In memoria di una grande donna: Franca Pellini

 

Franca Pellini era una grande donna, che ha saputo aiutare chi ne aveva bisogno, ha saputo creare una associazione che ha unito nel corso di trenta e più anni gli ammalati nefropatici prima e tutti i trapiantati di organo poi.

Da quando mi sono ammalata la conosco, ho partecipato alle assemblee annuali dell’ANED a Milano, ho partecipato a manifestazioni e convegni per diffondere la cultura dei trapianti di organo, durante i quali lei era sempre protagonista e promotrice infaticabile.

Ma devo ammettere che la nostra amicizia è nata da quando sono entrata nella squadra nazionale dei Trapiantati durante i giochi mondiali di Kobe in Giappone.

Era la prima volta che partecipavo a questa manifestazione e subito mi ha colpito e affascinato la vitalità, la forza che sapeva infondere la Franca. A tutti diceva una parola, sapeva incoraggiarci o anche strigliarci quando era giusto: era sempre la prima ad accoglierci nella hall dell’hôtel e l’ultima ad andarsene. Sapeva gioire per le medaglie vinte, ma aveva sempre una parola di conforto per chi non si era qualificato bene. Sempre diretta, la battuta veloce, sapeva interessarsi anche degli sport che le erano meno congeniali, non è un mistero la sua predilezione per la squadra di volley e per il nuoto: sempre a bordo vasca ad incitare, incoraggiare e festeggiare chi aveva vinto, fino all’ultimo, poi i suoi ragazzi, a fine gare, la buttavano nella vasca.

La sua voce la sentivamo dappertutto: quando chiamava il suo Marco, quando ci rimproverava, quando rideva. Era la nostra Team Manager, ma soprattutto era la Franca.

Dopo tanti anni di partecipazioni ai giochi mondiali, tutte le squadre la conoscevano, non sapevano il suo nome, ma per tutti era :”Mamma Italia”. Venivano a salutarla, Franca aveva una memoria eccezionale, si ricordava di tutti, anche se li aveva conosciuti solo una volta. Della sua squadra sapeva vita, morte e miracoli, non sapevi mai come facesse, ma quando le raccontavi un episodio curioso o un avvenimento, lei ne era già a conoscenza. Sapeva guardare nei nostri cuori, indovinava le nostre pene, sapeva i nostri punti deboli, ma soprattutto sapeva spronarci ad essere migliori.

Adesso siamo soli, non c’è più la Franca a guidarci, dobbiamo fare da soli! Abbiamo fatto i giochi nazionali a Milano: penso che la squadra abbia dimostrato un grande cuore sportivo e ne sia uscita più unita che mai. Per il grave lutto quest’anno non parteciperemo ai giochi mondiali di Bangkok, ma ci prepareremo per le altre manifestazioni sportive, ci guiderà per sempre il ricordo della nostra Franca Pellini.

Iose Folco