E l’INGAP?

D:

Spett. Prof Francesco Dotta vorrei chiederle se l’esame dei dati sulla sperimentazione dell’ingap sono stati soddisfacenti per i ricercatori, e quali saranno i prossimi passi in proposito…ed un’altra domanda il nostro sistema immunitario ha aggredito le nuove cellule che si sono rigenerate?spero di no visto che sono frutto del nostro patrimonio genetico…

 

La ringrazio molto
F

 

R:

Caro Sig. F.,

 

molte grazie per le domande:

–         Per quanto riguarda l’INGAP, proteina ormai conosciuta e studiata da oltre 10 anni, direi che i risultati sono ancora ad un livello molto preliminare in quanto gli unici dati pubblicati su riviste scientifiche (e come tali da poter essere presi in considerazione) riguardano essenzialmente modelli animali di diabete oppure linee cellulari coltivate in vitro. Studi clinici nell’uomo sono appena all’inizio e riguarderanno sia il diabete di tipo 1 che di tipo 2. Il razionale, in entrambi i casi, deriva dalla capacità di questa proteina di stimolare in vari modelli animali la rigenerazione di cellule beta. Tuttavia, potremo stabilite la reale efficacia di questo trattamento nel diabete solo quando saranno terminati studi clinici disegnati e condotti secondo regole universalmente accettate e su un sufficiente numero di pazienti. Questi studi procedono in almeno 3 fasi successive; le prime due mirate a stabilire innanzi tutto la sicurezza e la potenziale efficacia di un dato farmaco; la terza, la più importante dal punto di vista clinico, è la fase nella quale si stabilisce la reale efficacia del farmaco stesso. In questo ambito, l’INGAP, da quanto sono riuscito a sapere, è ancora nella Fase 2.

 

–         Circa la seconda domanda, temo che, nel diabete tipo 1 il sistema immunitario aggredisca anche le cellule beta “rigenerate”, visto che queste sono identiche a quelle già precedentemente distrutte. Infatti, come ho già riferito altre volte, ritengo che il potenziamento della rigenerazione insulare andrà accompagnato da terapie che vadano a regolare la funzione del sistema immunitario, rendendolo “innocuo” nei confronti delle beta-cellule. A tale riguardo va detto che tra tutti i lavori pubblicati sull’INGAP, non ce n’è neanche uno che dimostri l’efficacia di tale proteina su modelli animali di diabete tipo 1 (es.: il topo NOD), ossia di quei modelli nei quali le cellule beta vengono distrutte a causa di una reazione autoimmune.

 

Cordiali saluti

 

Francesco Dotta

 

Direttore U.O. di Diabetologia – Policlinico “Le Scotte”
Dip. di Medicina Interna, Scienze Endocrine e Metaboliche, Università di Siena