Il protocollo “numerone” (iperglicemia)

Spesso sui social leggiamo richieste di aiuto per un’iper che apparentemente non reagisce alle correzioni.

Parlo per diabetici t1 (o Lada) e t3 (come confidenzialmente chiamiamo i caregiver)
Leggiamo spesso di chi va in panico di fronte ad una glicemia con numeroni a 3 cifre.
La cosa manda in panico anche tanti commentatori che si affannano a ripetere “pronto soccorso” condito con “immediatamente, senza indugi ecc. ecc.”.
Facciamo una doverosa premessa: se non si è certi su come procedere bisogna andare in ospedale senza perdere tempo, ma a ‘sto punto non ha senso postare la richiesta di aiuto sul gruppo.
Se invece ci si vuole accertare se la situazione è risolvibile a casa, è bene conoscere qualche nozione, perché chi sa, non ha motivo di aver paura di ciò che va ad affrontare, se lo conosce.
Partiamo da un fattore comune: il numerone è sintomo di mancanza di insulina, quindi giriamola come vogliamo se non diamo insulina la glicemia non scenderà.
Parlo di numerone e non di DKA (chetoacidosi) che insorge quando la grave mancanza di insulina si protrae a lungo: in caso di chetoni troppo alti, la situazione è oltre il risolvibile e ci si fa ricoverare immediatamente, senza somministrare nulla.
Quindi se la persona ha la glicemia altissima ed ha perso i sensi, non somministrare nulla, ma affidarla nel minor tempo possibile ai sanitari.
Quando invece parliamo di numeroni sui 400 e dintorni, e non è passato molto tempo, la cosa si affronta con calma a casa.
I portatori di micro devono essere più pronti degli altri ad affrontare la situazione: basta un’ostruzione nel set e (non avendo basale sotto) i valori decollano.
Inutile come dice qualcuno “controllare lo zampillare dell’insulina” … quando c’è il numerone, si da per scontato che set ed insulina in uso vanno cambiati PUNTO STOP SENZA SE E SENZA MA.
Si prende una penna nuova, si inietta la correzione secondo il proprio fattore e con calma e pazienza si cambia il set.
La glicemia probabilmente non scenderà subito per 2 motivi: uno perché la stessa iper crea insulino resistenza (e per questo bisogna reidratare, bere acqua); due perché in caso di malfunzionamento del micro si è persa una quantità imprecisata di basale e questo si ripercuoterà per ore.
Calma anche qui, se dopo tre ore la glicemia non è scesa si ripete la correzione, prima no!
Nel frattempo teniamo sotto controllo glicemia e chetonemia: se la prima non sale più e la seconda non è preoccupante, non c’è motivo di andare al P.S.
Ci si mette tranquilli e si procede con quel protocollo: correzioni con penna e idratazione.
Errori da evitare sono: attività fisica, la classica passeggiata per far scendere la glicemia, o bambini svegliati in piena notte per farli muovere… per favore no! Controproducente spesso, utile mai! No!
Iperidratazione: “bevi come un cammello”. Anche NO, bevi normale.
Correzioni col micro che calcola il bolo: NO!
Fatti fare il calcolo ma la correzione falla con la penna!
Poi cambi il set, ma il micro lo usi per correzioni di “iper normali”, nel “protocollo numerone” bisogna essere certi che l’insulina sia stata consegnata.
Il sensore fai finta di non averlo, il numerone si corregge col glucometro.
No a misurare la glicemia ogni 10 minuti, e a correggere ogni mezz’ora: NO!
Tenendo a mente il protocollo numerone, non c’è motivo di correre in ps: se però la paura ti prende lo stesso, o i numeri ti dicono che le cose non vanno come dovrebbero, con calma e risolutezza si andrà, ma senza correre o andare in panico.
Aurelio Bellomo (papà esperto)