Diabete nei bambini. Aumentato di 10 volte negli ultimi 30 anni. Picco in Sardegna

Confortanti notizie al Congresso Mondiale di Endocrinologia Pediatrica che si è svolto a Milano a settembre: il sistema di infusione ad ansa chiusa con rilevatore wireless di glicemia noto con il termine di ‘pancreas artificiale’ ha mostrato la sua efficacia e sicurezza anche nella popolazione pediatrica così come riportato da uno studio di Moshe Phillip pubblicato sul New England Journal of Medicine e discusso al meeting. Lo studio collegato al Progetto Dream (Diabetes Wireless Artificial Pancreas Consortium) ha evidenziato un risultato estremamente promettente, specialmente perché la notte è il momento di maggior rischio per le crisi ipoglicemiche che possono verificarsi e non vengono identificate. Questo nuovo approccio permette di controllare gli episodi di ipoglicemia notturna e permetterà in futuro, grazie all’utilizzo h24 liberare i bambini diabetici dalla terapia con iniezioni.

“Il 75% dei casi di convulsioni notturne sono legate al calo di zuccheri durante la notte a questa causa è attribuito il 6% dei decessi tra i diabetici al di sotto dei 40 anni. Lo studio ha preso in considerazione 56 bambini e ragazzi con una storia di malattia di almeno 1 anno, in diversi campi per diabetici allo scopo di verificare anche la possibilità di utilizzare un dispositivo tecnologicamente raffinato anche in contesto extraospedaliero e di ‘real-life’ – ha spiegato Francesco Chiarelli, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Chieti e Presidente della Società Europea di Endocrinologia Pediatrica – in Italia la diffusione del sistema di infusione ad ansa chiusa potrebbe rappresentare per i 12mila piccoli pazienti affetti di diabete di tipo 1 la svolta terapeutica e un netto miglioramento nella qualità di vita e il 90% dei genitori intervistati nell’ambito della ricerca ha dichiarato che si sentirebbe più sicuro applicando questo sistema durante la notte”.

“In Italia l’epidemiologia del diabete di tipo 1 presenta un quadro che vede il trend in netta crescita: i casi infatti sono aumentati di dieci volte negli ultimi 30 anni rispetto alle tre volte dei casi negli adulti – ha spiegato Chiarelli – Peculiare anche la distribuzione regionale, con il picco in Sardegna (35-40 casi ogni 100mila bambini per anno), a cui seguono Liguria e Lombardia (con 10-15 casi ogni 100mila bambini per anno) mentre le altre Regioni tra cui Campania, Abruzzo e Molise si assestano su una media di 6 casi ogni 100mila bambini per anno. In Europa invece il primato negativo è della Finlandia con una media di 60-80 casi ogni 100mila bambini per anno”.
Una patologia complessa che solo se ben controllata permette una vita normale. “E’ necessario un alto livello di collaborazione da parte della famiglia e del bambino dato che il ‘gold standard’ di terapia prevede comunque misurazioni costanti e 4 infusioni di insulina al giorno. C’è da dire – ha proseguito l’esperto – che in Italia il Ssn garantisce una assistenza di buon livello e che una una indagine europea pubblicata su Diabetes Care ci ha messi davanti alla Gran Bretagna per qualità delle cure”.

L’obiettivo in termini di ricerca è però quello di affrancare i bambini dal disagio delle infusioni quotidiane. Siamo sulla buona strada: esistono già pompe da infusione che possono essere impostate per un rilascio programmato di insulina. Il dispositivo viene applicato all’altezza dell’addome con un accesso sottocutaneo. Ma negli ultimi anni il sistema si è evoluto affiancando all’infusore un sensore capace di rilevare il livello di glucosio nel sangue in maniera automatica, comunicarlo wireless alla pompa ad ansa chiusa che a quel punto rilascia o blocca l’insulina a seconda delle reali necessità dell’organismo. Come dimostrato dallo studio di Phillip, questo sistema che funziona alla stregua di un ‘pancreas artificiale’ è particolarmente prezioso durante la notte quando un eventuale evento di ipoglicemia non è riconosciuto e, nei bambini sino a 3-4 anni può provocare anche danni in quanto il cervello non può rimanere per troppo tempo senza zuccheri, i suoi nutrienti fondamentali. Il Progetto Dream quindi si è posto l’obiettivo di verificare l’efficacia e la sicurezza del dispositivo in un campione (n.56: 31 maschi e 25 femmine) di ragazzi tra i 10 e i 18 anni reclutati nei campi diabete di 3 paesi: Israele, Germania e Slovenia.
Ecco i risultati: Il sistema ad ansa chiusa che associa una pompa ad infusione ad un sensore per la rilevazione del glucosio opera grazie ad un algoritmo computerizzato che in caso di necessità ordina all’infusore il rilascio della giusta quantità di insulina necessaria in quel momento.
Allo stesso gruppo in modo randomizzato un giorno è stata somministrata la terapia con microinfusore tradizionale e un altro giorno quella con ‘pancreas artificiale’. La notte in cui era usato il PA si è verificato un significativo decremento degli episodi di ipoglicemia (livelli inferiori a 63 mg per dl e il periodo in cui il livello di glicemia raggiungeva valori inferiori a 60 mg/dl (con P=0.003 a favore del dispositivo con sensore di rilevazione rispetto a P=0.02).
“L’analisi del secondo end point ha mostrato un miglioramento significativo nel controllo della glicemia e le dosi totali di insulina durante la notte sono state maggiori per rispondere all’iperglicemia – ha concluso l’endocrinologo pediatra – Il pancreas artificiale non ha permesso che la glicemia salisse oltre 180 mg/dl contro i 28 minuti in cui si è verificata nel gruppo di controllo. Allo stesso modo la notte in cui era attivo il PA la glicemia è stata alta solo per 146 minuti nel gruppo con sensore contro i 233 minuti nel gruppo di controllo”.

 

 

da quotidianosanità.it