L’intervento del presidente della SID Stefano Del Prato al XXV° Congresso della Società Italiana di Diabetologia

Il 28 maggio si inaugura il XXV congresso nazionale della Società Italiana di Diabetologia, sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica. E’ un congresso che segna una tappa importante perché corrisponde anche al 50° anno dalla fondazione della SID, avvenuta nel 1964. 50 anni di storia, di esperienza, di attività. Per questo sarà un momento non solo congressuale ma anche un momento di riflessione e di bilancio.

 

La SID conta attualmente oltre 1600 soci ed è aperta ad una serie di attività importanti, oltre alle due ‘caratterizzanti’ di supporto alla ricerca e di formazione dei diabetologi italiani. La SID in questi anni è cresciuta molto ed è diventata un provider riconosciuto ufficiale per quanto riguarda la formazione (residenziale, a distanza e sul campo). La società svolge un’importante attività di supporto alla ricerca, non solo dal punto di vista culturale ma anche pratico. Negli ultimi 5-6 anni la SID ha contribuito con oltre 2,5 milioni di euro al finanziamento della ricerca, attraverso borse di studio, assegni di ricerca e finanziando progetti sia di singoli ricercatori che multicentrici. Questa attività si è tradotta in risultati di assoluto rilievo, come dimostrano le numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali ad elevato impact factor.

 

Nell’arco degli ultimi anni la SID ha attivato soprattutto una politica rivolta ai giovani diabetologi, cercando di attirare l’attenzione delle giovani leve sui problemi della diabetologia. Il diabete continua, infatti, a rappresentare un problema importante dal punto di vista economico, sociale e individuale perché caratterizzato da elevati costi e da un numero in costante aumento, anche nel nostro Paese, di persone affette. Per questo motivo c’è bisogno di linfa nuova nella ricerca e nell’attività clinica diabetologica e SID è determinata a perseguire questi obiettivi nonostante il difficile momento sociale, di crisi economica, che si è tradotto anche in un acceso confronto tra SID e AIFA. Negli ultimi anni, infatti, a fronte dell’arrivo di nuove possibilità terapeutiche, ci sono state continue restrizioni per il loro uso corrente, ma SID ritiene che le Società Scientifiche debbano e possano svolgere un’importante azione consultiva per le Istituzioni così come è avvenuto, ad esempio, in occasione della redazione del Pino Nazionale della Malattia. Anche in quest’ottica favorire la crescita di specialisti diabetologi competenti e affidabili è un modo di continuare a garantire qualità nelle scelte strategiche della gestione clinica delle persone con diabete.

 

Questa azione di sostegno a favore delle giovani leve deve avvenire anche grazie a una collaborazione quanto più ampia e trasparente con le aziende del farmaco. Un esempio di questa collaborazione è il programma concordato con MSD, per un ampio numero di borse di studio che i giovani ricercatori italiani potranno utilizzare in Italia o all’estero. L’attribuzione di queste borse avverranno nel modo più trasparente grazie all’istituzione di opportune commissioni di valutazione. Progetti di questo tipo forniscono la dimostrazione di come le società scientifiche possano collaborare con l’industria al fine di continuare a garantire quel livello culturale e di preparazione indispensabile per poter mantenere il giusto legame tra ricerca, traslazione clinica dei suoi risultati e il coinvolgimento di tutte le figure che operano in ambito diabetologico. La SID nel suo 50° compleanno continua dunque a dimostrare vitalità e attenzione per le problematiche delle persone con diabete. Proprio queste problematiche rappresentano in principali temi che vengono discussi nel corso delle giornate di un congresso che vedrà la partecipazione di oltre 1.500 delegati oltre che ai massimi esperti italiani e internazionali. Il congresso è diviso in tre percorsi principali: ricerca, innovazione, clinica.

 

Clinica. Il congresso individua temi di particolare attualità che ha voluto definire le 7 sfide del diabetologo pratico: Tra queste vi è la gestione della persona con diabete ricoverata in ospedale. Vale la pena ricordare che le persone con diabete rendono conto del 30-35% del totale delle persone che accedono alle cure ospedaliere. Il ruolo del diabetologo è tanto più importante quanto più può contribuire a ridurre le complicanze cui più frequentemente la persona con diabete va incontro ance in concomitanza con eventi che ne determinamo l’ammissione in ospedale. Il diabetologo, in questo modo, potrebbe diventare indispensabile per ridurre l’eccesso di costo delle cure ospedaliere in questi soggetti e contribuire a una razionalizzazione della spesa. Un altro tema che verrà discusso riguarda la definizione del processo organizzativo necessario per una efficace gestione ambulatoriale della persona con diabete. Le complicanze del diabete e la loro prevenzione e gestione continua ad essere una delle principali sfide per il diabetologo. Particolare enfasi, in linea con quanto definito nel Piano Nazionale della Malattia Diabetica riguarderò la prevenzione delle amputazioni di arto che continuano a rappresentare un dramma individuale e un indicatore utile a definire il grado di efficacia dell’intervento preventivo e terapeutico. Infine, enfasi verrà data alla comunicazione tra persona con diabete e diabetologo.

 

 

Ricerca. Numerosi sono i temi che verranno affrontati tutti con spiccate caratteristiche di modernità. Verranno, ad esempio, illustrate le ricerche cliniche e pre-cliniche relative a nuovi meccanismi responsabili del danno renale del diabete mellito; il ruolo delle cellule progenitrici nel campo della riparazione delle complicanze vascolari del diabete; il ruolo di cellule endocrine di vario tipo nella regolazione dell’omeostasi glucidica quali potenziali nuovi target terapeutici; le novità in campo di genetica del diabete e delle sue complicanze; il ruolo dei processi infiammatori sulla patogenesi dell’iperglicemia.

 

Innovazione. Nel campo dell’innovazione verranno discussi i processi che regolano crescita e ruolo metabolico del tessuto adiposo; i metodi per identificare forme meno comuni del diabete come il MODY; il trattamento della neuropatia diabetica;  l’impiego della telemedicina in diabetologia; la relazione tra diabete e neoplasia del pancreas; una attenta revisione dei dati più recenti sulla terapia incretinica, motivo tra l’altro della diatriba con AIFA e per finire una puntualizzazione sulla retinopatia diabetica.

 

Nell’insieme un panorama ampio di argomenti in grado di stimolare sia il ricercatore che ll clinico che quotidianamente ha a che fare con la persona con diabete. E’ nell’ottica di mantenere il focus sulla necessità di migliorare lo stato di salute della persona con diabete, il congresso vedrà rinnovata la tradizione ormai consolidata di un programma dedicato alla collaborazione, sempre più necessaria, sempre più virtuosa, tra diabetologo infermiere diabetologico. Con questa rinnovata collaborazione SID intende confermare la volontà a lavorare fianco a fianco con tutte le figure professionali che devono intervenire a garantire un adeguato trattamento e gestione della persona con diabete. In questa stessa direzione vanno le attività congressuali dedicate alla riorganizzazione dei processi di gestione, all’analisi dei costi del diabete; alla disanima delle opportunità per il finanaziamento della ricerca).

 

SID è cresciuta in questi 50 anni, cercando di guardare a tutto tondo alla problematica del diabete, partendo dalla ricerca di base fino alla traslazionale e alla ricerca clinica. Ma anche la traduzione di tutte queste informazioni nella gestione quotidiana e nella razionalizzazione della spesa, che significa fornire a tutti, nel modo più adeguato, le migliori cure possibili.

 

 

 

 

 

Ufficio stampa SID

Maria Rita Montebelli –

Andrea Sermonti –