La risposta alla metformina prevede il decorso del diabete

In uno studio finanziato dalla Merck & Company, la casa produttrice della metformina, pubblicato sulla rivista Diabetes Care di marzo, i ricercatori riferiscono che, fra i pazienti diabetici di tipo 2 che vengono trattati esclusivamente con la metformina, quelli che durante il primo anno di terapia riescono ad ottenere bassi livelli di emoglobina glicosilata potranno godere di un periodo più lungo di efficacia del farmaco.

Secondo il dr. Gregory A. Nichols e i suoi colleghi, essendo il diabete una malattia degenerativa, solitamente è necessario adattare la terapia farmacologica nel tempo.
Se l’efficacia dei farmaci è massima in ogni fase della malattia, il trattamento sarà più flessibile e la riduzione dei livelli glicemici persisterà nel lungo periodo.

Per identificare elementi atti a prevedere la risposta alla metformina, il gruppo del Dr. Nichols ha esaminato i dati di pazienti sottoposti a questa terapia fra il 1996 e il 2003 presso il Kaiser Permanente Northwest HMO, di Portland, Oregon, USA, identificando 1547 pazienti diabetici ai quali, come primo farmaco, era stata somministrata la metformina.

In base allo studio, il fattore più importante che farebbe presagire un successo a lungo termine è stato la riduzione dell’HbA1c, rilevata durante il primo anno di terapia.

Un altro fattore importante che ha consentito di prevedere la risposta alla metformina è stata la perdita di peso. Gli autori hanno riscontrato che i pazienti per i quali è stato necessario cambiare o aggiungere farmaci avevano perso in media 1,9 kg, rispetto a una perdita di peso media di 5,0 kg riscontrata in quei pazienti che hanno continuato ad assumere esclusivamente metformina.

Il Dr. Nichols e i suoi colleghi concludono: “I nostri risultati indicano che, se inizialmente si riesce ad ottenere un buon controllo glicemico con la monoterapia a base di metformina, sarà possibile mantenerlo per diversi anni”.

 

 

1 aprile 2006

(Reuters Health)

da Diabetes Care, marzo 2006