Dai mirtilli un aiuto ai diabetici

Per chi soffre di diabete di tipo 2 consumare mirtilli secchi o disidratati può essere un buon modo per assumere fibre e zuccheri ottenendo una risposta glicemica positiva.
È quanto suggerito da uno studio condotto dai ricercatori della Winona State University (Usa) su 13 pazienti sofferenti di diabete di tipo 2.

Secondo i ricercatori il consumo di mirtilli secchi addolciti ha prodotto un picco d’insulina del 15%, contro un picco del 10% dei mirtilli non addolciti (al naturale) e il 22% del normale pane. Inoltre si è notato che il picco dei livelli di zucchero nel sangue è durato 175 minuti per i mirtilli dolci e il pane e 127 minuti per i mirtilli grezzi.
Lo studio è stato condotto per conto di un’azienda produttrice di mirtilli rossi che intendeva constatare come una nuova gamma di prodotti a base di mirtilli a basso tenore di zucchero potesse influire sulla glicemia dei pazienti con diabete di tipo 2. Dai risultati è emerso che la risposta glicemica è stata migliore nei casi d’assunzione dei mirtilli a basso contenuto di zuccheri che non rispetto all’assunzione di pane bianco, anche se i risultati migliori si sono ottenuti con i mirtilli al naturale che, tuttavia, a un test gustativo sono risultati meno appetibili.
A motivo di ciò, i ricercatori concludono che assumere mirtilli a basso contenuto di zuccheri, che influiscono moderatamente sui picchi glicemici, è un buon modo per assumere al contempo della fibra la quale, tra gli altri, rallenta l’assorbimento del glucosio.
Lo studio è stato pubblicato sul FASEB Journal con il titolo “Glycemic response of type 2 diabetics to sweetened dried cranberries”.

(lm&sdp)

 

da La Stampa.it Salute