La medaglia non cura le persone con diagnosi di diabete

Manifesto dei diritti della persona con diabete.
 
OGGETTO: il punto di vista delle persone con diagnosi di diabete.
 
Il sistema socio sanitario per il diabete in Sardegna è ancora pieno di paradossi. Le conferenze stampa del 3 Febbraio 2010 e del 17 Maggio 2010 sono state per noi il “manifesto delle ovvietà”.
La medaglia all’Assessore Regionale alla Sanità della Sardegna è semplicemente un riconoscimento di intenti, la regione Sarda ha solamente sottoscritto per prima il manifesto dei diritti della persona con diabete.  Le medaglie in genere riconoscono un risultato non l’intento di conseguirlo!
Per noi questa è una novità. Chiediamo scusa ma non avevamo capito, che sarebbe bastata una medaglia per affrontare e tentare di risolvere tutte le problematiche legate alla patologia. 
Il paradosso?  L’assessore si è fatto, è vero,  carico del manifesto ma a tutt’oggi non lo ha messo in pratica, non si sa: come, quando, dove, chi è stato coinvolto, e con quali mezzi lo abbia fatto.
L’altro paradosso del servizio sanitario è quello relativo alla prescrizione dell’insulina. Infatti tali prescrizioni possono essere per confezioni di 5 cartucce di insulina da tre millilitri,  oppure, in alternativa, confezioni da 5 penne usa e getta sempre da tre millilitri. I due prodotti sono equivalenti ed apparentemente hanno un costo identico. La differenza sta nelle diverse voci di costo dei due prodotti. Le penne sono più pesanti e più ingombranti, circa 3 volte in più. Aumenta enormemente quindi: il costo di smaltimento per la diversa quantità di rifiuti speciali che si producono. Il trasporto: occorrono tre tir al posto di uno, tre volte tanto di spese di magazzino, di deposito e di operai.  Se, con questi costi aggiuntivi,  il costo attuale delle penne è equo  vuol dire che il costo delle cartucce è gonfiato. Tutto questo mentre ai diabetici si elemosinano le strisce e ai diabetici di tipo 2 non si danno gli aghi pungidito ed inoltre con le penne sono costretti ad inquinare di più e a causare aggravi al sistema di smaltimento dei rifiuti.
Chiediamo di pagare un prezzo equo per le cartucce e con i soldi risparmiati chiediamo di avere più strisce ed aghi pungidito perché sono essenziali per un buon controllo delle glicemie e quindi per avere meno complicanze che significa diabetici più sani e meno costi di assistenza a carico del SSR e SSN. I paradossi in Sardegna continuano. Chiediamo da anni di fare formazione ai Medici di Medicina Generale perché possano prendersi in carico i diabetici di tipo 2. Stranamente, mentre per  tutte le patologie è il MMG che indica lo specialista, per il diabete invece si inizia dallo specialista e non si ritorna più dal MMG.  Quando il sistema sanitario si è accorto del grave errore, ha cercato di correre ai ripari. Come? Ha chiesto la prescrizione dei presidi sanitari alla medicina generale e ai pediatri di libera scelta. Sembra però che tutto il Sistema Sanitario non si fidi di loro.  Infatti, anche se sono medici, devono solamente ubbidire al percorso terapeutico indicato dallo specialista per prescrivere semplicemente: astine reattive, aghi pungi dito, aghi per iniettare l’insulina. Chiedo: non sono normali prescrizioni terapeutiche che il medico di medicina generale è perfettamente in grado di valutare?
Questo ci dovrebbe far riflettere sul nostro sistema sanitario! In tutti questi bizzarri grovigli si è inserita la formazione del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta. Mi auguro veramente che i corsi non servano solo per insegnare o perfezionare l’abilità nel prescrivere: aghi pungidito, astine reattive e aghi per l’insulina. Veramente richiede una formazione continua ed una professionalità diversa da quella generale del medico?
Forse riconoscere competenze ai medici di medicina generale, significa riconoscere come inutili le infinite diabetologie, rendere inutili molti ricoveri e quindi, il ruolo delle stesse diabetologie, che eliminate significherebbero solo poltrone in meno, forse, obiettivo contrario a quello di questa sanità.
Ricordiamo che la figura del Diabetologo in realtà non esiste da qualche anno, da quando la Specializzazione post laurea in Diabetologia è stata cancellata. Ci chiediamo quale specifica formazione possano vantare rispetto agli altri Medici. Ci risulta nessuna. Infatti si mandano nel territorio Medici con Specializzazioni le più diverse chiamandoli erroneamente diabetologi ed inducendo in errore il paziente. Sono quindi doppioni nelle funzioni del MMG e spesso hanno professionalità che indubbiamente servono anche al diabetico ma non solo ad esso.
Gli ambulatori di diabetologia, sono troppi e confusi. Fanno, per istituzione, solo diagnosi, percorsi terapeutici e qualche prescrizione. Sono carenti nel coinvolgere le Istituzioni, la famiglia, la scuola, i servizi sociali e le associazioni di volontariato per fare prevenzione, formazione e informazione, per cui molti sono inutili ed è urgente chiuderli. Solo così, le cospicue risorse economiche che impegnano, potrebbero essere utilizzate al meglio per prevenzione,  assistenza e cura.
E’ tempo che i MMG recuperino il proprio ruolo, infinitamente importante e insostituibile. L’unico che possa davvero garantire la salute e la prevenzione nei territori. Sono infatti loro, i medici di medicina generale che  capillarmente presenti sul territorio, possono davvero conoscere la storia, la cultura, la vita delle persone e con competenza, intervenire per la loro salute, inviando agli specialisti più competenti.
L’ospedale deve rimanere l’ultima spiaggia, l’ultima possibilità quando l’intervento da fare richiede strutture e attrezzature diverse da quelle di un  ambulatorio.
A questo sistema socio – sanitario chiediamo il rispetto della dignità del paziente che passa anche nell’efficienza nelle spese e nella corretta informazione.
Fino ad oggi verifichiamo solo parole e niente fatti da parte della politica sanitaria perché per le problematiche della famiglia, della scuola, del lavoro (i diabetici non possono avere il libretto per navigare ad esempio), degli anziani, per  la sbandierata educazione alimentare e per l’attività motoria non si fa proprio niente.
Aspettiamo di consegnarle la medaglia, ma solo per i risultati raggiunti. Saremo ben felici di poterlo fare. Per il momento, simbolicamente, le dobbiamo, nostro malgrado, consegnare una medaglia di antimateria che sembra esista ma noi non siamo attualmente in grado di vedere.
Buona corsa Assessore e porti un poco di zucchero perché il cammino è lungo. Siamo già ad aspettarla al traguardo sperando che Lei abbia voglia e sia in grado di correre velocemente.
 

Cordiali saluti
Michele Calvisi

 
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