Vaccini covid: domande e risposte su somministrazione a dializzati e trapiantati, i quesiti dei pazienti ad ANED, CNT e SIN

ANED chiede un piano vaccini per nefropatici a partire dagli stadi III, IV e V ND della malattia, cominciando immediatamente con le persone in dialisi, i malati cronici in attesa di trapianto e le persone trapiantate di tutti gli organi e tessuti.

Priorità e sicurezza! È quanto emerso dalla riunione del 14 gennaio 2021 dei Comitati regionali ANED dell’intera penisola, con la presenza del Direttore del Centro Nazionale Trapianti (CNT) Dott. Massimo Cardillo e del Prof. Piergiorgio Messa Presidente Nazionale della Società Italiana di Nefrologia (SIN).

Il Presidente ANED Giuseppe Vanacore ha riepilogato le iniziative intraprese nei confronti delle istituzioni a livello nazionale e regionale, direttamente dall’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto Onlus e in collaborazione con il CNT e la SIN, affinché i malati cronici dializzati e i trapiantati di tutti gli organi e tessuti siano avviati alla vaccinazione sulla base di uno specifico protocollo che garantisca il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia del vaccino anche nelle persone immunodepresse.

È intervenuto a seguire il Dott. Massimo Cardillo, per sottolineare che, sebbene la popolazione dei pazienti trapiantati non sia stata inclusa nei test autorizzativi del vaccino, non vi è ragione di ritenere che vi siano specifiche controindicazioni alla somministrazione del vaccino. Queste considerazioni nascono dall’esperienza fatta in passato con la somministrazione di altre tipologie di vaccini in questi pazienti.

Data la condizione di immunosoppressione farmacologica, è però possibile che la risposta al vaccino sia meno efficace rispetto a quella che si ottiene nei soggetti immunocompetenti, per cui è opportuno che la vaccinazione sia considerata prioritaria nei pazienti in attesa di trapianto. E’ molto importante che venga istituito un registro per il monitoraggio dei risultati della vaccinazione.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del Presidente della SIN, Prof. Messa. Si stanno infatti raccogliendo e aggiornando i dati della popolazione delle persone in dialisi, in lista di attesa del trapianto e trapiantate, da presentare all’Istituto Superiore di Sanità, al CTS e all’AIFA per accelerare l’annunciata prossima uscita delle linee guida per definire una strategia di vaccinazione di tutti i malati cronici, dei malati nefropatici e dei trapiantati.

Proprio per questo è emersa, da parte di numerosi interventi dei Segretari regionali e componenti dei Comitati regionali, la necessità di un apposito protocollo e di una specifica sorveglianza sanitaria nella somministrazione, nonché la costituzione di un registro nazionale capace di monitorare l’andamento della campagna di vaccinazione.
Inoltre, si consideri che la vaccinazione dei pazienti in dialisi consentirà una minore circolazione del virus nelle strutture dialitiche, durante il trasporto per recarsi alla dialisi e nell’ambito familiare, con un complessivo beneficio di questa popolazione ed una riduzione del rischio di contagi.

Nel quadro delle linee guida per la vaccinazione di dializzati e trapiantati non si devono dimenticare, ricorda ANED, i donatori viventi che hanno donato un rene o una parte del fegato a scopo di trapianto e i malati cronici nefropatici non in dialisi.

ANED non dubita che nei prossimi giorni quanto annunciato dalle istituzioni sanitarie nazionali si traduca in provvedimenti concreti e operativi. Il prezzo pagato in termini di vite umane, dopo che il virus è entrato nelle nefrologie e tra le persone trapiantate è altissimo – afferma il Presidente di ANED – sia in termini di contagiati sul numero complessivo dei malati in dialisi – perché sfiora il 30% – sia soprattutto in termini di vite umane, perché la mortalità tra i dializzati contagiati supera il 30% e tra i trapiantati in alcuni casi raggiunge il 50%. Per tali fondamentali motivi questi pazienti non devono essere lasciati indietro.

ANED ha concluso la propria riunione assumendo l’impegno di operare a tutti i livelli per chiedere l’accelerazione dei piani di vaccinazione già a partire da questa prima fase, dedicata per il momento soltanto al personale sanitario e agli ospiti delle RSA. Si tratta di mettere al sicuro dal contagio – questo il senso comune emerso dalla riunione – con priorità gli oltre 40mila dializzati, gli oltre 9mila pazienti in attesa di trapianto e gli oltre 30mila trapiantati che vivono in Italia.

LE PRINCIPALI DOMANDE E RISPOSTE EMERSE NEL CORSO DELL’INCONTRO

La doverosa premessa è che i soggetti trapiantati non sono stati specificatamente inseriti negli studi che hanno consentito l’autorizzazione dei vaccini.

Le risposte che seguono sono dettate da valutazione medico-scientifiche di tipo induttivo e non sono il risultato di evidenze a seguito di sperimentazioni.

Queste valutazioni suggeriscono tuttavia che i malati di rene e i soggetti trapiantati possono e devono vaccinarsi, in quanto il vantaggio garantito dalla protezione vaccinale appare superiore ai potenziali rischi legati alla vaccinazione stessa.

Ricordiamo che i dati disponibili dimostrano che il rischio di infezione da Sars-Cov-2 è maggiore e le conseguenze dell’infezione sono più gravi nei malati nefropatici e nei trapiantati rispetto alla popolazione generale. Peraltro, è opportuno che i pazienti nefropatici in attesa di trapianto di rene siano inseriti in un elevato livello di priorità nel piano vaccinale nazionale, in quanto l’efficacia della vaccinazione potrà essere migliore rispetto a quella ottenuta dopo il trapianto, a causa della immunosoppressione farmacologica praticata in questi pazienti.

Infine, fatte salve queste considerazioni di ordine generale, è bene ricordare che la vaccinazione è comunque un atto medico, e quindi il giudizio finale sul caso singolo deve essere sempre dato dal curante, che conosce la situazione clinica del paziente, e può fare nel migliore dei modi una valutazione di rischio-benefico.

Il Presidente, Giuseppe Vanacore

 

 

Le domande e le risposte sotto riportate sono emerse nel corso della riunione nazionale in teleconferenza dei Segretari dei Comitati regionali ANED alla presenza del Presidente della SIN e del Direttore del Centro Nazionale Trapianti.

1 – Domanda: Tutti i trapiantati possono essere sottoposti alla vaccinazione?

RispostaÈ consigliabile che la vaccinazione per le persone neo-trapiantate avvenga non prima di 3-6 mesi dopo il trapianto, quando è stabilizzata la terapia immunosoppressiva.

2 – Domanda: vi sono patologie in presenza delle quali è preferibile escludere la vaccinazione (malattia di Berger, sclerosi focale, lupus, ecc)

Risposta: È ragionevole e opportuno che il paziente nefropatico o trapiantato affetto da particolari patologie o pluripatologie, prima di sottoporsi alla vaccinazione, acquisisca il parere del proprio medico curante

3 – Domanda: Come saranno informati e reclutati per la vaccinazione i pazienti nefropatici e i trapiantati?

Risposta: La competenza della stesura del piano vaccinale nazionale è del Ministero della salute, mentre l’applicazione del piano è demandata alle Regioni. Questi saranno i canali per informare e predisporre la vaccinazione. La campagna vaccinale è già partita, e ci auguriamo che possa svolgersi in modo spedito ed organizzato; i soggetti che dovranno garantirla saranno molteplici. La Società Italiana di Nefrologia promuoverà la mobilitazione in questo senso di tutto il personale sanitario delle nefrologie, dei centri dialisi e degli ambulatori di follow up post trapianto. Il Centro Nazionale Trapianti è in collegamento con il Comitato Tecnico Scientifico per fornire i dati dei pazienti in lista e trapiantati, che faciliteranno la pianificazione.

4 – Domanda: La persona trapiantata o nefropatica in dialisi o anche negli altri stadi della malattia, in particolare III, IV, e VND, che ha contratto il virus, deve vaccinarsi?

Risposta: Non c’è certezza che chi ha contratto la malattia da Covid 19 sia esente da rischi di una nuova infezione. È opportuno senz’altro che si vaccini, sentito il parere del curante.

5 – Domanda: Per le persone nefropatiche, in particolare in dialisi, e per i trapiantati occorre un dosaggio specifico del vaccino?

RispostaNo! Non è previsto un dosaggio particolare, diverso da quello utilizzato nella popolazione generale, anche perché non sono stati fatti studi specifici su questo aspetto.

6 – Domanda: Quali sono i rischi che la vaccinazione anti-covid comporta?

RispostaNon vi sono rischi superiori a qualsiasi somministrazione di vaccino. Il rischio che il vaccino possa indurre una replicazione virale nel soggetto vaccinato è escluso nel caso dei vaccini tecnologia a RNA messaggero, come quelli prodotti da Pfizer-BioNTech e Moderna, in quanto il vaccino non introduce nelle cellule il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina spike del virus. L’RNA messaggero utilizzato non rimane nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione. Il vero rischio per i trapiantati è quello di una ridotta efficacia del vaccino, cioè di una risposta immunitaria più debole, legata all’immunosoppressione. Per questo motivo gli effetti della vaccinazione delle persone immunodepresse devono essere monitorati, ed i dati devono entrare a far parte di un registro nazionale.

7 – Domanda: La vaccinazione non è obbligatoria per il personale sanitario, cosa si può fare se ad esempio nelle dialisi vi fossero infermieri e medici che rifiutano la vaccinazione?

RispostaPur non essendo una procedura obbligatoria, la vaccinazione deve essere un imperativo per tutto il personale sanitario, come atto di responsabilità verso se stessi e verso i pazienti. Defezioni nelle dialisi non sono accettabili, perché il rischio di contagio e l’elevata mortalità tra i contagiati impongono la vaccinazione. Aned chiede fortemente che tutto il personale sanitario sia vaccinato.

8 – Domanda: Considerato che trapiantati e dializzati sono da annoverare tra le persone fragili, alla pari se non di più degli ultraottantenni, perché la campagna di vaccinazione non ha coinvolto da subito questa comunità di malati?

RispostaSia la Società Italiana di Nefrologia, sia il Centro Nazionale Trapianti sia ANED, ma anche tante altre associazioni di malati, hanno sottoposto all’attenzione del Ministro e delle altre istituzione sanitarie questo problema, e la risposta è arrivata. Ci auguriamo che si possa tradurre presto in azioni concrete.

 

da ANED