Cuore: dubbi sulla dottrina del colesterolo ‘buono’

Un nuovo studio potrebbe ribaltare la considerazione che esista un colesterolo “buono” rispetto a quello “cattivo”.
Secondo quanto pubblicato su ‘Lancet’, non ci sarebbero infatti prove per credere che un alto livello di lipoproteine ad alta densita’ (HDL) riducano i rischi di un attacco di cuore. Le elevate concentrazioni di lipoproteine ad alta densita’ sono tra i maggiori indicatori nelle analisi del sangue e alimenti come noci, salmone, avocado e olio d’oliva sono noti per aumentarne il livello.
Secondo le credenze popolari, le persone con piu’ alti livelli di lipoproteine ad alta densita’ correrebbero un minor rischio di infarto. Ma lo studio, che ha esaminato quasi 12.500 persone che hanno avuto episodi cardiaci e oltre 41.000 persone sane, ha provato che non e’ cosi’.
“Questi risultati dimostrano che alcuni modi di aumento del colesterolo HDL potrebbero non ridurre il rischio di infarto miocardico – ha detto Sekar Kathiresan del Massachusetts General Hospital e professore alla Harvard Medical School – di conseguenza, se l’intervento di un farmaco aumentasse il colesterolo HDL, non possiamo dare per scontato che il rischio di infarto miocardico sara’ ridotto”, ha poi concluso Kathiresan.
Al contrario, lo studio dice che il colesterolo ‘cattivo’ e’ rimasto un indicatore preciso di rischio cardiaco. 

(AGI) .