Dentro la fabbrica della pelle e delle cornee

A vederlo da fuori è un grande parallelepipedo in cemento armato, con la “pelle di giraffa”. Tutto attorno, sulla superficie colorata di verde e di azzurro, c’è una sorta di rivestimento in cemento, che richiama gli epiteli del corpo umano visti al microscopio. Dentro, neanche a dirlo, si producono proprio pelle e simili. Si occupa di questo, infatti, il Centro di Medicina Rigenerativa, “Stefano Ferrari”, a Modena, voluto dall’Università di Modena-Reggio Emilia e interamente finanziato dalla locale Fondazione Cassa di Risparmio, che in questo Centro ha investito 13 milioni di euro.
A regime, nei 3 mila metri quadrati della struttura, suddivisi in tre piani, opereranno circa sessanta ricercatori in grado mettere a punto terapie avanzate con le cellule staminali adulte. È questo infatti che studiano gli scienziati guidati da Michele De Luca, direttore del Centro e da oltre vent’anni esperto nell’impianto di tessuti epiteliali ricavati da cellule staminali adulte.
“Qui si fanno l’epidermide e l’epitelio corneale”, spiega De Luca, “le cellule staminali del rivestimento epiteliale possono produrre epidermide, così è per le altre. Le cellule del sangue producono sangue e così via. Noi lavoriamo sui rivestimenti epiteliali, quindi ci dedicheremo anche alla ricostruzione dell’uretra e della mucosa del cavo orale”.
Due le terapie nate dalla ricerca: una cellulare, con la ricostruzione dei tessuti e il loro trapianto autologo; l’altra genica, che interviene invece su malattie genetiche.
“In passato”, prosegue De Luca, “abbiamo fatto decine di trapianti, abbiamo in essere già molte collaborazioni coi principali centri che si occupano di problemi corneali e cutanei. Ora, con questo Centro, che si sta certificando secondo le norme internazionali GMP (riconoscimento che attesta l’adozione delle “best practices” nella produzione dei farmaci), saremo in grado di dare reali speranze ai malati di alcune patologie rare”.
Si tratta di quelle legate ai problemi di cornea, dove le terapie con le staminali adulte, che si trovano fra la cornea e la congiuntiva, funzionano davvero, ridando la vista a persone che pensavano di averla persa, magari dopo un incidente.
“Molti dei pazienti già operati”, spiega la professoressa Graziella Pellegrini, coordinatrice della terapia cellulare, “sono muratori che si sono lesionati l’occhio con materiale chimico. Con un solo millimetro delle staminali delle loro cornee siamo in grado, nel giro di due settimane, di ricreare il tessuto corneale e di impiantarlo. In questi anni ho seguito personalmente centinaia di interventi in collaborazione con i colleghi oculisti”.
Naturalmente il Centro, unico al mondo, non diventerà un discount della pelle, né delle cornee, anche se tutte le strutture ospedaliere italiane ed europee potranno farvi riferimento. Lo stesso vale anche per la cura di un’altra malattia molto rara, l’Epidermolisi Bollosa, detta anche “malattia dei bambini farfalla”. Per loro la cura arriva dalla terapia genica, coordinata dal professor Fulvio Mavilio.
“Per normativa”, spiega De Luca, “siamo assimilati alle case farmaceutiche, per questo stiamo facendo il percorso di certificazione GMP. Speriamo di poter riprendere le attività del Centro nei prossimi mesi. Questa struttura è di altissimo profilo dal punto di vista tecnologico e vogliamo mettere i nostri risultati a disposizione di tutti coloro che ne avranno bisogno. La ricerca sulle cellule staminali adulte sta dando ottimi risultati e il nostro gruppo ha già ottenuto in passato dei successi”.
È il caso di Claudio, un ragazzo operato tre anni fa. “Il trapianto”, prosegue De Luca, “è stato nella pelle delle gambe. È stato il primo caso al mondo di terapia genica con le cellule staminali adulte riuscito, al di fuori del sangue”.
Da questo Centro, insomma, arriva una speranza concreta per quelle persone che, come Claudio, conducono una vita difficile a causa di un gene difettoso. La loro pelle è sensibilissima e molto sottile, come quella delle farfalle, appunto. In Italia sono circa 850 i casi di Epidermolisi Bollosa, in Europa quasi 30 mila.
“Questo Centro nasce in seno all’Università, per l’intuizione di Stefano Ferrari, scomparso prematuramente, che proprio qui ha creato la prima facoltà di bio scienze e biotecnologie”, afferma De Luca, “e ora noi proseguiamo su quel sogno, divenuto realtà. Per questo, anche, ci stiamo dotando di spin off universitari, per creare imprese biotecnologiche qualificate e rendere possibile, attraverso l’industrializzazione dei risultati dell’attività della ricerca scientifica, la diffusione su larga scala dei prodotti di medicina rigenerativa ai pazienti europei”. Nelle 22 stanze di colture cellulari del centro si prepareranno appunto colture cellulari destinate alle applicazioni cliniche più avanzate del momento.

 

di Letizia Magnani

da Repubblica.it Supplemento Salute

7 maggio 2009