Attorno all’insulina e ai suoi dosaggi, ruota tutta la mia vita

Ho scoperto di avere il diabete in maniera traumatica.
12 anni, coma diabetico, ripresa per i capelli. Il pediatra aveva certificato pochi giorni prima la mia anoressia nervosa, ignorando il fatto che io stessa gli avessi detto che avevo il diabete. 
Perché lo avevo scoperto da sola consultando l’enciclopedia medica; facevo tanta pipì, avevo sempre sete, bevevo in continuazione, e non mi reggevo in piedi.
I sintomi c’erano ma il pediatra disse, beviti una coca cola o un gatorade, se hai chetoni nelle urine; sarà acetone.
Già, andava di moda i gatorade. Sono caduta per terra durante la corsa campestre a scuola e non mi svegliavo più.
Dopo, la mia storia è simile a quella di tanti altri. Solo che, da allora, ho sempre avuto paura di morire in quel modo, riprovando quelle sensazioni devastanti del coma in chetoacidosi. Mi ricordo, che ero una ragazzina e pensavo, se viene una guerra, e bloccano le industrie, e non possono rifornirmi di insulina? Tutto, per me, è andato abbastanza bene. Tante cose realizzate, persino due bellissimi ragazzini, e si, ho fatto più o meno ciò che volevo nella mia vita. Il limite però, non è fare questo o quello. Non riuscire a nuotare due ore di fila, gli zuccheri sempre sparsi ovunque, e il fatto che ci sono state delle ipo imprevedibili che mi hanno piegato le gambe, imbarazzato, fatto svenire in mezzo a gente che menomale leggeva il braccialetto “è diabetica, diamole dello zucchero”. Il limite che mi rende invalida, è quello di non poter spostare il pensiero da ciò che mi tiene in vita, senza il quale morirei in breve tempo, e diciamolo, pure tra sofferenze atroci. 
Attorno all’insulina e ai suoi dosaggi, ruota tutta la mia vita. Sarò anche brava, avrò la glicata a 6 e nemmeno una complicanza o quasi. Ma questo è il fatto, e penso quanto debba essere duro per dei genitori con dei bambini diabetici.. io, ho il terrore che i miei figli possano diventare.. come me. Fare i conti con il fatto che il tuo corpo viaggia al ritmo, spesso sfuggente, dei rapporti tra emozioni, carboidrati, movimento, malattia, stress, dolore psicologico, dolore fisico. 
E rido con amarissima ironia, pensando che ora abbiamo il lusso di dire che non siamo invalidi, noi tutti, che i bambini possono non esserlo, per salvaguardarli da traumi futuri… cronicità e non disabilità.
E mi rivedo bambina, e provo lo stesso brivido di ansia e dolore, io che dovrei avere solo una condizione cronica, che si può ammansire con qualche buchino.. , non sei invalido, no.
Solo, che senza questo non puoi vivere.

E. D.