Benefici nella composizione corporea oltre alla perdita di peso con tirzepatide

Gli adulti trattati con tirzepatide per la gestione cronica del peso hanno ottenuto riduzioni sostanziali del peso corporeo in tutte le categorie del BMI e una migliore composizione corporea, secondo i risultati di ulteriori analisi del trial SURMOUNT-1 presentati all’European Congress on Obesity (ECO) 2023.

La nuova analisi ha mostrato che fino al 63% dei partecipanti ha ottenuto una riduzione del peso corporeo di almeno il 20% e che tutte e tre le dosi di tirzepatide testate (5 mg, 10 mg e 15 mg) hanno portato a un riduzione sostanziale, clinicamente significativa e sostenuta del peso rispetto al placebo al follow-up a 72 settimane.

Indipendentemente dalla categoria di indice di massa corporea (BMI) al basale, 9 persone su 10 hanno raggiunto la soglia di almeno il 5% di calo ponderale con tutte le dosi di tirzepatide e, a quelle più elevate, in oltre un terzo dei soggetti la perdita di peso è stata di almeno il 25%.

Tirzepatide è un agonista dei recettori del polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente (GIP) e del GLP-1 che si trovano in aree del cervello importanti per la regolazione dell’appetito e la cui attivazione riduce l’assunzione di cibo e modula l’utilizzo dei grassi. È approvato negli Stati Uniti e nell’Unione Europea per il trattamento del diabete di tipo 2, ma non ancora per l’obesità, indicazione per la quale la compagnia sviluppatrice Eli Lilly intende chiedere l’approvazione nel corso dell’anno.

Valutazione di perdita di peso e composizione corporea
Lo studio SURMOUNT-1 di fase III, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, ha coinvolto 2.539 adulti con un BMI ≥30 (obesità di classe I, II, III) o ≥27 (sovrappeso) con una o più complicanze correlate, escluso il diabete. Al basale, il peso corporeo medio era di 104,8 kg, il BMI medio era di 38,0 e il 94,5% dei partecipanti aveva un BMI ≥30.

I pazienti sono stati randomizzati a ricevere tirzepatide sottocutanea una volta alla settimana (5 mg, 10 mg o 15 mg) o placebo per 72 settimane. L’endpoint primario era dimostrare la superiorità del farmaco rispetto al placebo in termini di variazione percentuale del peso corporeo e di percentuale di soggetti con una riduzione del peso corporeo ≥5%, valutati sia sulla popolazione complessiva che in base alla categorie di BMI da ≥7 a <30, da ≥30 a <35 (obesità di classe 1), da ≥35 a <40 (obesità di classe 2) e ≥40 (obesità di classe 3).

Inoltre, in una sottoanalisi retrospettiva, la composizione corporea è stata valutata in una sottopopolazione valutata con assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA), misurando la variazione rispetto al basale all’interno di sottogruppi di età <50 anni (n = 99), 50-64,9 anni (n = 41) e ≥65 anni (n = 20).

Importante riduzione del peso rispetto al placebo
La riduzione media del peso durante le 72 settimane di follow-up è stata del -16,0%, -21,4% e -22,5% con tirzepatide 5 mg, 10 mg e 15 mg rispetto a -2,4% con il placebo (P<0,001 per tutte le dosi vs placebo).

Oltre il 90% dei partecipanti ha raggiunto una perdita di peso ≥5%. Indipendentemente dal BMI e dalla dose di tirzepatide, il 55,5% e il 62,9% nei gruppi 10/15 mg hanno raggiunto una perdita di peso ≥20%, e il 35,0% e il 39,7% nei gruppi 10/15 mg hanno raggiunto rispettivamente una perdita di peso ≥25%.

Al crescere della categoria di BMI, nel gruppo 10 mg la perdita di peso è stata di –18,2 kg, –21,9 kg, –22,0 e –20,7 kg, mentre nel gruppo 15 mg è stata di -18,1 kg, -21,2 kg, -24,5 kg e -22,8 kg. La perdita di peso nel gruppo 5 mg variava da -16,6 kg a -15,9 kg dalla categoria BMI più bassa a quella più alta.

«Si tratta di una perdita di peso sbalorditiva. A titolo di esempio, con la chirurgia Lap-Band è mediamente del 17%, con la gastrectomia a manica è del 25% e con il bypass gastrico è del 33%, il che pone gli effetti di tirzepatide esattamente nel regno della chirurgia bariatrica» ha riferito il ricercatore del trial SURMOUNT-1 Louis Aronne, del Comprehensive Weight Control Center, Weill Cornell Medicine, New York City.

«I soggetti nelle categorie di BMI inferiori hanno meno peso da perdere, quindi si osserva un appiattimento della curva con un calo ponderale massimo di circa il 18%, quindi potrebbe non essere necessario utilizzare la dose più elevata nelle persone con un BMI di 27-30, che invece dovrebbe essere riservata ai casi con BMI più alto» ha spiegato il relatore.

Perdita di massa grassa tre volte superiore alla massa magra
La riduzione della massa grassa viscerale è stata del 40% nel gruppo di trattamento rispetto al 7,3% con il placebo, mentre la perdita di massa magra è stata del 10,9%, con quindi una riduzione del grasso circa tre volte maggiore rispetto alla perdita di massa magra, con conseguente miglioramento complessivo della composizione corporea.

Nelle persone anziane (≥65 anni) non vi era praticamente nessuna differenza nella perdita di massa grassa rispetto a quella magra rispetto ai giovani, nonostante gli anziani avessero maggiori probabilità di perdere più massa magra.

I risultati riportati dai pazienti sulla base della Short-Form Health Survey (SF-36) hanno mostrato che i punteggi della funzionalità fisica sono migliorati significativamente a 72 settimane rispetto al placebo, in particolare nei partecipanti con limitazioni della funzionalità fisica al basale. «In un’interessante sottoanalisi, le persone con limitazioni fisiche al basale hanno mostrato un miglioramento significativo rispetto al placebo, con una differenza di oltre il 5%» ha aggiunto Aronne.

Come già riportato nello studio pubblicato, gli eventi avversi più comuni con tirzepatide sono stati di tipo gastrointestinale e quelli che hanno causato l’interruzione del trattamento si sono verificati nel 4,3%, 7,1%, 6,2% e 2,6% dei soggetti trattati rispettivamente con 5, 10, 15 mg o placebo. .

«Sta arrivando una rivoluzione nel trattamento dell’obesità e delle malattie cardiometaboliche e la maggior parte dei medici non riesce a capirlo. Finalmente stiamo ottenendo l’efficacia che stavamo cercando, che produrrà benefici in ogni ambito» ha concluso Aronne. «Questi dati mostrano che stiamo raggiungendo tutti gli endpoint secondari e migliorando i nostri pazienti. Ho sempre immaginato il momento in cui il trattamento dell’obesità sarebbe venuto prima del trattamento delle complicanze cardiometaboliche dell’obesità, e penso che siamo all’inizio dei una nuova era grazie a semaglutide, tirzepatide e ai nuovi entusiasmanti trattamenti in arrivo».

Importante stare al passo con la rapidissima evoluzione delle terapie
«Tirzepatide ha mostrato un effetto molto potente e credo che cambierà il ruolo del dietologo e il modo in cui gestiamo i consigli nutrizionali» ha commentato Gabriella Lieberman, endocrinologa e responsabile dell’Israeli Center for Weight Management, Sheba Medical Center, Ramat-Gan, Israele. «Tuttavia mi preoccupa il fatto che il farmaco sta progredendo velocemente e il supporto, che è cruciale con questi trattamenti, non riesce a stare al passo. In seguito dovremo affrontare alcuni effetti, come la sarcopenia».

«Dobbiamo trattare questi farmaci come se fossero chirurgia bariatrica. Vedo pazienti che li assumono in clinica e il loro appetito è così soppresso che pensano di potersi permettere di assumere cibi poco sani, dato che il loro peso si riduce» ha aggiunto. «Sarebbe importante che un adulto responsabile controlli come si alimentano alcune persone, non solo plaudendo la perdita di peso ma assicurandosi che non vengano private di nutrienti importanti».

 

da PHARMASTAR

 

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