Ancora lutto in casa dei diabetici

Sassari, 23 maggio 2008

Oggetto: ancora lutto in casa dei diabetici.

Diabetica 36 anni la ricoverano in coma, dopo 4 giorni la dimettono cadavere. Il suo diabetologo, forse, impegnato a scrivere una lettera ai giornali, come vice Presidente AMD della Sardegna, per precisare che il “micro in realtà si chiame pompa e come tale destinato a quei pazienti che necessitano di terapia insulinica” non ha potuto ne ricoverarla ne monitorare. Il medico di medicina generale raccomanda di lasciarla riposare, e dormire anche 12 ore, il sonno è diventato eterno. Grave omissione di assistenza prima e di soccorso dopo, ha provocato ancora un lutto in casa dei diabetici. Ancora una volta, la morte senza preavviso e senza permesso entra nella casa dei diabetici, a Sassari, e si porta via un’altra giovane donna.

Dopo aver chiesto aiuto e anche un eventuale ricovero al proprio diabetologo, per un controllo generale, un monitoraggio completo della situazione per poter ripartire con la terapia aggiustata, nulla è stato fatto. Forse il professionista era occupato in altre cose, se il diabetico chiede aiuto? Si arrangi!!!

La signora riposava, viene informato il proprio medico da un familiare che il sonno sembra strano, dall’altro capo la raccomandazione di lasciarla riposare, a nessuno viene in mente di misurare la glicemia e procedere di conseguenza in base al valore della stessa. L’abbiamo detto, scritto, ribadito e supplicato che, l’ignoranza è il vero killer dei diabetici, ma si è creduto di sconfiggerla con il riconoscimento al medico di medicina generale di un gettone di cento euro per diabetico.

È un lutto continuo, una sofferenza disumana, un cammino dalla diagnosi alla morte pieno di ostacoli che, noi genericamente chiamiamo complicanze.

Gli importanti traguardi raggiunti grazie all’ascolto attento e puntuale dell’Assessore Regionale alla Sanità e di alcuni attenti funzionari, sono stati superati dai fatti. I tempi moderni sono veloci come pure devono esserlo le menti che devono far fronte alle nuove problematiche sanitarie delle malattie croniche.

La consulta ha dato qualche piccolo frutto ma ha dimostrato di essere uno strumento superato, anche per bocca, e più di una volta, di qualcuno dei suoi componenti medici. Come diabetici riteniamo che siano superate anche le Diabetologie vecchio tipo, incapaci di recepire le novità diagnostiche e terapeutiche.

Le diabetologie devono essere messe in grado di fare e di ricevere istruzioni, quando questo non viene raggiunto, le morti di bambini e adulti sono diventate troppe, per un paese moderno degno di questo nome, il cambiamento ora deve essere radicale e veloce e riteniamo che sia necessario e non rimandabile il commissariamento delle vecchie ed inutili diabetologie per traghettarle verso il nuovo, con professionisti medici degni di questo nome.

Sono ormai certo, senza fare lezione a nessuno che, si esce solo, da questo giro infernale, con la vera assistenza integrata, che deve assolutamente prevedere solo 2 diabetologie, nord e sud con un coordinamento effettivo regionale, ed un numero verde di call center.

Con la reale formazione di tutti i responsabili della sanità, dall’ultimo degli infermieri al primo dei primari, con il reale coinvolgimento di tutti i settori sociali, delle scuole, della vita nelle carceri, delle aziende per il lavoro e dell’ottenimento della patente.

Solo cosi avverrà la vera presa in carico, discreta e coinvolgente, della persona e della famiglia in continuo affanno nella gestione totale della malattia del diabete.

I coordinatori troveranno qualche esempio da seguire anche in Sardegna. Abbiamo validi e recentissimi esempi di nuove Diabetologie che si sono attrezzate di medici degni del loro titolo. Anche noi abbiamo il nostro nord est produttivo. Le numerose segnalazioni di soddisfazione da parte dei diabetici e dei MMG rispetto a questa novità del nord est Sardo ci autorizza ad essere ottimisti ed esigenti. Le famiglie, gli specialisti e i medici di medicina generale di quell’area hanno imparato a lavorare in gruppo e a fare sistema. Sono adeguatamente formati informati e coccolati e sono quindi attrezzati per rispondere adeguatamente e velocemente evitando, per quanto possibile, il verificarsi di eventi disastrosi.

Non possiamo aspettare che un altro lutto colpisca impunemente, la numerosa famiglia dei diabetici .

Per evitare che le alte menti continuino a volare fra le nuvole dell’impunità chiediamo alle famiglie di far pagare ai responsabili il risarcimento economico per il loro dolore. Non già perché con questo si possa cancellare la morte dei loro cari ma per far capire ai responsabili quanto grave è la conseguenza del loro operato.

Non hanno infatti dimostrato di essersi accorti che qualcosa non va nel loro sistema di cura.

Si è partiti con la strenua e cieca difesa di chi ha causato la morte di una giovane donna e il rimpallo delle responsabilità.

Possiamo anche immaginare qualche mancanza strutturale, chiediamo all’Assessorato e alla Direzione Generale, di verificare se ci sono state segnalazioni in questo senso e se la risposta sarà negativa di accordarsi nella richiesta di risarcimento con le famiglie. Il SS Regionale ha il diritto di avvalersi di professionisti seri capaci di organizzare strumenti e persone per raggiungere obiettivi di buona salute e di prevenzione primaria e secondaria.

Infine, nel lavoro di volontario, mi capita spesso di dover assistere persone di livello culturale alto e persone considerate da molti le ultime, lo scarto dell’umanità.

In questo mio ruolo, vi assicuro duro e difficile, mi capita spesso di essere frainteso e di evidenziare i fatti con molta durezza, credo di essere fortunato anche in questo: la difesa degli ultimi qualunque sia il costo,  con chi rimane e con chi è forte. Il dialogo, la pazienza e l’intelligenza, creano di sicuro le occasioni per i chiarimenti.

Cordiali saluti

Michele Calvisi

presidente ADMS

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