Troppi diabetici non si curano con regolarità

Il Cineca, consorzio interuniversitario cui aderiscono 31 università italiane, il Cnr e il ministero dell’università, ha promosso a Bologna un convegno sul diabete chi hanno partecipato non solo medici ma anche rappresentanti dell’Agenzia italiana del farmaco e delle aziende sanitarie.

Il diabete è una malattia cronica a larghissima diffusione che in Italia interessa tre milioni di soggetti, al 90 per cento colpiti dalla forma di tipo 2 che colpisce soprattutto gli adulti a causa del deficit di insulina e di errati stili di vita.
Le Nazioni Unite hanno riconosciuto la pandemia diabetica come “minaccia globale per l’umanità”.

Da vent’anni, attraverso l’Osservatorio Arno, il Cineca è impegnato nella rilevazione, archiviazione e analisi di dati di consumo di farmaci del Sistema sanitario nazionale in una popolazione di 10 milioni di abitanti appartenenti a sette regioni italiane. Negli ultimi dieci anni l’attività dell’Osservatorio si è focalizzata anche sul diabete producendo dati estremamente significativi in grado di fornire un quadro della malattia e delle sue complicanze, sia in termini epidemiologici che di impatto sulle risorse e sui costi economici e sociali. Su questa base è nato l’Osservatorio Arno Diabete, un data base unico come serie storica di dati sulla popolazione affetta da diabete.

Il professor Giulio Marchesini, dell’ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna, ha affermato che negli ultimi dieci anni il consumo di farmaci antidiabetici è cresciuto del 50 per cento: dal Duemila la prevalenza dei pazienti maschi è divenuta superiore a quella di pazienti femmine soprattutto a causa dell’obesità.

«I dati del rapporto Arno dimostrano in particolare due aspetti. Da un lato la difficoltà di una gran parte dei pazienti affetti da diabete nel seguire le terapie e di come questo ricada sull’efficienza del sistema. Dall’altro la preoccupante crescita del diabete di tipo 2, che può essere curato, ma soprattutto prevenuto.
La collaborazione tra tutte le parti coinvolte – diabetologi, medici di medicina generale, altri specialisti, istituzioni, associazioni delle persone con il diabete e altri operatori sanitari – è fondamentale per arginare il fenomeno, ottimizzare l’impiego delle risorse sanitarie e di conseguenza migliorare la qualità della vita delle persone con il diabete», afferma il professor Umberto Valentini, past-president di Diabete Italia. Commenta, infine, Roberto Cocci di Diabete Forum, l’associazione che rappresenta 65 gruppi di persone affette da diabete: «Si parla di prevenzione ma in realtà se ne fa poca, bisognerebbe puntare sull’informazione ai cittadini e sull’educazione del paziente: stili di vita e rischio per la malattia. Ma con esempi concreti: alimentazione corretta, movimento fisico, uso degli strumenti di autocontrollo». Durante il convegno è stato distribuito il volume «Osservatorio Arno Diabete – dieci anni di prescrizioni».

 

di Gianni Mozzo

Tratto da: “Il Giornale” del 14.07.07