Dopo il campo: i commenti

Mi chiamo Riccardo ho quasi dodici anni, sono celiaco da cinque anni e diabetico di otto mesi e quest’ anno ho provato ad andare in colonia a Porto Ferro.
Quando sono arrivato il sig. Calvisi mi ha accolto insieme ad altre persone che dirigevano il campeggio, in seguito mi hanno accompagnato nella mia tenda con i miei compagni.
Dopo che ho sistemato le valige siamo andati a pranzo e la sera a farci il bagno al mare.
Nei giorni seguenti abbiamo fatto diverse attività (escursioni, torneo di calcetto, beach volley, ecc). La notte facevamo dei giochi in cui ci dividevamo in squadre e verso mezzanotte andavamo a coricarci, dormivamo in tende molto grandi dove ci stavano fino a dieci persone. A pochi giorni dalla fine del campeggio gli animatori, cioè le persone che ci seguivano, ci hanno proposto varie escursioni (gommone e immersione oppure in quad ecc).
L’ esperienza più bella è stata l’ escursione in gommone a Capo Caccia, dove ho fatto l’immersione con le bombole.
In questo campeggio mi sono divertito molto e consiglierei a tutti i ragazzi come me di provare a fare esperienze di questo genere. Dopo che sono diventato diabetico non immaginavo di andare in campeggio e persino di fare un’ immersione con le bombole. Ringrazio il sig. Calvisi e gli operatori del campeggio che spero di rivedere il prossimo anno.
Saluti Riccardo.

L’ entusiasmo delle assistenti

Ciao Michele
è un pò tardino (qui al Surf Camp è normale fare le ore piccole)… e tu probabilmente leggerai questa e_mail domani!
Ma volevo informarti subito e condividere con te le nostre gioie… uno dei ragazzi della tua associazione, Riccardo (celiaco oltre che diabetico) ha acquistato qui al campo l’escursione in gommone con quello che noi chiamiamo Battesimo del mare (la prima immersione con le bombole), come da programma l’ha fatta oggi insieme ad un gruppo di altri 6 ragazzi di Torino e il nostro istruttore al rientro ci ha comunicato che Riccardo è stato il più coraggioso e capace di tutti!!!
Volevo chiamarti subito ma era già tardi… così ho pensato di scriverti queste due righe… Spero di aver fatto la cosa giusta! Sai il nostro lavoro vive di queste piccole gioie… Grazie di tutto!
Claudia.

Commento di un diabetico adulto

Si, è una grande soddisfazione permettere ad un ragazzo di misurarsi con se stesso, e devi essere orgoglioso del risultato!! In un mondo in cui i ragazzi si istupidiscono abbandonati a se stessi, la malattia diventa un fatto doloroso ma reale, che da un senso alle piccole battaglie quotidiane. Bravo Riccardo!
Un abbraccio, R.

Caro Michele, mi sembra doveroso farLe sapere qualcosa sull’esperienza “campo estivo” di Marco!!.
Siamo stati tutti molto soddisfatti. Marco, dopo un inizio un pò impacciato, si è inserito bene nel gruppo e si è divertito tantissimo. Sempre sotto controllo da parte degli operatori e dell’infermiere Giuseppe che si assicurava che facessero controlli e insuline, ha” trasgredito” quelle che sono le regole familiari, i ritmi, gli orari, ma sempre con buon senso, e ciò lo ha reso probabilmente più sicuro di sè . Le animatrici sorridendo mi hanno detto che sono stati un pò birichini, ma gli hanno messi in riga con qualche piccola punizione, tipo ripulire la mensa!!. Sono rimasta perplessa sul fatto che gli abbiano portati ad Alghero lasciandoli liberi di girare la città da soli per una giornata intera, ma Marco mi ha raccontato che si sono preoccupati senza problemi del pranzo, della merenda e della cena: si sono ritrovati con le animatrici verso le 20.30 di sera ( dalle 9, 30 del mattino… ma sarà vero? forse gli hanno controllati di nascosto!!??) comunque sia è andato tutto bene e Marco mi ha già chiesto per il prossimo anno i rimandarlo ad un campo estivo.
Grazie. Cristina e Sandro

Caro Michele,
come promesso ti scrivo in questa e-mail quali, secondo me, sono stati gli aspetti positivi e quali gli aspetti negativi del Camposcuola a Portoferro.
Inizio dicendo che per me è stata una bellissima esperienza e non esiterei a ripeterla se me ne venisse offerta l’occasione.
Però, come per ogni cosa, è necessario valutarne i punti positivi e quelli invece negativi.
E’ ovvio che per noi diabetici e celiaci le cose erano più complicate; comunque ci siamo organizzati così da poterci “confondere” con gli altri ragazzi.
Le difficoltà più grosse si presentavano per i bambini e non tanto per i ragazzi della mia età, in quanto, abituati a poter contare su una guida sempre presente o comunque ad essere gestiti da una persona adulta, si ritrovavano a dover affrontare le difficoltà del loro problema da soli.
Questo succedeva a colazione e a pranzo. Per quanto riguardava invece la cena e la notte eravamo seguiti da un infermiere.
Passando poi al secondo punto: celiachia, bisogna dire che nessuno aveva la idee particolarmente chiare.
Ad esempio, la sera della grigliata, il pane per celiaci è stato scaldato a contatto con il pane di farina di grano e preso con la stessa pinza. Altre volte si sono dimenticati di cucinare la pasta (sai, con la scusa che i celiaci erano solo quattro!) e veniva quindi servito loro prima il secondo piatto. Ed infine, quando Miro ha fatto notare che nel suo piatto era stata aggiunta della pasta normale gli è stato risposto che per così poca non gli sarebbe successo nulla.
Comunque questi dieci giorni al Campo ci sono serviti senz’altro per confrontarci, socializzare e fare amicizia con ragazzi provenienti da diverse realtà ed il fatto di dover affrontare, da soli, piccoli problemi ci ha aiutati a responsabilizzarci.
Grazie a questo Camposcuola ho potuto capire al meglio ciò che tu mi dicevi due anni fa a proposito del microinfusore. Ho capito che grazie a questo apparecchio è possibile condurre una vita maggiormente indipendente e sono arrivata alla conclusione che desidero metterlo il prima possibile.
Questa mattina ho però incontrato un grosso ostacolo alla realizzazione del mio progetto: DOTTOR XXXX.
In meno di cinque secondi mi ha spiegato che ciò che desidero non è possibile in quanto i miei valori glicemici sono normali, così come anche il valore dell’emoglobina glicata (6.4). Ho tentato di spiegargli che ciò era dovuto alle correzioni apportate durante la giornata, ma il tutto è stato liquidato dicendomi che avevano 12 ragazzi con microinfusore, ai quali è stato levato perché inutile. In pratica mi ha detto che per poterlo mettere dovrei andare male. Quando poi i miei genitori hanno chiesto quale era il centro al quale ci saremmo potuti rivolgere, lui ha risposto che non avremmo trovato nessuno disposto a mettermi il microinfusore con tali valori.

Un grande abbraccio, Lina