Diabete: nel mondo 250 milioni di malati

 Sono circa 250 milioni nel mondo le persone colpite dal diabete e quello di tipo 2 e’ la forma piu’ diffusa e responsabile fino al 95% dei casi sviluppati. Ogni anno nel mondo muoiono oltre 3,8 milioni gli individui a causa di questa patologia e delle sue complicanze. I dati sono stati diffusi dalla Boehringer Ingelheim in occasione del 45mo annual meeting della European Association for the study of diabetes (Easd), nell’ambito del diabetes masterclass: “Type 2 diabetes: when science challenges tradition” che si e’ svolto a Vienna e al quale hanno partecipato un panel di esperti internazionali guidati dal professor Ele Ferrannini, ordinario dimedicina interna dell’universita’ di Pisa e Past President dell’Easd. Secondo l’international diabetes federation, il numero dei diabetici in tutto il mondo salira’ a 380 milioni entro il 2025. Il diabete di tipo 2 e’ in aumento continuo e i pazienti subiscono le complicanze legate alla malattia: circa il 50% delle persone affette muore a causa delle patologie cardiovascolari e piu’ del 10% per insufficienza renale. Secondo il professor Anthony Barnett, ordinario di medicina della Clinical director dept of diabetes and endocrinology di Birmingham, “ogni dieci secondi muore una persona nel mondo per cause legate al diabete. Diventa fondamentale che la ricerca si concentri sui trattamenti efficaci che evitino le complicanze tipiche della patologia e ritardino la progressione della malattia”. “Il diabete di tipo 2 – ha detto il professor Ferrannini – interessa le popolazioni che vivono nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo. L’aspetto preoccupante e’ che la malattia in crescita ovunque va diffondendosi sempre di piu’ proprio nei paesi in via di sviluppo e quindi in aree geografiche che hanno meno accesso alla terapia o al cambiamento degli stili di vita necessari alla prevenzione come la modifica delle abitudini alimentari. La preoccupazione e’ proprio per una futura esplosione a carattere quasi epidemico nei paesi in via di sviluppo e per le sue ripercussioni in termini di costi sui sistemi sanitari”. L’obesita’, ha spiegato l’esperto, rappresenta il maggior fattore di rischio: l’esplosione prevista per la malattia diabetica e’ uno step a valle di quella dell’obesita’. “Nei paesi in via sviluppo – ha spiegato Ferrannini – si mangia male e cioe’, o si assume troppo cibo o si e’ malnutriti. Il diabete di tipo 2 una volta era definito proprio come proprio dell’adulto. Oggi invece – ha aggiunto il medico – che visto che la fascia di eta’ colpita dalla patologia non e’ piu’ quella dai 40 anni in su, perche’ le abitudini di vita volte alla sedenterieta’ e l’obesita’ interessano anche persone di trent’anni scendendo fino ai giovanissimi. In Europa si prevede quello che gia’ sta accadendo negli Usa: la comparsa di un sempre maggior numero di casi in soggetti giovani e negli adolescenti. E ancora una volta il ruolo determinante sembra essere svolto dall’obesita’”. “Il diabete di tipo 2 – ha detto il professor Ferrannini – interessa le popolazioni che vivono nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo. L’aspetto preoccupante e’ che la malattia in crescita ovunque va diffondendosi sempre di piu’ proprio nei paesi in via di sviluppo e quindi in aree geografiche che hanno meno accesso alla terapia o al cambiamento degli stili di vita necessari alla prevenzione come la modifica delle abitudini alimentari. La preoccupazione e’ proprio per una futura esplosione a carattere quasi epidemico nei paesi in via di sviluppo e per le sue ripercussioni in termini di costi sui sistemi sanitari”. L’obesita’, ha spiegato l’esperto, rappresenta il maggior fattore di rischio: l’esplosione prevista per la malattia diabetica e’ uno step a valle di quella dell’obesita’.

AGI