Presentato a Cantalupo lo studio di ricerca UNISCREEN

UNISCREEN è il nome dello studio coordinato dall’IRCCS Ospedale San Raffaele e sostenuto da Fondazione Italiana Diabete, che è stato presentato oggi a Cantalupo, frazione di Cerro Maggiore, in provincia di Milano, presso la sede della Protezione Civile, dal Sindaco di Cerro Nuccia Berra e da tutti gli attori coinvolti.

Lo studio UNISCREEN, unico ed innovativo, è uno screening di popolazione, condotto con il “pungidito” sul sangue capillare per identificare il rischio per le malattie autoimmuni, metaboliche e cardiovascolari più diffuse. Queste comprendono le principali malattie croniche dell’infanzia: diabete di tipo 1 e celiachia; e dell’età adulta: diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Lo studio pilota è realizzato a Cantalupo, che conta una popolazione di oltre 3 mila abitanti.

“Lo studio UNISCREEN – spiega il Prof. Emanuele Bosi dell’Ospedale San Raffaele, responsabile della ricerca – è un progetto di salute pubblica volto a predire e prevenire malattie per le quali una ritardata diagnosi è spesso sinonimo di complicanze acute o croniche o di una prognosi peggiore.”

Lo studio in corso a Cantalupo è un pilota di un più ampio screening di popolazione che Fondazione Italiana Diabete ha promosso presso il Parlamento. Il disegno di legge di “Screening Nazionale pediatrico per diabete di tipo 1 e celiachia” ha infatti iniziato il suo iter parlamentare e ha già visto lo stanziamento dei fondi necessari nella legge di bilancio approvata alla fine dello scorso anno.

“L’avvio del progetto UNISCREEN ci rende particolarmente felici perché rappresenta una serie di valori positivi: in primis la Ricerca, determinante per il progresso della vita, ma subito dopo la bellissima collaborazione tra enti diversi che hanno scelto di unire le rispettive forze e competenze per la realizzazione di un progetto comune. Infine, ma non ultimo, il valore rilevantissimo di questa esperienza quale “prova sul campo” per un progetto di screening a livello nazionale che, grazie all’opera di FID presso il Parlamento e alla sensibilità dimostrata dal Vicepresidente della Camera On. le Giorgio Mulè, sta diventando una Legge dello Stato” dice Nicola Zeni, Presidente di Fondazione Italiana Diabete.

Cruciali per la realizzazione dello studio UNISCREEN di Cantalupo sono le istituzioni locali, il sindaco, gli assessori, i medici e i pediatri del territorio, le istituzioni scolastiche e i tanti Enti del Terzo Settore che prestano la loro opera volontaria nei weekend in cui avvengono gli screening per lo studio. Primo fra tutti la Protezione Civile di Cerro Maggiore, San Vittore Olona e Rescaldina: “l’idea di collaborare con Fondazione Italiana Diabete per creare un progetto di salute per il nostro territorio risale al 2020, quando abbiamo prestato servizio assieme all’Hub Vaccinale di Cerro Maggiore istituito durante la pandemia…” dice Giuliano Borsatti, Presidente della Protezione Civile di Cerro che prosegue: “…dobbiamo ringraziare l’amministrazione che ha accolto questo studio scientifico dell’ospedale San Raffaele di Milano con grande disponibilità ed attenzione e i cittadini di Cantalupo che stanno partecipando con entusiasmo e dedizione per dare il loro contributo alla scienza e alla medicina”.

Collaborano al progetto anche il Rotary Club di Busto, Gallarate, Legnano “Castellanza” e la Croce Rossa Comitato di Legnano.

Conclude il sindaco di Cerro Maggiore, Nuccia Berra: “Siamo onorati che Cantalupo possa ospitare un simile progetto. Uno studio così importante da poter essere considerato vero e proprio progetto-pilota per una normativa ad hoc, da portare avanti trasversalmente, che possa iniziare ad istituire un percorso di screening obbligatorio per fare prevenzione. Nella mia vita professionale le tematiche del sociale e della salute hanno sempre avuto un posto di primo piano. Ringrazio l’IRCCS Ospedale San Raffaele, nella persona del Prof. Bosi, la Protezione Civile di Cerro Maggiore e la Fondazione Italiana Diabete per aver condiviso con noi questa sfida. Al momento la cittadinanza e soprattutto le scuole stanno rispondendo in maniera straordinaria. Questo ci permetterà di raggiungere l’obiettivo, ma cosa ancor più importante siamo sicuri che il Prof. Bosi, il suo Staff, la Fondazione Italiana Diabete e tutti i partner del progetto rimarranno al nostro fianco per creare un percorso virtuoso permanente nel supremo interesse della nostra comunità. Concludo sottolineando che 5 anni fa, all’inizio del mio mandato, mai avrei pensato di essere tra i protagonisti di progetti così importanti ed il merito di questi risultati è dell’impegno di tutto la mia squadra e di tutte le associazioni che ogni giorno collaborano con l’Amministrazione, in primis Protezione Civile. Ora testa bassa e raggiungiamo l’obiettivo di testare il campione rappresentativo grazie al quale il test scientifico possa essere validato, per garantire ai ricercatori risultati affidabili su cui studiare e soprattutto, se fosse possibile, trovare soluzioni alle problematiche studiate.

Cantalupo e tutta la nostra comunità ringraziano per l’opportunità!”

FONDAZIONE ITALIANA DIABETE ONLUS – FID
Da oltre dieci anni FID è l’unica Fondazione in Italia dedicata esclusivamente alla raccolta fondi per la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1, la forma autoimmune della malattia, che nella metà dei casi esordisce da bambini o adolescenti. La Fondazione è stata creata 12 anni fa dai genitori di un ragazzo che si è ammalato di diabete di tipo 1 a 18 mesi ed è gestita interamente da persone colpite dalla malattia. Fondazione Italiana Diabete raccoglie fondi in maniera autonoma e indipendente da aziende farmaceutiche, istituzioni e società scientifiche e li distribuisce, su base competitiva, ai migliori istituti di ricerca e università, impegnati nel trovare una cura definitiva a questa malattia autoimmune che sconvolge la vita dei malati e delle loro famiglie. www.fondazionediabete.org

COSA E’ IL DIABETE DI TIPO 1

Il diabete di tipo 1, spesso confuso con il più diffuso diabete di tipo 2, con il quale però non ha nulla a che fare, è infatti una malattia autoimmune, causata da un “corto circuito” del sistema immunitario che scatena contro le cellule pancreatiche che producono l’insulina (beta cellule) degli autoanticorpi che le distruggono. La scienza conosce questo processo, tipico di tutte le altre malattie autoimmuni come ad esempio la più nota Sclerosi Multipla, ma non sa ancora a quale causa si debba la sua origine. La malattia non è quindi oggi guaribile né prevenibile, anche se alcuni anticorpi monoclonali stanno dando i primi risultati nel rallentarne l’evoluzione in fase di esordio. L’unico modo per sopravvivere per le persone colpite è iniettare insulina molte volte al giorno, per tutta la vita. La terapia insulinica per un diabetico di tipo 1, il cui corpo non produce più insulina, è una delle terapie più complesse che esista in clinica, perché il fabbisogno è determinato da molti fattori diversi (non solo dal cibo ingerito ma anche, ad esempio, dal livello di attività fisica e dall’ansia anche solo per un compito in classe), le dosi nella quotidianità – dopo un iniziale set-up con il diabetologo – vengono decise autonomamente dai pazienti e l’ormone esogeno, se iniettato in eccesso o in difetto, può causare svariate complicanze acute o croniche, tra cui il coma (per ipoglicemia o all’opposto per chetoacidosi diabetica) e la morte. Secondo gli studi più aggiornati, un diabetico di tipo 1 ha una aspettativa di vita di circa dieci anni inferiore rispetto alla media. La vita con il diabete di tipo 1 è migliorata incredibilmente grazie alla ricerca su farmaci e tecnologie (nuove insuline, sensori, microinfusori, pancreas artificiale), ma la malattia rimane inguaribile, non prevenibile e di estrema complessità gestionale. L’esordio è spesso un trauma per famiglie e malati, nel 50% dei casi il diabete di tipo 1 infatti insorge nei bambini. In tutto i malati nel nostro paese sono circa 190 mila.

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Nicola Zeni – Presidente FID: nicola.zeni@fondazionediabete.org 335303359

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