Con il software del diabetologo Italia modello nel mondo

Raccogliere, archiviare e gestire in tempo reale tutti i dati che raccontano la storia delle persone con diabete. Da un lato per scattare una fotografia ancora più precisa della malattia che colpisce almeno 3 milioni di italiani, dall’altro per monitorare l’andamento della terapia e migliorare al massimo la personalizzazione, l’efficacia, la sicurezza e la sostenibilità delle cure. Sono queste le promesse di un nuovo software a misura di diabetologo, al centro di un progetto che vede alleati camici bianchi e industria del farmaco per perfezionare sul campo un modello di gestione del diabete da esportare anche al di fuori dai confini della Penisola. Dal concetto di cartella elettronica a quello di piattaforma digitale, per trattamenti più mirati e quindi più ‘leggeri’ per il Servizio sanitario nazionale. 
“Per noi ‘MyStar Connect’ rappresenta il punto di partenza di un progetto ambizioso che speriamo possa essere esteso in Europa e anche nel mondo”, spiega Arturo Zanni, amministratore delegato della francese Sanofi in Italia, illustrando le potenzialità presenti e future della nuova versione del software sviluppato da Meteda, e il significato del sostegno di Sanofi al progetto. Mettendo in rete i centri diabetologici distribuiti lungo lo Stivale, “il software permetterà di raccogliere dati sulla popolazione diabetica italiana, e di misurare e programmare ancora meglio gli interventi nel settore della diabetologia”. E’ grazie a questo strumento che ogni anno è possibile scattare un’istantanea del diabete in Italia con gli ‘Annali Amd’, curati dall’Associazione medici diabetologi. Ma l’obiettivo non è solo epidemiologico: “La raccolta dei dati e la misurazione dei risultati del trattamento – precisa Zanni – consentiranno di ottimizzare l’impiego dei farmaci, di migliorare il rapporto costo-beneficio e ridurre i danni a lungo termine della malattia”. “Oggi non è più possibile pensare di gestire la complessità e la numerosità dei pazienti diabetici attraverso una documentazione cartacea – spiega Carlo Bruno Giorda, presidente dell’Amd (Associazione medici diabetologi).
Ecco quindi che “uno strumento come un software, che permette l’archiviazione dei dati clinici e la loro consultazione in tempi rapidi, è fondamentale nella gestione di una diabetologia”. Al software possono accedere sia lo specialista che il medico di famiglia, a garanzia di un dialogo più stretto fra ospedale e territorio, e i dati vengono raccolti e gestiti nel totale rispetto della privacy del paziente.
“Questo strumento – sottolinea Antonio Ceriello, vice presidente Amd – risponde alla necessità moderna di valutare e validare l’efficacia dell’intervento. Solo se abbiamo un feedback di quello che facciamo, infatti, possiamo cercare di migliorare ulteriormente l’efficacia terapeutica”. Il software, continua Giorda, “permette una gestione immediata della statistica del dato. In un attimo puoi ripercorrere la storia e la strada metabolica del paziente negli ultimi tempi”, così da “prendere decisioni diagnostico-terapeutiche fondamentali”.

 

da ADNKronos Salute