“La paura non fa 90” : paura delle glicemie/glicemie da paura come affrontare con serenità una glicemia sballata

Una patologia cronica come il diabete comporta anche particolari difficoltà psicologiche, trattandosi di una condizione fisica con la quale si deve imparare a fare i conti quotidianamente e per tutta la vita.
Se un primo fondamentale problema è l’accettazione della diagnosi,, il paziente deve poi riuscire ad arrivare ad assumersi la responsabilità della propria salute, convincendosi che, se seguirà con regolarità e attenzione la terapia, le norme di autocontrollo e i corretti comportamenti alimentari, potrà stare bene, pur con il diabete: si comprende facilmente, allora, quanto sia importante riuscire a controllare/gestire la paura derivante dalla difficoltà di controllare la glicemia.
Essenziali sono l’aiuto del diabetologo e dello psicologo, ma anche la condivisione dell’esperienza con altri diabetici.
Ne parliamo con la dr Silvia Ciaccio, psicologa.
   
   
moderatore: vi presento brevemente la dr Ciaccio, anche se ormai la conoscete tutti, essendo la “nostra” psicologa di fiducia! Bresciana, laureata in Psicologia a Padova e diplomata alla Scuola di Specializzazione in Educazione Terapeutica diretta da Jean Philippe Assal alla Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra. Lavora a tempo pieno nel team dell’Unità Operativa di Diabetologia degli Spedali Civili di Brescia.
moderatore: bene, allora approfitterei del fatto che siamo ancora pochini per cominciare: chi inizia?
Lulamy vorrei porre una domanda alla dottoressa se possibile
moderatore: prego
maruska dottoressa buonasera vorrei porLe questa domanda: sappiamo benissimo che l’aspetto psicologico è strettamente legato molte volte a quello che è l’andamento glicemico quotidiano, vorrei capire come affrontare (per chi ne ‘soffre’) le ansie dovute appunto al rilevamento di valori iper e ipo (soprattutto la paura delle ipo). grazie mille
Lulamy vorrei chiedere quando si può considerare patologica la paura del proprio diabete e delle glicemie cioè quanto l’attenzione può considerarsi patologica?
dr. S. Ciaccio: cerco di rispondere a entrambe le domande: un qualunque comportamento diventa diciamo patologico quando è sproporzionato rispetto al contesto e quando non si può non fare a meno di non compierlo, si diventa perciò schiavi di qualcosa che dovrebbe invece esserci in qualche modo di aiuto
Lulamy sa qual è il problema dottoressa, a un anno dall’esordio mi trovo ancora ad andare a letto la sera e a sperare di svegliarmi con la buona notizia che il mio diabete è stato solo un brutto sogno
dr. S. Ciaccio: nel caso del diabete il controllo glicemico può provocare un po’ di ansia per il risultato ma se consideriamo questo risultato come qualcosa che serve per prendere una decisione o riflettere su ciò che è stato fatto il valore della glicemia diventa non più un giudizio ma un aiuto per regolarci meglio
Lulamy è vero ma quello che accade a me è la fatica quotidiana di PENSARE SEMPRE COSI’
dr. S. Ciaccio: allora il problema non è solo l’andamento della glicemia ma il non avere ancora accettato il diabete
maruska mi permetto di dare la mia testimonianza in merito alla gestione delle valutazioni: e che sia una iper e che sia una ipo, cerco sempre di “razionalizzare” (anche se come termine forse sembra poco umano) il momento, se è un’ipo corro subito per far si che si stabilizzi il tutto, se è una iper allora applico “la procedura” per far si che anche questa situazione ritorni nella norma… Lei crede che un comportamento così cosciente ed a volte definirei me stessa distaccato, possa essere una buona tecnica di approccio al diabete? (consideri che sono 29 anni che sono diabetica1)
dr. S. Ciaccio: purtroppo non esistono regole valide per tutti : per qualcuno essere consapevole e distaccato è buono perché permette di non lasciarsi trasportare dall’ansia, per qualcun altro essere distaccato potrebbe essere un modo per non sentire il diabete come qualcosa che lo riguarda profondamente. se per te essere consapevole e distaccata serve a poterti gestire meglio allora va bene
maruska si certo… il mio “distacco” non è tanto verso la patologia in se (quella l’ho accettata facendola diventare una mia compagna di vita) ma è un distacco che riguarda le ipo e le iper… questo perché in passato mi lasciavo prendere dall’ansia (e vedevo che la situazione peggiorava) ed allora mi sono fermata un attimo ed ho cercato di capire quale poteva essere la strada giusta!
dr. S. Ciaccio: direi allora che questo razionalizzare ti è di aiuto a gestire meglio il diabete, quindi per te è buono
maruska si, questa forse è la mia strada giusta, la mia ricetta per la gestione del mio diabete… ma credo che tutto questo venga dopo una seria consapevolezza e presa di coscienza… io credo (per la mia modesta esperienza di vita) l’approccio che la mente ha sul diabete sia molto importante: il diabete è una malattia molto subdola, ma la nostra mente è molto più forte dello stesso… non è lui a dominare noi ma il contrario
renata diventare razionali interessante… come?
maruska Renata si può essere supersensibili nella vita (ed io ti assicuro che lo sono) ma credimi se si ha a che fare col diabete bisogna essere “freddi” con lui… dobbiamo accettarlo in primis e poi capire che tecnica adottare per nn lasciarsi prendere dall’ansia e dall’angoscia
renata grazie maruska interessante risposta !
maruska è il mio approccio, non so se sia quello giusto, ma a me funziona!! 🙂
fifi quanti anni hai maruska ?
maruska 36 anni di cui 29 di diabete
moderatore: Dr Ciaccio, c’è un “tempo” entro il quale si dovrebbe “accettare il diabete”, altrimenti si entra nel patologico? Indicativamente…
renata come fai ad accettarla se tutti attorno a te non considerano e non sanno cosa è il diabete?
Lulamy diciamo che io ho accettato il diabete ma pare che lui non abbia accettato me, insomma le glicemie ancora alte sembrano annientare il lavoro psicologico che faccio ogni giorno
dr. S. Ciaccio: non c’è un tempo predefinito per accettare il diabete comunque vedendo le persone che ho seguito e visto direi che in un anno circa si può capire cosa è il diabete e come incide sulla propria vita, trovandovi così un posto ed uno spazio da dedicargli oppure decidendo che meno ci si pensa e meglio è
Lulamy capisco dottoressa, però la paura del futuro resta ed è strettamente legata alle glicemie alte
renata come deve essere una psicologa che cura un diabetico di tipo 2?deve provenire dal centro diabetologico, dove si cura il diabetico la psicologa di aiuto o esterna?
dr. S. Ciaccio: i centri diabetologici che hanno a disposizione uno psicologo non sono purtroppo molti (credo che solo un centro in Italia abbia uno psicologo assunto nell’organico della diabetologia), credo che i problemi posti dal diabete vadano conosciuti dallo psicologo, perciò sarebbe meglio iniziare con lo psicologo del centro diabetologico che magari può indirizzare anche ad un collega se i problemi riguardassero anche altre sfere della vita
ninocampanella Sempre utopie
renata centro… lo immaginavo, grazie mille!
Raf28 una domanda: è possibile che ci sian dei giorni in cui anche se sei ben controllato e mangi sempre le stesse cose la glicemia sobbalzi senza un motivo concreto?
ninocampanella Ottima domanda
renata penso che il motivo siano le tue emozioni nascoste!
Raf28 perché ho problemi a capire come e perché a volte (pur facendo le stesse cose tutti i giorni e avendo gli stessi risultati ogni giorno) ci siano alcuni giorni che si sballa tutto ma poi il giorno dopo è di nuovo apposto
ninocampanella non credo che una emozione possa far salire una glicemia da 150 a 300
renata a me succede… purtroppo!
Raf28 la mattina alle 10 da un mesetto ho 140-150 , ieri non si sa perché avevo 309 e le glicemie alte in generale durante il giorno e non è perché ho saltato le iniezioni, anche oggi mi è successo ma è scesa a 224 e domani spero vada normale
renata ma secondo me lì è il nocciolo… le emozioni belle o brutte! dottoressa che ne pensa?
Raf28 pongo diversamente la mia domanda: ci sono stati emotivi che possono fare alzare la glicemia in modo esponenziale?
renata bene la domanda è stata fatta!
moderatore: vedo che è “la domanda”
Lulamy io vorrei capire come non farsi spaventare dalle glicemie alte che mettono una tara psicologica sul futuro, come si fa??
ninocampanella Dipende dalla durata
Lulamy nino campanella dalla durata di cosa?
ninocampanella Delle iper, sistematiche portano alle patologie, brevi incidono solo sulla glicosilata
moderatore: potrebbe essere uno stimolo a “controllarsi” meglio…
dr. S. Ciaccio: le emozioni incidono sul diabete, una forte emozione provocata ad esempio da una arrabbiatura o da una forte paura fanno innalzare la glicemia ma non saprei dire se questo può essere sufficiente a giustificare glicemie molto molto alte (300 o più)
renata grazie le posso assicurare che quando litigo pesantemente con mio figlio arrivo anche a 500! per quello chiedevo la psicologa
Raf28 sono un giocatore di poker online e di emozioni ce ne sono tante, belle o brutte molta adrenalina e stati d’ansia felicità e arrabbiature può essere questo?
Raf28 ho pure smesso di fumare da 9 giorni centra qualcosa?
dr. S. Ciaccio: per il fumo non credo, per quanto riguarda le emozioni date dal gioco può essere
fifi ma allora la gioia, i sentimenti, positivi o negativi, possono essere iperglicemizzanti?
ninocampanella La dottoressa parlava di forte emozioni
dr. S. Ciaccio: si, forti emozioni incidono sulla glicemia facendola innalzare
luna_83 la misura dell’aumento è sempre soggettivo! ci son persone più emotive o più ansiose di altre
Raf28 l’innalzamento è dovuto a un ormone prodotto dal corpo?
raffa dottoressa, credo che spesso siano anche i familiari a trasmettere ansia ai diabetici complicando la situazione
dr. S. Ciaccio: sono d’accordo con te, andrebbe ben chiarito ai familiari cosa la persona gradisce e vive come positivo e cosa invece non gli è di aiuto ma dà ulteriori preoccupazioni ed ansie
raffa dottoressa, mi rendo conto che chiedere in continuazione il valore glicemico ad una persona diabetica, in questo caso a mio papà, non fa altro che creargli stress e malumore e incide tanto sul valore finale
Lulamy io da quando ho il diabete ho triplicato la mia domanda dì affetto, è normale?
dr. S. Ciaccio: credo che non sia anormale, ma anche per il bisogno d’affetto non c’è un tanto da usare come norma per tutti
Raf28 io ho 18 anni e la mia famiglia se ne frega talmente tanto che a volte scorda che son diabetico ah ah (son diabetico da 9 anni)
moderatore: forse lo fanno per non fartelo “pesare”
Raf28 naa, non è cattiveria. Ci ho anche parlato, è semplicemente che loro non vedono che creo fastidi, cioè esco a prendermi l’insulina vado a fare le visite da solo
moderatore: sei bravissimo!
Raf28 non sono mai dipeso da nessuno anche per le punture, credo che bisogna iniziare così per avere un buon approccio con se stessi: non dipendere mai da nessuno
luna_83 serve ad essere autonomo! penso quando farai un viaggetto e saprai che ce la farai da solo in tutto 😉 non è meglio?
moderatore: bè, allora dai loro una “sicurezza”, una serenità invidiabile! bravo, raf!
raffa bravo ti ammiro perché così facendo sei indipendente e riesci a gestire meglio la tua vita
renata quanti anni raf28 ?
Raf28 18
renata complimenti…
moderatore: raf, i tuoi devono essere molto orgogliosi di te!
Raf28 più che orgogliosi mi trattano come una persona normalissima sapendo che sono diabetico, quando mangio una merendina per una ipo mi guardano malissimo perché pensano che i diabetici non possono mangiare zuccheri… mi fanno molta tenerezza
moderatore: bè, ma tu sei una persona normalissima!
ninocampanella Tieni presente che sul diabete c’è molta ignoranza e molti genitori non sono preparati ad affrontare una simile realtà che ha colpito i figli
Raf28 sin da piccolo ho pensato che a me è arrivato il diabete perché ero più forte degli altri e cosi son cresciuto molto autonomo cercando di non chiedere mai niente a nessuno
maruska bene raf credo che tu abbia imbroccato la strada giusta per affrontare il diabete, ma credimi non è poi male ogni tanto chiedere aiuto a qualcuno 😉 non significa non essere autonomi… e poi sei molto fortunato ad avere accanto dei genitori che ti considerano normale (tanto normali siamo, solo con un regime di vita controllato)…
Raf28 ogni tanto mi sfogo con i miei amici
Jessicuccia Dottoressa, è sbagliato quindi viziare… e riempire d’affetto per motivare? (anche se gradisce le “coccole”) ed è sbagliato cercare di omettere fatti o eventi che turberebbero la persona, solo per non farla stressare o non fargli alzare glicemia ecc.?
dr. S. Ciaccio: secondo me sì, dipende chiaramente della età della persona, se stiamo parlando di un bambino o di un anziano proteggerlo un po’ di più è giustificabile ma se è di una persona adulta che parliamo è giusto che sia lui stesso a decidere per se stesso, quindi direi che non è bene tenerlo all’oscuro di fatti solo per non turbarlo
Raf28 è verissimo e io preferisco cosi
renata dottoressa quanto conta e se conta l’affetto?darlo o averlo?
luna_83 l’affetto è fondamentale nella vita di tutti … diabetici e non!
dr. S. Ciaccio: beh, conta nella vita di tutti, diabetici e non, è il colore, anzi il calore della vita, nei momenti difficili poi avere qualcuno a cui appoggiarsi è fondamentale
sandy70 Buonasera a tutti.Dott.ssa a circa 3 mesi e 1/2 dall’esordio mio figlio di 7 anni oggi mi ha detto piangendo, mentre cenavamo, che non ne può più di fare l’ insulina e che vorrebbe ritornare come prima. Io cerco di infondergli serenità tutti i giorni e di non fargli pesare questa nuova condizione, ma mi rendo conto che già stà acquisendo in qualche modo la “consapevolezza ” di avere il diabete .So che ci saranno altre crisi come queste ed io continuerò a rassicurarlo. Cos’ altro potrei fare?
dr. S. Ciaccio: se ci fosse uno psicologo al centro sarebbe buona cosa prendere contatto in modo che suo figlio possa parlare anche con qualcun altro del problema e magari entrare in contatto con altri bambini che hanno il diabete da un po’ più di tempo e sono riusciti ad accettarlo
renata grande! loro ti fanno tenerezza! bello sono vecchietta ma quante cose sto imparando qui, grazie
maruska dottoressa la non accettazione della malattia a livello psicologico cosa può portare?
renata a dimenticarsi di farsi l’insulina per esempio!
ninocampanella Alla pazzia
maruska bè credo che la pazzia sia esagerata come conseguenza
renata ninocampanella… alla pazzia? mi spaventi
dr. S. Ciaccio: a non curarla come si doverebbe, a nasconderla agli altri e anche a se stessi, saltando i controlli della glicemia, le visite mediche, falsificando i diari glicemici
maruska c’è una correlazione tra diabete e depressione?
ottimista Buonasera a tutti sicuramente a complicanze e scompensi che si possono evitare, o sbaglio?
ninocampanella La mancata accettazione porta alla depressione
maruska nino ma una botta di vita proprio no? e che cavoli, siamo dotati di forza di energia di capacità cognitive… è possibile che la depressione la deve fare da padrona? (io sinceramente mi rifiuto di credere)
renata oltre al diabete sono anche anemica, e la depressione è continua…
fifi al contrario se una persona accetta il diabete da cosa lo capisci … dal sorriso?
ninocampanella Renata, ma hai accettato il tuo stato di diabetica o ancora non lo accetti?
dr. S. Ciaccio: secondo le ricerche sì, ma io dire di di no, io sono dell’idea che il diabete così come altre patologie non è la causa di disturbi dell’umore come ansia e depressione ma è un fattore scatenante
renata fattore scatenante? forse sì, però prima reagivo ma adesso faccio molta fatica!
dr. S. Ciaccio: accettare il diabete non significa essere contenti di averlo ma poterlo integrare nella propria vita cioè potersi dire: purtroppo è accaduto, non è dipeso da me ed ora cosa posso fare? è trovare una risposta a questa domanda dandosi da fare, non subendo quello che ci è successo
renata lo accetto, sto bene, se mi curo!
Raf28 a volte per sbloccare certi sistemi psicologici ci vogliono degli scossoni
maruska si infatti sono d’accordissimo con la sua definizione di accettazione: io non mi sono lasciata trasportare dal diabete, l’ho fatto diventare (come dicevo prima) mio compagno di vita… non mi sono lasciata “scombussolare” la mia vita; ho fatto sport, ho viaggiato; ho studiato; sono uscita normalmente con gli amici; ho affrontato il lavoro in maniera normale… non me ne sono fatta un gap il fatto di essere diabetica. io non mi sono sentita né più né meno di tante altre persone!!
dr. S. Ciaccio: complimenti maruska, fare questo è accettare il diabete
Raf28 a me è successo di recente di vedere sorridere un bambino cieco per strada alla fermata del bus 9 giorni fa’ e da lì ho smesso di fumare mi si è come accesa una lampadina e ho iniziato a pensare a come la vita ci sembri dura, ma ci sono persone che stanno peggio e sorridono
fifi grazie, mi infondi ottimismo per il mio cucciolo
moderatore: raf, la teoria del “c’è di peggio” non mi ha mai convinto… alla lunga non regge: ci deve essere un’accettazione “in sè” (io credo)
Jessicuccia Dottoressa, perché un mio amico diabetico non vuole farsi le cosiddette “visite”? lui dice di aver accettato il diabete, ma quando si tratta di prendersi cura di lui stesso non fa nulla, per gli altri fa l’impossibile! Io non chiedo molto, soltanto un controllo annuo… ad esempio è da 3 anni quasi, che ha un problema all’orecchio e non si è ancora fatto una visita dall’otorino!! perché?? come posso aiutarlo io? cerco di coccolarlo, fargli battutine divertenti sulla cosa, mi arrabbio e nulla!!! Ditemi voi come devo fare… e se possibile fatemi capire voi il perché del suo comportamento! 🙁
renata non accetta il suo diabete..!
dr. S. Ciaccio: purtroppo non abbiamo il potere di far fare agli altri ciò che vorremmo noi… la motivazione è una questione personale che deve nascere dalla persona stessa, non possiamo dargliela noi
Jessicuccia Lo so… ma mi dice sempre… ti prometto che lo farò, ma lo dice in modo sincero… cos’è che lo blocca?? io gli dico di fare ciò che si sente… lo rispetto, e lui mi dice sempre che deve essere lui a sentirlo… si ok… però cos’è che lo ferma? oltre alla pigrizia… ?
dr. S. Ciaccio: non ho la risposta, il lavoro che faccio con le persone è proprio quello di capire il perché di certi comportamenti che potrebbero sembrare irrazionali o immotivati anche alla persona stessa
Jessicuccia La ringrazio ugualmente dottoressa, capisco che la psicologia è molto complessa e a volte non riusciamo a spiegarci un comportamento anche perché non lo si vuole far capire oppure la persona in questione non sa con precisione a cosa è dovuto. Ma perché il mio amico non si porta il glucometro a lavoro? si sente male, spesso si trova tra iper e ipo in quell’ambiente ma è ostinato, dice che cadrebbe in schiavitù del glucometro; ma io dico: non può portarsi solo 1 striscetta reattiva per i momenti di estremo bisogno? (sente il bisogno di sapere a quant’è la glicemia ma nulla… e quindi gli ho presentato il misuratore di glicemia continuo ma nulla)
fifi che testone l’amico
ninocampanella Dovrà farsene capace da solo, non puoi obbligarlo
Jessicuccia Sì, è un testardo, ma gli voglio un bene…
Raf28 uno dei motivi per cui vado bene è la paura che il mio medico mi ha messo dicendomi delle conseguenze di un diabete poco controllato, dovrebbe funzionare se ci tiene agli occhi e agli arti e ad altre cose
Jessicuccia non lo obbligo, glielo dico dolcemente, in modo premuroso
dr. S. Ciaccio: vale la risposta di prima: per certi comportamenti non c’è una spiegazione razionale e la riposta va ricercata insieme alla persona ma serve a volte un lavoro un po’ lungo
Jessicuccia Il fatto è che sa delle conseguenze ma non capisco il suo comportamento, il perché di questa ostinazione, io glielo dico sempre e lui mi da pienamente ragione ma se gli succedesse qualcosa ne morirei
Raf28 una domanda che mi è venuta in mente adesso, ogni tanto (negli ultimi due mesi 3 volte) mi capita di andare a letto tranquillo, e poi, piano piano, sento la testa pesante perdo il sonno e mi viene da vomitare… però quando vomito vomito il nulla, com’è possibile?
dr. S. Ciaccio: prima di pensare a problemi psicologici inconsci mi sento di consigliarti di dirlo al tuo medico per escludere che ci sia una causa organica al tuo star male
luna_83 hai provato a controllare la pressione?
Raf28 la pressione non la controllo mai solo ogni 3 mesi
Lulamy vorrei sapere: il diabete mi è arrivato a 32 anni, tutta la mia vita fino a quel punto mi è parsa spensierata, con paure relative del futuro e del resto, adesso da quando ho il diabete il solo pensare al futuro mi fa paura, compreso l’idea di fare un figlio
ninocampanella A me è arrivato a 35 e sono arrivato a 72, calma e gesso
Lulamy ecco appunto io sento di aver bisogno di conoscere altri diabetici, ma non solo virtualmente, frequento anche troppo i forum e internet, io vorrei conoscere diabetici in carne ed ossa, condividere le disgrazie, farsi i boli insieme..
maruska un’ultima domanda: quanto è importante (indipendentemente dal diabete in sé) la positività che si ha nella vita? è importante anche per la gestione del diabete?
dr. S. Ciaccio: certamente si, è come aver un buon terreno sotto i piedi che ti sostiene in ogni momento
maruska 🙂
Lulamy a me piacerebbe riflettere sul senso di consapevolezza che una cosa come il diabete porta alla persona e alla sua psicologia
dr. S. Ciaccio: se non ci sono altre domande vi saluterei
moderatore: grazie dottoressa, è stata molto paziente (come sempre!)
sandy70 grazie
Raf28 grazie dottoressa buona notte
moderatore: la aspettiamo presto
Jessicuccia Grazie tante per la pazienza… è bello sapere che ci sono dottori come voi che si occupano della psicologia dei pazienti…
moderatore: grazie ancora dottoressa
dr. S. Ciaccio: grazie a voi e grazie al moderatore per l’invito, so di non aver risposto a tutto ma per alcune domande la risposta non è proprio immediata…
moderatore: invece è stata puntuale come sempre, grazie!
moderatore: grazie ancora e buona notte!
dr. S. Ciaccio: buona notte a tutti e a presto
moderatore: appena pronta la chat gliela mando: a voi tutti buona notte ed arrivederci al prossimo martedì, come sempre