di rischio di sviluppare il diabete nei prossimi 10 anni”.

Quali sono i sintomi?
“Spesso la presenza di iperglicemia non dà alcun segnale e per questo il diabete è considerata una malattia subdola. A volte i sintomi compaiono quando la malattia è già presente da anni. La sintomatologia classica della grave iperglicemia è caratterizzata da stanchezza, aumento della sete (polidipsia), aumento della diuresi (poliuria), perdita di peso non ricercata, anzi, a volte in presenza di aumento dell’appetito, malessere, dolori addominali, sino ad arrivare, nei casi più seri, a confusione mentale e perdita di coscienza”.

Quali sono le complicanze del diabete?
“- Neurologiche (neuropatia, alterazione anatomica e funzionale del sistema nervoso centrale, periferico e volontario deficit sensitivi, motori, visivi, acustici);
– Renali (nefropatia), danno alle strutture filtranti del rene (glomeruli e tubuli renali) che può portare in casi estremi alla dialisi (in Italia il 30% dei pazienti in terapia dialitica sono diabetici);
– Oculari (retinopatia) causata da iperglicemia cronica e ipertensione che portano ad alterazione dei vasi sanguigni con conseguente peggioramento della vista fino alla cecità;
– Cardiocerebrovascolari (infarto miocardio o cardiopatia ischemica, ictus cerebrale)”.

Di Lucrezia Zaccaria

da Humanitas Salute