Diabete fuori controllo

Senza Controllo: così il diabete in Europa secondo una nuova indagine sui pazienti. Preoccupanti i dati relativi alla gestione della patologia da parte delle persone affette da diabete di tipo II non adeguatamente controllate con antidiabetici orali, raccolti nei principali paesi europei dalla Federazione Internazionale del Diabete (IDF). Sottovalutata la patologia nel 75% dei casi, l’80% dei pazienti non riesce a controllarsi anche se vorrebbe. Timore diffuso per il passaggio all’insulina e per l’aumento ponderale. È allarme complicanze.

In crescita, sottovalutato e poco controllato. Questa la fotografia del diabete ottenuta dall’ IDF (l’International Diabetes Federation) dopo cinque mesi di analisi e studio di oltre 750 pazienti dei principali Paesi europei con diabete di tipo II non adeguatamente controllati con antidiabetici orali. “Le conseguenze di un diabete non controllato sono devastanti per i pazienti: tra queste, problemi agli occhi e cecità, insufficienza renale, problemi nervosi, infarto e morte prematura. Fino ad oggi, la risposta medica si è focalizzata sul raggiungimento di un controllo ottimale della glicemia nel corso della vita. Tuttavia, come dimostra la relazione, questo non sta funzionando. Sono urgentemente necessari in tutta Europa approcci nuovi e flessibili”, ha commentato il dott. Tony O’Sullivan, Presidente di IDF Europe.

“I problemi sottolineati dalla Federazione Internazionale del Diabete sono reali – spiega il dott. Stefano Genovese , responsabile di Diabetologia presso Humanitas –. Nei confronti della terapia e in particolare dell’insulina alcuni medici possono avere una sorta di ‘inerzia’. Si ha come timore cioè ad aumentare le dosi e ad adeguare la cura nel momento in cui la patologia progredisce. Questi interventi invece devono essere tempestivi, compatibilmente col quadro clinico del singolo paziente e all’interno di una terapia polifarmacologica, in quanto hanno rivelato la loro efficacia. L’insulina non deve essere considerata l’ultima spiaggia, ma un alleato valido che a volte, come è stato scritto nel Consensus Statement delle Società di Diabetologia europea e americana (EASD e ADA), può aiutare anche in fase precoce.
Un altro rischio è quello che il paziente sottovaluti la propria malattia. Il diabete non dà sintomi all’inizio e a volte chi ne soffre si rivolge allo specialista in fase già avanzata, quando presenta complicanze gravi come danni vascolari, problemi alla vista o al cuore. Per evitare questi ritardi il medico deve sempre spiegare al paziente che deve tenere sotto controllo più fattori: il peso, la pressione, il colesterolo e, ovviamente, il livello di emoglobina glicata (HbA1c), che deve mantenersi sotto il 7 per cento”.

L’indagine Choose Control
L’indagine denominata Choose Control (ovvero scegli il controllo) è stata condotta su soggetti affetti da diabete di tipo II, di cui era noto lo scarso controllo della malattia (rispetto a quanto previsto dalle relative linee guida nazionali sull’HbA1c) e che non sono stati in grado di gestirlo nonostante l’assunzione di farmaci orali antidiabetici. L’indagine è stata commissionata da Lilly (azienda leader nella produzione di insulina) e coordinata da un’organizzazione di ricerca indipendente, GfK Healthcare. L’indagine ha interessato la ricerca quantitativa e interviste qualitative di 787 soggetti in 5 paesi (Francia, Germania, Italia, Spagna, UK). Osservandola dalla prospettiva dei pazienti, l’indagine analizza l’impatto della patologia sulla loro vita e fornisce informazioni più dettagliate sul motivo per cui le persone affette da diabete di tipo 2 non controllano o non riescono a tenere sotto controllo la malattia.

Il controllo che le persone con diabete ottengono con gli antidiabetici orali è inadeguato e vivono con un falso senso di sicurezza circa la gravità della malattia. L’indagine ha rivelato che oltre tre quarti dei pazienti di tutta Europa ritengono erroneamente che la propria condizione, in realtà scarsamente controllata, sia ben gestita, e quasi la metà crede di avere una forma “lieve” di diabete. La relazione Choose Control rivela una serie di gravi incongruenze tra il modo in cui i pazienti percepiscono la gravità della loro malattia e la situazione reale.

Per la prima volta, si sono cercate delle risposte per spiegare il motivo per cui coloro che vivono nella “zona d’ombra” del trattamento diabetico non riescono ad ottenere il controllo della malattia. Centrali, tra le conclusioni della relazione, alcuni risultati da cui emerge l’entità del problema:

– quasi la metà dei diabetici intervistati ritiene di avere una forma “lieve” di diabete, nonostante la durata e la gravità della malattia;
– tre su 4 ritengono di avere un buon controllo del diabete, nonostante il loro medico ne abbia riconosciuto uno scarso controllo;
– gran parte dei pazienti non comprende pienamente i target di HbA1c e la sua importanza, nonostante rappresenti una priorità riconosciuta a livello istituzionale;
– l’80% degli intervistati vorrebbe avere il diabete sotto controllo, ma non riesce, e segnala il controllo del peso come principale difficoltà;
– molti pazienti temono l’insulina – considerandola l’ “ultima spiaggia” nonostante i comprovati benefici sulla salute che potrebbero trarne.

L’educazione del paziente, l’informazione e la sensibilizzazione devono procedere di pari passo con le strategie per gli operatori sanitari. Le raccomandazioni di IDF Europe includono:

– sensibilizzare in materia di HbA1c, in modo da fornire loro gli strumenti per agire adeguatamente qualora il diabete risulti incontrollato;
– educare i diabetici di tipo II in materia di insulina: discutere dei loro timori e non utilizzarla come minaccia nelle prime fasi della malattia. Fornire loro migliori strategie di gestione della patologia che possano aiutarli ad ottenere un controllo efficace.

 

da Humanitas Salute.it

21 luglio 2007