Infezioni comuni potrebbero scatenare il diabete

I risultati di un nuovo studio supporterebbero la tesi che infezioni comuni possano scatenare il diabete di tipo 1 nei bambini e nei giovani.

In particolare, alcuni ricercatori nel Regno unito hanno identificato la prova dell’insorgenza del diabete in un gruppo specifico (clustering) di giovani.

Il Dr. Richard J. Q. McNally e i suoi colleghi, dell’Università di Newcastle upon Tyne, spiegano, nel loro articolo pubblicato sulla rivista Diabetologia, che l’insorgenza di un numero relativamente elevato di casi in un’area ristretta ed in un periodo limitato, definita come “clustering spazio-temporale”, è “coerente” con una componente ambientale dello sviluppo della malattia, “probabilmente legata alle infezioni”.

Il team ha esaminato i dati di un registro, relativi alla popolazione dello Yorkshire, alla ricerca di prove del clustering spazio-temporale del diabete in soggetti di età inferiore ai trent’anni.

Nell’analisi sono state incluse due serie di dati di pazienti con diagnosi di diabete di tipo 1: 3019 bambini al di sotto dei 14 anni, residenti nello Yorkshire fra il 1978 e il 2002, e 989 pazienti di età compresa fra 15 e 29 anni, residenti nello Yorkshire occidentale fra il 1991 e il 2002.

Nel primo gruppo, per i bambini di età compresa fra i 10 e i 14 anni, è stato confermato un significativo clustering spazio-temporale in base al luogo e all’epoca della diagnosi.
Nel secondo gruppo, il clustering spazio-temporale è stato identificato per i ragazzi fra i 15 e i 19 anni.

“Questi risultati indicano che le infezioni possono scatenare il diabete di tipo 1 in un numero limitato di persone predisposte”, ha dichiarato il Dr. McNally a Reuters Health. “È inoltre probabile che vi sia l’influsso di altri fattori ambientali”.

Nonostante i risultati indichino una causa ambientale, i ricercatori sottolineano che lo studio non è in grado tuttavia di spiegare se gli effetti ambientali siano diretti o se si limitino a far emergere un diabete latente.

 

 

 

Diabetologia, luglio 2006.

(Reuters Health)