Niente panico, per favore

La notizia del secondo morto da H1N1 – un paziente diabetico – può colpire sul piano emotivo e alimentare qualche timore. Ma dal punto di vista epidemiologico, dei numeri, della massa significa poco o nulla, perché le vittime della normale influenza – nella storia recente – sono state ben più alte di quelle da pandemia, vera o presunta che fosse.

Certo, quando l’anno scorso, tra la primavera e l’estate, si iniziò a parlare dell’influenza A, e soprattutto in seguito agli avvertimenti dell’Organizzazione mondiale della Sanità, a parità di morti (due) i decessi italiani diventarono titoli a tutta pagina sui quotidiani e servizi di apertura dei telegiornali e sui siti internet. Ma come fu chiaro subito dopo, in quella fase ci furono scarsa razionalità, una sopravvalutazione degli avvenimenti, un allarmismo ingiustificato, uno zelo sanitario-farmaceutico ingiusticabile, un eccesso di precauzione, Che contagiarono – è il caso di dirlo – istituzioni sanitarie, ministri e amministratori della salute pubblica, medici, mass-media. In Italia come nel resto del Mondo.

Poi tutti capirono che l’influenza H1N1 non era tanto catastrofica come era stato detto e, lentamente, si tornò alla normalità.

La lezione dello scorso anno è tuttavia servita, e oggi nessuno vuole più provocare allarmismi. Tra l’altro è probabile che ci saranno nuovi decessi, in particolare tra le persone affette da altri mali. Nel qual caso, niente panico. Comunque.

Chi è preso dalla paura ha però un’arma a disposizione: il vaccino. Forse non scongiurerà del tutto il rischio di malattia, ma come una coperta di Linus darà sicuramente conforto e sicurezza.

 

di Guglielmo Pepe

da Noi&Voi
Repubblica.it