Rabbia e Paura

Leggo post sulla morte di Alessandro, un ragazzo diabetico di 31 anni. Proprio come me.
Leggo post sulla morte di Alessandro e l’unica cosa che provo, anche se non lo conoscevo personalmente ma solo grazie a #PortaleDiabete, è RABBIA.
Rabbia perché anche io ho 31 anni. Rabbia perché anche a me è venuto il diabete a 16 anni. Rabbia perché il mio ex medico di famiglia mi ha quasi uccisa pensando che io avessi “solo” solo problemi adolescenziali, con qualche “ragazzetto” che non mi considerava come volevo io, e mi dava le gocce per dormire la notte perché per i crampi alle gambe e il bisogno incessante di urinare non riuscivo più dormire. Rabbia perché ho dovuto minacciare quello stesso medico per farmi fare le analisi del sangue e quando gli ho riportato i risultati ha dovuto mia mamma fargli notare il valore della glicemia perché “tanto non c’era nulla”.
Rabbia perché invece di ricoverarmi mi ha fatto aspettare altri 5 giorni per fare ulteriori accertamenti perché “eravamo nella settimana di Pasqua”.

Rabbia per tutte le volte che mi dicono che se mi regolo con il mangiare poi sto bene. Rabbia perché oltre a tutto quello a cui devo pensare a capo di una giornata, per alcune persone mi devo ricordare anche di “chi sta peggio”. Rabbia per tutti quelli che illudono chi soffre per avere questa malattia facendo loro credere che basta un mix di spezie per sopperire al fabbisogno di insulina, intascando così milioni di euro sulla vita degli altri, senza parlare di quello che provo nei confronti di chi gli permette di fare tutto questo. Rabbia per tutta la burocrazia che dobbiamo seguire per poterci permettere una vita un pochino più tranquilla (se cosi si può definire).
E poi ho PAURA. Ho paura per quello che il diabete mi può ancora portare in peggio. Ho paura perché anche io non sento le ipoglicemie, nè di giorno nè di notte.
Ho paura perché dieci anni fa, anche io ho rischiato un coma ipoglicemico la notte, ho solo avuto la fortuna di svegliarmi in tempo per andare al barattolo del miele e mangiarmene 6 cucchiai prima di svenire, ma quella sensazione me la ricordo ancora bene. Ho paura della sofferenza che questa malattia può portare, a me e alle persone che mi amano.
Ho paura per come tutti ci ignorano perché “tanto c’è l’insulina”. Secondo molte persone, le persone diabetiche sono fortunate perché esistono sensori, microinfusore e insulina o pasticche. Ma solo noi possiamo sapere cosa c’è realmente dietro. Altri possono solo immaginare.
Qualcuno che si interessa veramente a noi, nella vita di tutti i giorni c’è per fortuna ma rimane sempre lo stesso problema.
UNA CURA DEFINITIVA NON ESISTE, E PER QUESTO UN RAGAZZO DI 31 ANNI È MORTO.

di Roberta Senesi