Diabete, un aiuto da latte e formaggio Riducono del 60% il rischio di ammalarsi

Latte, yogurt e formaggio aiutano a prevenire il diabete di tipo 2. Secondo uno studio pubblicato su Annals of internal medicine, chi segue un’alimentazione a base di prodotti lattiero-caseari non solo ha livelli di colesterolo cattivo più bassi, ma ha il 60% delle possibilità in meno di andare incontro al diabete. Per raggiungere questi risultati, i ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston (Usa) hanno esaminato più di 3mila soggetti monitorati per un periodo lungo 20 anni. Secondo il gruppo guidato da Gökhan S. Hotamisligil, le proprietà benefiche dei prodotti lattiero-caseari sono collegate all’acido trans-palmitoleico, una sostanza non prodotta dall’organismo umano e presente solo nel latte.

Il campione preso in esame era costituito da 3.736 pazienti del National heart, lung, and blood institute (Istituto nazionale americano per cuore, polmoni e sangue), tutti avevano partecipato a un altro studio durato 20 anni e condotto per valutare i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari negli anziani. Quindi ai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston (Usa) è bastato esaminare i campioni di sangue conservati nel 1992, controllarne livelli di glucosio, di insulina e di acidi grassi (incluso l’acido trans-palmitoleico) e verificarne nuovamente i livelli con un nuovo test del sangue allo scopo di monitorare lo sviluppo del diabete di tipo 2. Dai risultati è emerso che gli individui con alti livelli di acido trans-palmitoleico avevano un rischio molto più basso di sviluppare il diabete, in particolare un rischio inferiore di circa il 60% rispetto a coloro che consumavano pochi o nessun prodotto caseario.

“Anche se è una ricerca osservazionale  –  dice Hotamisligil  –  rileva per la prima volta la relazione fra l’acido trans-palmitoleico e il rischio di diabete e dimostra che c’è una differenza, quasi tripla, di minor rischio di ammalarsi fra gli individui che presentano alti livelli di questo acido grasso nel sangue”.  Eppure i dietisti invitano tutti a contenere il consumo di latte e derivati perché numerosi studi li hanno collegati all’aumento del rischio di malattie cardiache. “Il problema  –  dice il coordinatore dello studio  –  è che l’acido palmitoleico è presente quasi esclusivamente nei prodotti lattiero-caseari. Questi però spesso sono lavorati industrialmente e vi si trovano i grassi saturi degli oli vegetali parzialmente idrogenati, che sono stati collegati a un più alto rischio di malattie cardiache”.

Inoltre, si legge ancora nello studio, con le moderne diete, la sintesi degli acidi cis-palmitoleici è accompagnata da un’alta presenza di carboidrati e calorie, che possono limitare la loro normale funzione protettiva. “Si tratta di un effetto protettivo estremamente forte, maggiore rispetto ad altri fattori conosciuti e utilizzati contro il diabete. Il passo successivo  –  dice Hotamisligil  –  sarà quello di indagare la possibilità di un suo utilizzo terapeutico nelle persone”.

di ADELE SARNO

 

da Repubblica.it Salute