Trapianti: ricerca italiana scopre come prevedere il rigetto

Si puo’ prevedere il rigetto di un organo da trapiantare.

Un progetto e due brevetti, sviluppati nell’azienda ospedaliero universitaria di Careggi a Firenze, permettono di valutare prima del trapianto la possibilita’ di rigetto e, quindi, di valutare il paziente piu’ adatto a ricevere l’organo.

La ricerca si chiama ‘Tresor’ ed e’ stata effettuata da un gruppo di lavoro dell’ universita’ del capoluogo toscano e brevettata a livello internazionale.

Lo studio ha permesso di comprendere che l’analisi dei livelli di due chemochine nel sangue del potenziale ricevente permette di valutare la probabilita’ di rigetto dell’organo proveniente da donatore vivente o defunto.

Diretta dal professor Mario Serio e finanziato dalla Regione Toscana per oltre sette milioni e mezzo di euro in tre anni, la ricerca ha riguardato piu’ in generale gli ‘antagonisti di Ppary’, classe di farmaci antidiabetici orali che favoriscono l’azione dell’insulina circolante.
Questi farmaci hanno anche altri effetti: infiammatorio, immunosoppressivo, antitumorale e antisclerotico. ”Il progetto Tresor – ha spiegato Serio – e’ uno studio complesso che dirama in 4 studi diversi la ricerca su un particolare farmaco, il rosiglitazone.

Il lavoro congiunto di alcuni centri toscani collegati in rete a Careggi e all’Istituto Mario Negri ha permesso di creare un’omogenea raccolta dati e la loro analisi suddivise in due cartelle cliniche informatizzate e dedicate creando la prima banca italiana per gli studi di farmacogenetica nel diabete di tipo 2”.
I dati raccolti sono stati confermati in uno studio congiunto tra le universita’ di Firenze e Bari e degli ospedali Careggi e Le Scotte di Siena.

I maggiori successi della ricerca riguardano proprio il settore dei trapianti. ”L’ospedale di Careggi – ha commentato Enrico Rossi, assessore alla salute della Regione Toscana – e’ andato sulle cronache internazionali su un episodio infausto grave e doloroso (il caso dei trapianti infetti da Hiv effettuati proprio nell’ospedale fiorentino su tre pazienti nel febbraio scorso ndr). Oggi ci riscattiamo sullo stesso settore dei trapianti, sul quale puntiamo molto”.

 

ANSA