Ritirati 30mila kit per diabetici fatti in Corea

Trentamila kit per diabetici sono stati ritirati dal mercato per un problema di fabbricazione. Gli apparecchi per misurare la glicemia, prodotti in Corea del Sud dalla Infopia, potrebbero infatti non essere precisi e affidabili per un problema di collegamento alla batteria. A metterlo nero su bianco è la Svas Biosana, ditta di Somma Vesuviana che li distribuisce in Italia e che sta provvedendo al ritiro. Sono sette lotti contestati. «Dall’inizio di agosto – spiega il responsabile commerciale della Svas Biosana, Enrico Esposito – ne abbiamo ritirati circa 15mila. Entro il 15 ottobre pensiamo di riuscire a ritirarli tutti». L’azienda sta provvedendo alla sostituzione: «Questa settimana sono in arrivo altri 10mila pezzi».

SOSTITUITI – Perlopiù i dispositivi sono stati distribuiti in Liguria, «ma una piccola parte, circa 5mila kit, anche in Emilia Romagna e Sicilia», precisa Esposito. Solo alla Asl 3 genovese ne devono essere sostituiti circa 7mila. «Una volta preso atto della comunicazione della Svas Biosana – spiega il direttore sanitario della Asl 3 genovese, Ida Grossi – abbiamo provveduto a informare i pazienti e naturalmente dato la possibilità di cambiare l’apparecchiatura». Il ritiro è a buon punto e dovrebbe concludersi nelle prossime settimane. «C’è da dire – precisa il direttore sanitario – che non era arrivata alcuna segnalazione da parte dei pazienti per il cattivo funzionamento degli apparecchi. Segnalazioni sono arrivate invece da due diabetologi che hanno fatto controlli più rigorosi sui dispositivi».

TAGLI LINEARI – Per Assobiomedica, l’Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese produttrici di dispositivi medici, «episodi come questo sono destinati a breve a diventare la regola, non l’eccezione, grazie ai tagli lineari introdotti con la spending review e alle gare a ribasso volute con la centralizzazione e la massificazione degli acquisti. Acquistare con la logica del prezzo più basso non è mai un criterio di salvaguardia della sicurezza e della salute dei pazienti. Ed è successo infatti che i prodotti acquistati solo perché poco costosi sono stati ritirati con un costo che sarà doppio per le aziende sanitarie». «Questi sono i primi effetti tangibili – aggiunge Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica – dei tagli lineari adottati negli ultimi anni che non faranno che abbassare la qualità del servizio sanitario, costringendo i cittadini a essere curati con dispositivi mediocri, magari provenienti da Paesi extraeuropei favoriti dal basso costo del lavoro e dagli insufficienti controlli».

 

 

da Corriere della sera Salute