Il diabete in gravidanza… Non deve fermarci!

La presenza del diabete in gravidanza, sia di nuova insorgenza (diabete gestazionale o GDM), sia già presente al momento del concepimento (diabete giovanile, di tipo 1, in terapia insulinica), non dovrebbe impedire di vivere serenamente e concludere con successo la gioiosa esperienza della gravidanza. Una sua intelligente gestione, associata a una frut tuosa collaborazione col proprio diabetologo e ginecologo di fiducia, possono rendere una futura mamma con diabete comunque felice e serena nel vivere la sua gravidanza.
Uno stile di vita sano ed equilibrato è alla base del nostro stato di salute e lo è ancor più in condizioni particolari e fisiologiche come la gravidanza, un’esperienza unica in cui la modifica del proprio modo di vivere e le nuove abitudini adottate possono più facilmente radicarsi, influenzando positivamente lo stato di salute della donna per il resto della sua vita. Già nel 1985, nonostante fosse ancora scarsa l’evidenza dei benefici dell’attività fisica durante la gestazione, l’American College of Obstetrician and Gynecologists (ACOG) raccomandava alle donne gravide di mantenere uno stile di vita attivo; gli studi eseguiti negli ultimi 20 anni hanno permesso di convalidare l’attività fisica come uno strumento sicuro e raccomandabile, per i suoi potenziali benefici, sia prima sia dopo il parto. Nonostante i profondi cambiamenti anatomici e fisiologici legati alla gravidanza, tutte le donne che vivono una gravidanza regolare possono beneficiare di un programma di attività fisica e non ci sono ragioni per controindicare alle donne gravide e in buona salute di seguire le stesse raccomandazioni rivolte alla popolazione generale nel mantenere uno stile di vita attivo. La pratica regolare di attività fisica durante la gestazione aiuta a prevenire l’insorgenza di molte malattie (ipertensione arteriosa, malattie muscolo-scheletriche, diabete gestazionale), contribuisce a ottimizzare la gestione di altre patologie già presenti al momento del concepimento (sovrappeso-obesità, diabete di tipo 1) e preserva infine la salute mentale della madre oltre che lo sviluppo e la salute del feto. 
Il diabete gestazionale è ad oggi la complicanza metabolica piu frequente della gravidanza; se non riconosciuto e adeguatamente trattato si associa a un’elevata morbilità materno-fetale (parti pretermine, preeclampsia, tagli cesarei, macrosomia, ipoglicemia neonatale, iperbilirubinemia, ipoglicemia) e a un aumentato rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 negli anni successivi al parto. Diabete gestazionale e obesità sono strettamente legati e hanno spesso quale concausa una vita sedentaria; è poco frequente sotto i 25 anni di età ma arriva a colpire oltre il 30% delle donne con obesità pregravidica e sedentarie. Molti studi hanno dimostrato un robusto legame tra attività fisica e diabete gestazionale, sia in termini di prevenzione sia di terapia. Svolgere regolarmente attività prima della gravidanza riduce significativamente (per più del 50%) il rischio di sviluppare questa forma di diabete; e tra i cardini della terapia del diabete gestazionale, finalizzata al raggiungimento di valori glicemici prossimi alla normoglicemia, l’esercizio fisico costituisce oggi una terapia “aggiuntiva” alla terapia dietetica e a quella insulinica, dimostratasi efficace per il raggiungimento e mantenimento del controllo glicemico giornaliero. 
Se per il diabete gestazionale l’esercizio fisico ha un’efficacia indiscutibile come strumento terapeutico e preventivo, per le mamme con diabete di tipo 1 già in terapia insulinica, la pratica di attività durante la gestazione resta uno strumento essenziale, sempre disponibile e facilmente utilizzabile, per ottimizzare il controllo glicemico (obiettivo prioritario in gravidanza), per meglio gestire l’equilibrio fame-sazietà spesso labile in gravidanza e per prevenire un incremento ponderale incontrollato ed eccessivo. Non dimenticando ovviamente l’importanza dell’autocontrollo glicemico, basilare per un uso intelligente ed efficace dell’attività fisica nella gestione del diabete di tipo 1 in gravidanza.

Ma qual è l’attività fisica praticabile in gravidanza in presenza di diabete?
L’attività fisica di tipo aerobico, che coinvolge i grandi gruppi muscolari in modo ritmico e continuativo, è l’attività migliore; il camminare, il nuoto, la cyclette o la bici sono quelle più consigliate purché siano praticate a una intensità moderata, perseguibile utilizzando la personale percezione dello sforzo (da lieve a poco faticoso) come guida. 
Andrebbe svolta 3–4 volte a settimana, per non più di 30 minuti circa e seguita da un periodo di recupero e di riposo. Sono invece da evitare, perché potenzialmente pericolosi, gli sport traumatici (per esempio sport subacquei o ad alta quota, lotta, ecc.), attività sportive che impegnano significativamente tronco e pelvi, attività che aumentano il rischio di cadute (sci), o quelle che possono provocare impatti forti (jogging e tennis). 
Sono sconsigliate le attività fisico-sportive a elevata intensità (soprattutto per il rischio, in chi pratica terapia insulinica, di un’ipoglicemia grave) e quelle di durata maggiore di 30 minuti senza la possibilità di intervalli di riposo; sono infine da consigliare con molta prudenza esercizi isometrici, o contro resistenza, che comportano il sollevamento di pesi impor tanti, perché possono imporre sforzi eccessivi. 

E quali raccomandazioni e precauzioni rispettare?
È essenziale conoscere e riconoscere segni e sintomi riferibili all’ipoglicemia o a una potenziale complicanza ostetrica, che impongono necessariamente l’interruzione dell’attività che si sta svolgendo o che ne controindicano l’inizio: difficoltà a respirare (dispnea), dolore toracico, debolezza muscolare, perdite vaginali, vertigini, palpitazioni, emicrania, riduzione dei movimenti fetali. 
È importante assumere sempre una quantità adeguata di liquidi prima, durante e dopo l’esercizio fisico, evitare ambienti troppo caldi o troppo freddi e, infine, è determinante imparare a conoscere e gestire la glicemia, in base all’attività svolta e alla terapia seguita. Per questo, è necessario misurare la glicemia prima dell’attività fisica (e non praticarla se la glicemia è superiore a 200 mg/dL o assumere 10–15 g di carboidrati se minore di 80 mg/ dL), avere a disposizione carboidrati a rapido assorbimento durante lo svolgimento e misurare la glicemia al termine dell’esercizio, per conoscere la risposta glicemica all’attività praticata (e assumere eventualmente carboidrati se la glicemia è inferiore a 80 mg/ dL). 
In definitiva, la maggior parte delle donne diabetiche in gravidanza può iniziare a praticare, o continuare a svolgere, attività fisico-sportive regolarmente, purché sia fatto con moderazione e nel rispetto di eventuali complicanze mediche o ostetriche presenti. Conoscere la personale reazione del diabete all’esercizio fisico, condividere con il ginecologo i propri programmi verificando l’assenza di particolari controindicazioni e definire col proprio diabetologo gli obiettivi glicemici da perseguire e le modalità terapeutiche e comportamentali da rispettare, costituiscono gli ingredienti essenziali per vivere al meglio e “in movimento” il diabete in gravidanza.

 

di Cristina Fatone

 

da Vivere il Diabete