Sono un ragazzo fortunato, ma … mi piacerebbe fare l’Uomo Ragno

Stasera il bicchiere è mezzo pieno.
Spesso ho pensato di essere in credito con la Fortuna. 35 anni diabete.
Ma leggo post dei genitori che vegliano, comprensibilmente e giustamente, sulla glicemia notturna dei figli. Rilevo che, come dire, persone di avanguardia nella cura, che sanno e hanno di tutto di più, mettono la sveglia notturna per controllare e star tranquille.
Leggo con rabbia di uno che va in Ospedale e, in balia di una gestione a dir poco deficiente, perde il controllo della sua terapia e gli fanno troppa insulina e finisce in ipo. 
Spesso poi, ci sono i “nuovi” in balia del dubbio
“Oioi, oddio che faccio? Sto alta, ho già corretto… ricorreggo… e se poi vado in ipo…? E vorrei dirle stai calma… fai le tue cose … tranquilla.
Ma è così difficile mettersi nei panni degli altri. Sarebbe più facile e bello, sedersi, guardarsi, prendere un caffè… magari un po’ d’ansia passerebbe.
Insomma da vari elementi, sono portato a pensare che sono un ragazzo fortunato.
Sono stato fortunato ad ammalarmi da grande ed essere io il Capitano del mio vascello. Mie le scelte. Dominus incontrastato della mia gestione. E in questo non c’è mai stata enfasi volontaristica men che meno eroismo.
“Aiutati Marco, aiutati”. Un postulato. Un’esigenza di sopravvivenza. Una consapevolezza. 
Paradossalmente son stato fortunato, perchè forse anni di beata ignoranza e con il solo sussidio di qualche striscetta per la glicosuria con cui non mi son fatto molti danni, mi hanno permesso di farmi un po’ di scorza contro l’ansia.
Ma non generalizzo, sempre di esperienza personale si tratta.
Sono stato fortunato a risparmiare ai miei genitori un lavoro immane e frustrante, diabolicamente ingrato, considerata anche la totale assenza di aiuti tecnologici in cui si sarebbero trovati.
Sono stato fortunato perchè l’insulina ha , per lo più, fatto il lavoro suo. Le cause hanno collimato con gli effetti e le giornate ingestibili son state poche. O forse le ho rimosse. Certo ho pagato un prezzo enorme in termini di controllo . Tempo che avrei potuto rivolgere ad altro.
Son stato fortunato perché il mio rapporto con l’ipoglicemia è di attenzione, ma non di ansia. Ho avuto tre episodi seri che però non mi hanno lasciato choccato. Ma sempre più (e almeno per ora) è un evento raro nella mia gestione.
Insomma la temo, è ovvio, ma il mio stare sveglio la notte è dovuto alla maledetta insonnia. Ho una paurina latente del terremoto, di notte. Dell’ipoglicemia no. Certo l’andamento glicemico decente, mi aiuta.
Sono stato fortunato perché non ho … No, non lo dico per scaramanzia. E’ controllo certo, ma anche questione di geni, congiunzione astrale, fortuna.
Detto questo non sono per nulla compiaciuto. Sto accorto e in ascolto. So che domani la prospettiva può cambiare. 
Di supereroi non ne conosco. Quelli come noi, che raggiungono, nello sport o in altro, livelli ragguardevoli, si fanno un mazzo multiplo per quello che posso capire.
Stasera sono un ragazzo fortunato. Bevo il mio mezzo bicchiere.
Ma non so che sogno il diabete mi abbia regalato.
Mi piacerebbe, nottetempo, fare l’Uomo Ragno e lanciarmi da un grattacielo a un altro per poi atterrare in una qualche piazza normoglicemica. Ma chissà che nottata sarà…

 

 

 

 

 

di Marco Salvini