Diabete e cardiopatie: due facce della stessa medaglia

Vi e’ stato appena diagnosticato il diabete o una forma minore di intolleranza al glucosio? Controllate anche pressione arteriosa, colesterolo, fate un elettrocardiogramma e tutti gli altri esami sulle malattie cardiovascolari.

Al contrario, avete avuto i sintomi di una cardiopatia ischemica? Controllate anche la glicemia.

Diabete e malattie cardiovascolari appaiono ormai come le due facce di una stessa medaglia. Ne sono convinti i diabetologi riuniti al Congresso della Societa’ Europea per lo Studio del Diabete (EASD), i quail per la prima volta hanno stilato delle ‘line guida’ per la diagnosi e il trattamento della malattia, con la collaborazione dei colleghi della Societa’ Europea di Cardiologia (ESC).

”Che esista un legame fra le due malattie – afferma il diabetologo italiano Ermanno Ferrannini, presidente dell’ EASD – non possono esserci piu’ dubbi: basti pensare che 2/3 dei diabetici (sia di tipo 1 che 2) muoiono di un evento cardiovascolare; cosi’ come 2/3 di coloro che hanno una malattia cardiovascolare, sia acuta che cronica, se fanno un test, dimostrano di avere anche il diabete o una forma minore di intolleranza al glucosio”.

Per stilare le prime line guida comuni, sono stati individuati nei mesi scorsi 14 esperti delle due specialita’ i quali, ognuno nel suo Paese, hanno prodotto delle relazioni approfondite. Queste relazioni sono state poi riviste, approfondite e armonizzate da 18 altri esperti delle due Societa¿ scientifiche (l’ESC e l’EASD), che hanno stilato le line guida. Ne e’ uscito un documento comprendente ben 72 suggerimenti da indirizzare a medici diabetologi e cardiologi, che sara’ pubblicato da entrambi gli organi informativi delle due societa’ europee.

E’ un cambiamento epocale nell’approccio ufficiale verso questa malattia.
Fra i messaggi chiave, quello che ”la prognosi certamente migliorera’ con questa maggiore consapevolezza, ma resta ancora sfavorevole”, anche se ”la prevenzione di entrambi i tipi di diabete e’ possibile”.

Ma ”il successo terapeutico dipende dalla maggiore collaborazione fra i due versanti, diabetologico e cardiologico”.
Il trattamento della malattia deve, pero’, ”tenere sempre piu’ conto di rischi multifattoriali e deve essere mirato al controllo della malattia cardiovascolare”. Infine, le raccomandazioni sul mantenimento di uno stile di vita adeguato (dieta e attivita’ fisica) ”sono gia’ una terapia molto importante e devono essere intensificate”.
”Si e’ anche documentato – aggiunge Ferrannini – che il rischio di contrarre malattie cardiovascolari si manifesta anche con quello che oggi viene definito ‘pre – diabete ‘, cioe’ con una situazione in cui si hanno livelli di intolleranza al glucosio di tipo minore. In questi casi, il rischio di malattie cardiovascolari aumenta”.

Cosa cambia nella diagnosi e nella gestione della malattia, in pratica?
”Ci si avvia – risponde Ferrannini – a una prognosi sulla base del ‘rischio associato’. Il consiglio a medici e pazienti e’ di eseguire esami clinici congiunti, cardiologico e diabetologico insieme”.

 

 

Francesco Brancati

(ANSA)

19 settembre 2006