Una stella nascente nel firmamento dei farmaci

Un nuovo inibitore del Ddp-Iv, il saxagliptin, attualmente al vaglio delle autorità, consente un miglior controllo della glicemia. Da solo o in associazione agli altri anti-diabetici in pillola
N uovi arrivi all’orizzonte della famiglia degli inibitori del DDP-IV, i farmaci che allungano la vita delle incretine, gli ormoni intestinali che, stimolando il pancreas a produrre insulina, aiutano a mantenere la glicemia entro livelli normali. Si chiama saxagliptin ed è ancora ufficialmente un farmaco sperimentale (è stato sottoposto all’approvazione dell’Fda e dell’Emea all’inizio dell’estate), anche se è già stato utilizzato con successo sulle migliaia di persone che hanno partecipato agli studi registrativi, alcuni dei quali sono stati presentati all’ultimo congresso dell’EASD.

Uno studio ha valutato gli effetti del nuovo farmaco, associato alla metformina, su pazienti con diabete non più controllati da dieta ed esercizio fisico. Un secondo studio ne ha valutato gli effetti in associazione a una sulfanilurea (classici farmaci utilizzati nella terapia del diabete, che stimolano il pancreas a produrre insulina con un meccanismo diverso da quello degli inibi tori del DPP-IV). E, infine, un terzo studio ha valutato gli effetti del farmaco associato ai glitazoni (farmaci che aiutano l’organismo a rispondere meglio agli effetti dell’insulina).

In tutti i casi il saxagliptin ha mostrato benefici aggiuntivi rispetto alle terapie alle quali è stato associato, consentendo ai pazienti di raggiungere un miglior compenso della glicemia (sia di quella a digiuno sia dopo i pasti), senza il rischio di incorrere in episodi di ipoglicemia (un abbassamento eccessivo degli zuccheri nel sangue che, nei casi più estremi, può provocare danni gravi e irreversibili al cervello), o di aumentare di peso (alcune terapie usate nel diabete possono far guadagnare qualche chilo, un effetto che si ripercuote in modo negativo sullo stesso compenso della glicemia e in generale sulla salute del paziente). Il medicinale promette di essere dunque un’arma in più nelle mani del medico nella lotta contro il diabete, efficace da solo o in associazione a tutti gli altri farmaci in compresse, vecchi e nuovi, di norma utilizzati.

 

 

da SPECIALE DIABETE di La Stampa.it

29 settembre 2008