Il profilo dei biomarker varia con la progressione e lo sviluppo della malattia

Le prime fasi precliniche e cliniche del diabete di tipo 2, le complicanze della malattia e la sua progressione potrebbero essere caratterizzate da marker dell’infiammazione e dell’immunità differenti. A sostenerlo sono gli autori di uno studio pubblicato di recente su Diabetes Care.

“Con questo studio, abbiamo caratterizzato la risposta infiammatoria e immunitaria di soggetti con prediabete e diabete in un ampio campione rappresentativo della popolazione” scrivono i ricercatori, guidati da Vera Grossmann, dello University Medical Center di Mainz, in Germania. “Questo setting rappresentativo offre la possibilità di studiare lo spettro completo della malattia, dalla normale omeostasi metabolica alla condizione subclinica fino alla malattia manifesta, e aiuta a distinguere tra effetti biologici rispetto a una semplice progressione della malattia”.

La Grossmann e i colleghi hanno valutato i dati di 15.010 adulti di età compresa tra i 35 e i 74 anni arruolati nel Gutenberg Health Study al fine di caratterizzare il profilo delle risposte immunitarie e infiammatorie in questa popolazione di pazienti affetti da prediabete o diabete. Nel complesso, sono stati valutati 7584 uomini e 7426 donne, di cui 1425 con prediabete e 1299 diabetici.

Lo status glicemico è stato classificato in funzione della concentrazione dell’emoglobina glicata (HbA1c) e della storia della diagnosi. Inoltre, in tutti i campioni sono stati misurati i globuli bianchi, i granulociti, i linfociti, i monociti, le piastrine, la proteina C-reattiva, l’albumina,il  fibrinogeno e l’ematocrito. In un sottogruppo sono state valutate anche le concentrazioni dell’interleuchina-18, dell’antagonista del recettore dell’IL-1 (IL-1RA) e della neopterina.

I biomarcatori hanno mostrato dinamiche diverse passando dai soggetti con un profilo normoglicemico a quelli con prediabete a quelli con diabete. I ricercatori hanno osservato un graduale aumento dei globuli bianchi, dei granulociti, dei monociti, dell’IL-1RA, dell’IL-18 e del fibrinogeno; un aumento dei linfociti e della proteina C-reattiva solo in concomitanza con la malattia subclinica, solo la neopterina ha mostrato un aumento passando dal prediabete al diabete, mentre non si è trovata nessuna variazione dell’ematocrito in relazione allo status glicemico.

Nei pazienti diabetici, le differenze relative più forti sono state trovate per la proteina C-reattiva, l’IL-1RA e il fibrinogeno, mentre in quelli con prediabete, la differenza maggiore è stata trovata a carico della proteina C reattiva.

Inoltre, gli autori hanno trovato un’associazione tra stato del glucosio e diversi marcatori infiammatori e immunitari, indipendente dalla presenza di fattori di rischio cardiovascolari e comorbidità. Nel gruppo dei partecipanti diabetici, i marker hanno mostrato di variare anche in funzione della gravità della malattia e della presenza di complicanze specifiche della malattia.

“In sintesi, abbiamo dimostrato che il profilo dei biomarker infiammatori e immunitari varia con lo sviluppo e la progressione del diabete di tipo 2 in un campione ampio e rappresentativo della popolazione, comprendente 15.010 soggetti” scrivono i ricercatori.

Inoltre, aggiungono la Grossmann e i colleghi, “i biomarcatori dell’infiammazione e dell’immunità mostrano dinamiche variabili con l’avanzare della malattia, consentendo la differenziazione delle prime fasi precliniche e delle fasi cliniche della malattia (per esempio, il prediabete), delle complicanze del diabete e della progressione della malattia”.

V. Grossmann, et al. Profile of the Immune and Inflammatory Response in Individuals With Prediabetes and Type 2 Diabetes. Diabetes Care. 2015; doi:10.2337/dc14-3008.

 

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da PHARMASTAR