Diabete 2: in Italia 3 milioni non sanno di averlo

 “Sono circa 3 milioni i soggetti in Italia che sanno di essere affetti dal diabete tipo 2”. Lo ha detto il professor Ele Ferrannini, ordinario di medicina interna dell’universita’ di Pisa e Past President del Annual meeting della European Association for the study of diabetes (Easd) in corso a Vienna, nell’ambito del Diabetes masterclass “Type 2 diabetes: when science chellenges tradition” organizzato dal gruppo farmaceutico Boehringer Ingelheim. “Sono 3 miloni – ha spiegato – quelli che sanno di averlo ma si suppone che sulla base di uno screening generale il rapporto sarebbe di 1 a 1 cioe’ 1 che lo sa e 1 che non sa di essere affetto dal diabete tipo 2. Non c’e’ una tipizzazione geografica in Italia: si presume ci sia un maggior numero di casi al sud, ma non si puo’ generalizzare. Anche nel nostro paese i fattori di rischio sono un buon indicatore della patologia e soprattutto l’obesita’ unta alla presenza in famiglia di persone gia’ affette dal diabete tipo 2, casi di ovaio policistico o diabete gestazionale. Ma nel frattempo la ricerca deve concentrarsi anche in termini di prevenzione delle complicanze di chi e’ gia’ colpito dalla malattia”. “E’ importante – ha detto il professor Anthony Barnett, professore di medicina e direttore clinico della divisione di diabetologia e endocrinologia di Heart of England NHS foundation trust di Birmingham – che la ricerca si concentri sui trattamenti efficaci che evitino gli effetti e ritardino la progressione della malattia. A questo proposito le equipe di ricerca del principale centro di Ricerca e Sviluppo di Boehringer Ingelheim e il centro di eccellenza nel campo delle malattie metaboliche di Biberach in Germania, stanno lavorando per scoprire e sviluppare nuovi ipoglicemizzanti orali basati su meccanismi come l’inibizione della dipeptidil peptidasi 4 (DPP-4), l’inibizione del cootrasportatore tipo 2 sodio glucosio (SGLT-2). Boehringer ha annunciato la conclusione del programma di studi di fase III del nuovo inibitore della DPP-4. I risultati hanno confermato il profilo favorevole in termini di efficacia su linagliptin che appartiene appunto alla classe degli inibitori della BPP-4 ed e’ un composto sviluppato in una compressa per via orale da somministrare una volta al giorno nei pazienti con diabete di tipo 2. I risultati completi sulla ricerca per questo nuovo farmaco verranno presentati in occasione di congressi scientifici internazionali a partire dal 2010. Secondo le intenzioni di Boehringer, il prodotto, in Italia, potrebbe essere lanciato nel 2012.

AGI