Pressione, l’automisura è consigliata

Anche l’antica e prestigiosa rivista scientifica Lancet scende in campo per raccomandare alle persone con pressione arteriosa alta l’automisurazione della pressione.

Sull’ultimo numero della rivista è stato pubblicato un articolo che ribadisce l’importanza di tenere sotto controllo la pressione arteriosa periodicamente e nell’arco delle 24 ore, tramite gli apparecchi per la misurazione a domicilio: è il metodo ottimale per verificare l’efficacia della terapia e quindi prevenire possibili complicanze. L’indicazione non si basa solo su principi di razionalizzazione delle risorse sanitarie e di buon senso. L’articolo, che porta la firma dei professori Gianfranco Parati, dell’Università Milano Bicocca-Istituto Auxologico Italiano, e Thomas Pickering, della Columbia University, di New York, appartenenti ai due gruppi di ricerca, fornisce le evidenze scientifiche su cui si sono basate le nuove linee guida per la gestione della malattia, lanciate l’estate scorsa quasi simultaneamente dall’American Heart Association e dalla Società Europea dell’Ipertensione.

La pubblicazione ribadisce che tenere d’occhio la pressione misurandosela da sé è il modo migliore per avere un riscontro reale del suo andamento nella vita pratica di tutti i giorni, cosa del tutto impossibile quando la rilevazione è fatta dal medico.
E del resto le moderne apparecchiature che permettono l’automisurazione della pressione sono del tutto affidabili anche nell’uso “fai da te”. L’ha dimostrato ancora recentemente uno studio effettuato nell’hinterland nord milanese dall’Università Milano Bicocca e pubblicato in gennaio sul Journal of Hypertension.

“Abbiamo visto che abbinando l’automisurazione a domicilio con la teletrasmissione dei dati al medico si riesce a mettere sotto controllo la pressione monitorata nelle ore diurne nel 62 per cento dei pazienti”, dice il professor Parati. Alla base di tutto, oltre ad una rilevazione più precisa ed obiettiva degli effettivi valori di pressione arteriosa senza che la misurazione sia alterata dal cosiddetto “effetto camice bianco” (lieve aumento della pressione indotto da ansia), c’è il fatto che coinvolgendo direttamente il paziente nella gestione del suo problema si ottiene una migliore adesione alla terapia.

 

di Daniele Diena

da Supplemento Salute di Repubblica