Diabete tipo 2: documentato il rischio-cuore sin da bambini

Ipertensione, obesità, circonferenza vita XL, trigliceridi, colesterolo “buono” ridotto, spesso associati tra di loro, sono i fattori di rischio cardiovascolare che già affliggono bambini e giovani con diabete tipo 2. Sono questi gli allarmanti risultati da uno studio presentato al 44° Congresso della European Association for the Study of Diabetes (EASD) dall’equipe di Dana Dabelea del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’Università del Colorado di Denver, coadiuvata da epidemiologi e pediatri delle Università della North Carolina, della Wake Forest di Winston-Salem, della University of Washington di Seattle, della Arnold School of Public Health della South Carolina.

“La relazione tra diabete tipo 2 e aumento del rischio cardiovascolare negli adulti è ben documentata. Ciò non è altrettanto vero per quanto concerne giovani e giovanissimi. Il nostro studio si è proposto di indagare questa relazione – ha spiegato la dottoressa Dabelea.

Insieme a colleghi epidemiologi e pediatri la ricercatrice ha esaminato un gruppo di bambini e giovani tra i 10 e i 22 anni, confrontando il profilo di rischio cardiovascolare di 215 sani con quello di 116 colpiti da diabete di tipo 2.

In tutti i parametri esaminati il gruppo di ragazzi con diabete mostrava valori superiori alla norma rapportata all’età in misura significativamente maggiore rispetto al gruppo di controllo: il 27% era iperteso (sani=5%), l’86% obeso (sani=26%), l’82% con circonferenza vita in eccesso (sani=22%), bassi livelli di colesterolo “buono” (HDL) nel 25% dei diabetici (sani=5%), trigliceridi elevati nel 27% (sani=6%), rapporto albuminuria/creatinina elevato nel 17% (sani=7%). Solo nei valori di colesterolo “cattivo” (LDL) non si riscontrava una grande differenza: 14% a 10%.

“Anche la distribuzione del numero di fattori di rischio associati tra loro era chiaramente e significativamente a sfavore dei giovani diabetici – ha spiegato ancora Dabelea – con un profilo di rischio cardiovascolare marcatamente peggiore rispetto ai coetanei”.

 

da Salute Europa

9 settembre 2008