L’azione del sitagliptin nel diabete di tipo 2

Il farmaco a base di sitagliptin è arrivato in Italia a febbraio 2008 dopo che un corposo programma di sviluppo ne ha garantito l’approvazione da parte dell’FDA e dell’EMEA e la commercializzazione, già da oltre 1 anno, in gran parte dei Paesi del globo. Il farmaco appare efficace, sia in monoterapia che in associazione a metformina o a tiazolidinedioni, nell’assicurare un miglioramento del compenso glicemico in pazienti con diabete di tipo 2. Il miglioramento del compenso si riflette sia sulla glicemia a digiuno che sulla glicemia post-prandiale e si traduce in una diminuzione della Emoglobina Glicosilata di circa 1 punto percentuale.

Il miglioramento del compenso metabolico appare legato al miglioramento, dovuto al farmaco, della risposta insulinica alla iperglicemia. Alcuni dati suggeriscono (seppur non provano in maniera inoppugnabile) che il farmaco possa avere una azione di “protezione” della beta cellula pancreatica che potrebbe potenzialmente avere una grande importanza nella progressione della malattia diabetica. A fronte di solidi dati di efficacia, il farmaco presenta un buon profilo di sicurezza. Al momento, non sono stati segnalati effetti collaterali maggiori specificamente legati al farmaco. Inoltre il Sitagliptin non causa ipoglicemia e non provoca aumento ponderale.

“Per quello che riguarda l’ambito di applicazione commenta il Professor Agostino Consoli, Ordinario di Endocrinologia all’Università di Chieti l’efficacia e la sicurezza di Sitagliptin unite alla sua maneggevolezza in termini di via di somministrazione (orale) e di posologia (monosomministrazione giornaliera), lo rendono un farmaco potenzialmente utile per tutti i soggetti con diabete di tipo 2. Tuttavia, proprio perché non causa ipoglicemia, sarà sicuramente particolarmente utile come “add on therapy” per portare a controllo ottimale (HbA1c< 6,5%) quei pazienti che con i farmaci attuali non riescono a raggiungere valori di HbA1c inferiori a 7,5 – 8,0 %.

Attualmente Sitagliptin è indicato per i pazienti con diabete mellito non insulino-dipendente per migliorare il controllo glicemico in associazione a metformina, nei casi in cui dieta e esercizio fisico più metformina, non consentono di controllare adeguatamente la glicemia. Per i pazienti con diabete mellito di tipo 2 in cui è appropriata la somministrazione di un tiazolidinedione Sitagliptin è indicato in associazione laddove dieta e esercizio fisico non consentono un adeguato controllo della glicemia.

L’efficacia del sitagliptin è stata dimostrata in vari studi, in cui è stato osservato che il trattamento con 100 mg al dì riduce l’emoglobina glicata (indice di controllo glicemico) di circa 0,5-0,6% partendo da un valore basale di 8%; 0.8% con valori iniziali compresi tra 8 e 9%, 1,5% con un basale >= 9%.

In quasi 3500 pazienti affetti da diabete di tipo 2 con livelli glicemici non adeguatamente controllati il sitagliptin è stato confrontato al placebo (monoterapia in 1262 pazienti), sia in associazione a metformina (702 pazienti) o al pioglitazone (353 pazienti). In tutti gli studi il sitagliptin si è dimostrato più efficace del placebo sia in monoterapia, sia in associazione ad altri farmaci orali.

A fronte di un’efficacia paragonabile ai farmaci orali già impiegati nella terapia del diabete tipo 2 il profilo di tollerabilità del sitagliptin è buono. Ad esempio, l’ipoglicemia si è verificata in 1,2% dei soggetti trattati con sitagliptin ed in 0,9% di quelli trattati con placebo. Il profilo di tollerabilità del sitagliptin impiegato da solo è risultato simile a quello del placebo, senza che si osservino maggiori effetti collaterali ed in particolare le alterazioni gastro-intestinali sono paragonabili a quelle riscontrate nei soggetti trattati con placebo. Il sitagliptin non ha determinato aumento di peso.

L’impiego del sitagliptin nel diabete tipo 2, in associazione a metformina o glitazone, può costituire una valida strategia per raggiungere riduzioni significative della glicemia evitando l’ipoglicemia. La terapia con sitagliptin è semplice (un solo dosaggio, un’unica somministrazione giornaliera), si adatta alle esigenze metaboliche del diabetico (soprattutto iperglicemia postprandiale), senza peggiorare la qualità di vita. Per queste caratteristiche, prima fra tutte il buon profilo di sicurezza del farmaco, il sitagliptin si pone come farmaco di prima scelta nel paziente diabetico anziano.

 

da Salute Europa