“Microinfusori poco utilizzati”

“A differenza del diabete di tipo 2, che spesso insorge dopo i 50 anni, anche a seguito di scorretti stili di vita”, spiega Nicoletta Sulli, Responsabile del servizio di Diabetologia Pediatrica Università La Sapienza di Roma, “il diabete di tipo 1 è una condizione cronica che si può manifestare fin dalla tenera età. Se ben riconosciuto e affrontato, può tuttavia essere gestito con successo, riducendo il pericolo delle complicazioni; questo anche grazie a recenti innovazioni medico-tecnologiche, come i microinfusori, veri e propri microcomputer che nelle versioni più recenti coniugano la possibilità di somministrare l’insulina e di realizzare allo stesso tempo un’efficace monitoraggio della glicemia.
Ma mentre dai primi anni ’90 ad oggi negli Usa c’è stata una diffusione enorme di questi strumenti, in Italia è meno del 5% dei diabetici in età pediatrica ad essere trattato con un microinfusore (contro il 10% ad esempio dei paesi scandinavi).
La microinfusione è un aiuto anche in epoca neonatale. Un bambino sotto l’anno di vita deve fare insulina 6 volte al giorno, ogni volta che viene allattato”.

 

da Supplemento Salute di Repubblica

4 ottobre 2007