Obesità, in Italia ogni anno ci costa €9 mld

Il peso dell’obesità non si misura solo sulla bilancia: obesità e sovrappeso sono infatti responsabili di una spesa annuale a carico del Sistema sanitario nazionale pari a circa 4,5 miliardi, a cui si aggiungono altri 4,5 miliardi di costi non sanitari, come ad esempio la perdita di produttività, l’assenteismo e la mortalità precoce. Ben un terzo della spesa per l’obesità a carico della sanità pubblica è imputabile a una malattia strettamente collegata: il diabete.

Un quadro che rischia di divenire insostenibile quello delineato all’Italian Barometer Diabetes Forum, in svolgimento a Roma, organizzato dall’Università di Roma Tor Vergata e da Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute e di numerose altre organizzazioni, grazie al contributo non condizionato di Novo Nordisk. 

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Giunto all’ottava edizione, il Forum di quest’anno pone l’accento sul doppio carico dell’obesità e del diabete, attraverso la presentazione de “Il burden of disease dell’obesità in Italia”, rapporto elaborato da un gruppo di esperti che raccoglie e sistemizza molti dati sull’obesità nel nostro Paese, e della 2015 Milan Declaration, documento siglato da tutte le associazioni scientifiche continentali e promosso dalla Società Italiana dell’Obesità (SIO) e dall’European Association for the Study of Obesity (EASO), allo scopo di sensibilizzare i governi e le autorità sovranazionali ad agire rapidamente per riconoscere e trattare l’obesità.

“Nel nostro paese il 10 per cento della popolazione è obeso e il 40 per cento in sovrappeso, ma le proiezioni dell’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, entro 15 anni, portano quasi al raddoppio della prevalenza di obesità che sommata al sovrappeso interesserà circa il 70% della popolazione” spiega Paolo Sbraccia, Presidente della Società italiana dell’obesità. “A livello mondiale, l’OMS stima che circa il 58% del diabete mellito, il 21% della malattie coronariche e quote comprese tra l’8 ed il 42% di certi tipi di cancro siano attribuibili all’obesità” prosegue. 

Gli fa eco Ranieri Guerra, Direttore generale prevenzione del Ministero della salute, che sostiene come sovrappeso e obesità rappresentino il quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale e i decessi attribuibili all’obesità siano almeno 2,8 milioni l’anno nel mondo. 

“Non sorprende, pertanto, che l’obesità abbia un drammatico impatto sulla qualità di vita dei pazienti e sia responsabile della perdita ogni anno di circa 94 milioni di anni di vita aggiustati per disabilità, con un incremento di più dell’80% negli ultimi 20 anni” sottolinea Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Cattolica di Roma e Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità. “Dati che purtroppo confermano il detto ‘La vita dell’uomo è inversamente proporzionale alla larghezza della cintura’ e che rivelano come questo sia ormai un problema di Sanità pubblica” conclude. 

Tutto questo, infatti, si traduce in un costo individuale, sociale, sanitario ed economico che presto rischia di divenire insostenibile. “In termini assoluti, un obeso severo o molto severo costa 450-550 euro in più all’anno rispetto a una persona normopeso” dice Antonio Nicolucci, Coordinatore del Data Analysis Board di IBDO Foundation. La maggior parte di questa spesa è da attribuire ai ricoveri in ospedale. In termini di costi, è tuttavia importante sottolineare come l’impatto maggiore sia determinato dai gradi meno severi di obesità e dal sovrappeso: una persona sovrappeso costa al sistema sanitario nazionale “solo” 37,4 euro all’anno in più rispetto a un normopeso, ma in Italia se ne contano ben 21 milioni, portando a un eccesso di spesa sanitaria per queste persone di oltre 780 milioni di euro annui.

Un importante contributo al costo dell’obesità è determinato dalla presenza di diabete. “Il sovrappeso e l’obesità rappresentano infatti la causa principale di diabete di tipo 2, a sua volta associato ad un più elevato rischio di malattie cardiovascolari. In particolare, al di sotto dei 55 anni l’obesità grave aumenta di 16 volte il rischio di avere il diabete. Sopra i 65 anni la prevalenza di diabete passa dal 12,5% fra i normopeso al 38,7% fra i grandi obesi” continua Nicolucci.

“Giunto all’ottava edizione, l’Italian Barometer Diabetes Forum vede la partecipazione e il confronto di oltre 200 protagonisti del mondo accademico, clinico e del sistema sanitario italiano e internazionale” dice Simona Frontoni, Presidente Comitato Scientifico Barometer Forum. “L’obiettivo principale è quello di identificare strategie per affrontare il diabete, che siano frutto della collaborazione tra addetti ai lavori e Istituzioni a livello sempre più globale, e non solo dal punto di vista clinico, ma soprattutto sociale, economico e politico” spiega.

“Per affrontare e vincere la sfida posta dal diabete alla società è necessario conoscerne a fondo tutti gli aspetti, valutarli misurandone ampiezza e portata, monitorarne il trend. L’IBDO Foundation, che promuove annualmente il Forum, è un think-tank permanente che si pone questi obiettivi. E il nostro Forum è uno degli strumenti per perseguirli, promuovendo una profonda riflessione sulla malattia e il suo impatto” ricorda Renato Lauro, Presidente IBDO Foundation.

L’Italian Barometer Diabetes Forum di quest’anno è stata anche l’occasione per ufficializzare la candidatura della città di Roma al Cities Changing Diabetes per il 2017. “Si tratta di un ambizioso programma volto a far fronte alla sfida che il diabete pone nei grandi centri abitati” dice Costas Piliounis, Corporate Vice President Europe & General Manager Italia e Grecia di Novo Nordisk. “I grandi centri urbani sono infatti i più colpiti dall’epidemia di diabete. Il progetto vuole coinvolgere attivamente le autorità nell’analisi delle ragioni alla base della crescita della malattia e nell’individuazione di specifici interventi volti a contrastarne l’avanzata. 

Partito da Città del Messico nella primavera del 2014, approdato in Europa, a Copenhagen, ha fatto tappa a Houston negli USA, a Shangai e Tianjin in Cina”. Cities Changing Diabetes è parte integrante di Changing Diabetes. “Un progetto su scala internazionale, sostenuto da Novo Nordisk, che risponde alle richieste di cambiamento espresse in tutto il mondo dalle persone con diabete: un cambiamento nel modo in cui il diabete viene trattato e curato e di come viene percepito dalle istituzioni e dall’opinione pubblica”, conclude Piliounis.

 

da PHARMASTAR